Gli Uriah Heep sono il gruppo che per primo ha unito la psichedelia di gruppi come gli Iron Butterfly con l’Hard Rock anni '70; il gruppo che prima ancora dei Led Zeppelin ha inserito le tematiche fantasy nella musica rock: il gruppo in sostanza che più di tutti ha gettato le basi per l’avvento della musica metal (non mi sono dimenticato dei Black Sabbath, come molti potrebbero pensare, ma sto solo dicendo che gli Uriah hanno influito maggiormente sull'evoluzione futura del metal).
Sono francamente stupito quindi, di non trovare traccia nel sito del loro più celebre capolavoro. Si'ore e si'ori, ecco a voi “Salisbury”. Ovvero la magia, la grandiosità, l’espressività, il delirio concentrato in cinquanta minuti di musica, per un full-lenght che va di sicuro a piazzarsi nella top ten della storia del Rock. Tutte le canzoni di questo disco sono splendide, alcune indimenticabili.
“Gypsy” è indubbiamente il migliore brano mai composto dalla band: un delirio progressivo dominato dalla potenza dell’organo Hammond e dalla cattiveria ritmica di una chitarra che sembra presa in prestito dai colleghi e contemporanei Black Sabbath. Nell’Olimpo entrano poi quella ballata country-rock mozzafiato, che è “Lady In Black” insieme al progressive triste e sognante di “The Park”. La title-track poi, è tutto: è il Progressive trionfale, è la suite più bella del rock, probabilmente seconda solo a “Valentyne Suite” dei Colosseum, in poche parole, sono gli Uriah Heep. Fra i pezzi meno noti amo ricordare “Bird Of Prey”, che personalmente considero l’antenato più diretto dell’Epic metal.
Non ho null’altro da dire su quest'opera se non di procurarsela il più presto possibile qualora non la possedeste e foste anche solo minimamente attratti da quell’incredibile giostra di emozioni che è la musica rock.
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