"I see you runnin' - don't know what you're runnin' from
Nobody's comin' - what'd you do that was so wrong?
Look back and turn back - look at yourself.
Don't be afraid just look at yourself
"
Look At Yourself

Non finirò mai di ripeterlo, gli Uriah Heep sono stati da sempre un gruppo sottovalutato nella scena hard rock inglese anni 70; da sempre accostati al sound dei Purple, (pur non riuscendo, a mio avviso ad eguagliarne appieno i picchi tecnici) spinsero addirittura un critico della rivista Rolling Stone ad affermare che "se anche questo gruppo sfonderà..io mi suiciderò!" visti i risultati l'avrà poi fatto davvero??

Per fortuna le stroncature iniziali dei critici non fanno breccia nella band, gli Uriah non si pongono molti problemi: affascinati dall'hammond di Jon Lord (i Deep Purple suonavano nella sala a fianco!) reclutano l'ottimo organista Ken Hensley, il quale, da vero leader, rivuluzionerà totalmente il futuro gruppo: egli diventerà il maggior songwriter della band, basti pensare al successivo Salisbury del 1971 (Lady in Black, High Priestess, giusto per citare due canzoni totalmente sue..)
Sempre nello stesso anno viene dato alla luce LOOK AT YOURSELF: si tratta, a mio avviso, di un capolavoro hard rock (che molti confrontano con In Rock dei Purple) che tenterò di analizzare track-by-track:
Si parte con la mitica title-track, oltre 5 minuti di ottimo hard rock sparato a mille, una song con assoli e cantato impeccabili... davvero un inizio di fuoco che vede l'hammond di Hensley cavalcare la traccia come una furia, seguito costantemente dalla stupenda voce di Byron...
la seconda traccia, I Wanna Be Free ristora momentaneamente l'ascoltatore, proponendo riff e arpeggi chitarristici giustamente mixati con gli acuti di Byron e le tastiere di Hensley...
Segue July Morning, stupenda song da più di 10 minuti, che sfigura di poco con la mitica Child in Time dei Purple. Qui la voce di Byron commuove, e Hensley con il suo Hammond attenta al cuore del più duro degli ascoltatori. La canzone termina con delle chitarre probabilmente sovraincise... e con essa termina anche il primo lato del vinile: non c'è alcun dubbio, July Morning è l'apice compositivo del disco!
Girato l'LP ed eccoci ad un'altra traccia sorprendente: Tears In my Eyes! un riff iniziale così moderno che fa dimenticare l'anno di release del disco. Sorpresa nella sorpresa gli intervalli corali di Byron! La canzone sfuma e lascia posto ad un altro pezzo forte: Shadows Of Grief! un riff forse non molto originale apre le danze, poi però il brano si evolve ed è gran musica...Kinsley fa scintille... e il pezzo termina in modo inusuale, si rimane davvero stupefatti!
Segue What Should Be Done, forse il brano meno importante del disco, una ballad chitarra-pianoforte che regala un'atmosfera particolare.
Come ultimo brano troviamo Love Machine, altra cavalcata hard rock dal gusto deciso e scoppiettante (qui la voce di Byron è praticamente identica a quella di Gillan)
Il disco non poteva che chiudere con un pezzo così...

Consiglio vivamente a tutti quelli che non avessero mai ascoltato "Look At Yourself" di procurarsene una copia, non ne rimarrete per nulla delusi! Ovviamente ciò vale anche per chi non avesse mai sentito nulla degli Uriah Heep!!

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