"La vera vittoria è vivere, se ti curi così  poco del mondo che noi siamo perchè vuoi sopravvivere?"   

Il viaggio dal ‘70 al ‘75 è stato intenso troppi dischi in troppo poco tempo e la benzina stava per finire. Il volto di Byron si scrollò di dosso tutte le ragnatele e passando da viaggi fantastici  tra maghi e folletti, riscoprendo la libertà attraversando il mondo meraviglioso giunse al "quasi" capolinea.
Non me ne vogliate ma per me gli U. H. sono stati solo ed esclusivamente quelli con David Byron al microfono. Dopo di lui sono stati prima una bella sorpresa ("Firefly"), un onesto gruppo (dopo "Firefly") qualcosa di lontano dagli stessi Uriah Heep ("Wake Up" ...). Dicevo con Byron al microfono e qui c'e' e si sente!
Non c'e' invece Gary Thain al basso ma sapete già tutto della storia, dei vizi e  delle vicissitudini di quegli anni. In fondo tenere il passo dei grandissimi avendo contro critica e pregiudizi non può non lasciare il segno... Album tra luci chiare e luci scure, tra momenti rock ed altri (quelli che preferisco) tra i più riflessivi e malinconici che il gruppo seppe regalarci. Senza dilungarmi troppo, vediamola in questo modo:

LUCI CHIARE : "Show Down" (non un granchè in verità) con il buon Mick impegnato alla slide, "Devil's Daughter" con il duello  Hensley/Box (sempre efficace quest'ultimo) geniale anche la ritmica usata. Qui non c'e' più Thain ma l'avevo già detto... Comunque sto basso quasi funky...ho detto funky?
"Shady Lady"  r'n'r' "ebbasta".
Attenzione esercizio mentale: come avrebbero potuta farla i Kiss di quegli anni avendo cura di rimodellarla con il loro stile? Chitarre in evidenza ed il marchio Stanley/Simmons, sicuramente ne sarebbe uscito un classico.
"Primadonna" ma come? C'è anche il Rocky Horror Picture Show? Simpatica non c'è che dire e va beh allora one step to the left....

LUCI SCURE : La loro vera natura. Potrei star qui a menarvela con l'epica "Return To Fantasy" e i synth di Hensley (autentico eroe dell'hard prog), con "Beautiful Dream" dove la voce di Byron s'impenna come la ballerina sulla cover dell'album (si ho detto album, LP, vinile, avete già capito come la penso io). E ancora "Your Turn To Remember" e "Why Did You Go" ti lasciano un sorriso sulle labbra, un rigo sulle guance e tante lattine di birra schiacciate tutte intorno.
Sarebbe troppo banale parlarvi dei punti di forza del disco no?

L'ULTIMA TRACCIA
Una cosa però devo dirla. Da quando ascolto questa band disco dopo disco, diciamo da Salisbury in poi, quello che mi faceva fremere d'impazienza era l'ultima traccia. La chiusura di un album degli Uriah era come un piccolo avvenimento all'interno del disco stesso, insomma come se ci volessero fare un regalo per averli scelti (chi ha questi dischi ben allineati sul  proprio scaffale mi può capire).
Per farla breve "A Year Or A Day" resta per il sottoscritto una delle composizioni più belle e commoventi che Ken Hensley abbia mai scritto.
Leggetevi il testo, parla di esistenza, di futuro, di scelte, di vita nel modo più dolce ma anche più malinconico possibile. Questa capacità è sempre stata un punto a favore degli U.H. che nessuno può contestare.
Curioso, qualche anno faceva da sottofondo ad un documentario RAI. Se non ricordo male parlava di insetti o giù di li e tra le altre cose descriveva l'evoluzione di un baco da seta prima che si schiudesse dando alla luce una farfalla (probabilmente mi scappò una smorfia di riso tra me e me).
Chissà come l'avrebbe presa David? Già me lo vedo: giacca coperta di lustrini, medaglioni al collo, chioma al vento, stessa smorfia uguale alla mia che fa: fantasyyyyyy, fantasyyyyyy, fantasyyyyyy ooohhh fantasyyyyyy.......

Il parere (improrogabile) del commendator Bossolazzi:
<<il commendatore dice si!  4 belle nespole>>.

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