PREMESSA:
Il 1980 è un anno critico per gli Uriah Heep. Durante il tour di “Conquest” il tastierista e mente creativa del gruppo Ken Hensley è in perenne lotta con il cantante John Sloman (dotato di una voce straordinaria, ma troppo diversa dai precedenti Byron e Lawton). Alla fine dell’ anno Hensley abbandona la band, rimpiazzato da Greg Dechert, che però viene subito allontanato da Mick Box (chitarrista ed ora unico leader degli Heep). In seguito a questo fatto la situazione degenera: Sloman abbandona per avviare la sua carriera solita (tuttavia il suo primo disco uscira solo nove anni più tardi!), Bolder (bassista) non se la sente di continuare in una situazione così precaria. Se ne va pure Slade (batterista) che aveva sostituito Lee Kerslake per il solo 1980.
Gli Uriah Heep non esistono più per due anni, periodo in cui Box è costantemente depresso ed ubriaco marcio. A salvarlo ritorna l’ amico Kerslake che porta con sé il bassista Bob Daisley della Ozzy Osbourne band. Per completare la formazione vengono reclutati Peter Goalby, cantante di estrazione hard rock (è stato, ad es., nei Trapeze) e John Sinclair, tastierista di una band metal emergente.
IL DISCO:
Nel 1982 finalmente esce “Abominog”: già dopo due/tre canzoni si capisce di essere di fronte ad un disco che vuole tagliare col passato, specialmente con il pop-rock raffinato di “Conquest” .
[LATO A] Si parte con “Too Scared To Run” (*****): un giro di chitarra furibondo e tagliente, quasi metal, apre e segna tutta la canzone. Si inseriscono poi tutti gli altri strumenti a completare i primi quattro minuti scarsi nel modo più intenso possibile. Segue “Chasing Shadows” (***), una canzone standard pop-rock tipica del periodo con tante e buone tastiere: carina ma niente di trascendentale. “On The Rebound” (****) è una cover, tra l’altro nettamente superiore dell’originale, di Russ Ballard (dall’ album “Barnet Dogs” del 1979): grandi tastiere, grande ritmo, molto anni ’ 80… ma anche tanta qualità!. “Hot Night In A Cold Town” (*****) è una ballata che si apre con tastiere che simulano il pianoforte, e continua con sonorità dolci ma allo stesso tempo energiche: qui il pezzo forte è il ritornello veramente sopra le righe. Si prosegue su livelli molto alti con “ Running All Night (With The Lion)” (****): grinta da vendere coniugata a tanta melodia!
[LATO B] Stesso discorso vale per la fenomenale “That’ s The Way That It Is” (*****) accreditata a Paul Bliss e, sicuramente, una delle migliori canzoni del disco: non ho parole per descriverla… bisogna solo ascoltarla (all’ epoca diventò anche un discreto hit). L’album prosegue senza picchi con le ballate “Prisoner” (***) e “Hot Persuasion” (***): carine per carità, ma niente di speciale. Si migliora con “Sell Your Soul” (****), indubbiamente i cinque minuti più heavy dell’ intero disco… e si chiude in bellezza con “Think It Over” (*****). In questo caso gli Uriah Heep fanno una cover di se stessi. La canzone infatti era uscita come 45 giri dopo “Conquest” (infatti è composta dal duo Bolder/Sloman)… carina ma un po’ fiacca: il nuovo arrangiamento dell’ 82 la ritrasforma in una parla… indiscutibilmente un altro highlight dell’album!
[BONUS TRACKS] L’edizione rimasterizzata del 1997 presenta 4 canzoni bonus. Due sono le demo di “That’ s The Way That It Is” e di “Hot Persuasion”. Per quanto riguarda le rimanenti invece… “Tin Soldier” (*****) è una fantastica cover degli Small Faces, mentre “Son Of A Bitch” (****) è una buon pezzo di hard rock.
CONCLUSIONI:
“ Abominog” è un prodotto eccellente, consigliato a tutti i fan degli Uriah Heep, ai fan del metal degli ’80 ed a tutti coloro che cercano un disco capace di trasmettere chili e chili di energia.
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