Tracce

  1. Gypsy (Box, Byron) – 6:37
  2. Walking in Your Shadow (Byron, Newton) – 4:31
  3. Come Away Melinda (Hellerman, Minkoff) – 3:46
  4. Lucy Blues (Box, Byron) – 5:08
  5. Dreammare (Newton) – 4:39
  6. Real Turned On (Box, Byron, Newton) – 3:37
  7. I'll Keep on Trying (Box, Byron) – 5:24
  8. Wake Up (Set Your Sights) (Box, Byron) – 6:22

 

"Se questo gruppo sfonderà, io mi suiciderò"

Così Melissa Mills, critica della rinomata rivista musicale Rolling Stone, apriva le recensione di questo disco, nonché opera prima della Band che prende il nome da uno dei personaggi del "David Copperfield" di Charles Dickens.

Fortunatamente la Mills non attuò mai la sua triste promessa e gli Uriah Heep, pur mai particolarmente amati dalla critica, divennero la quadratura del cerchio di quel terzetto che imperava nei '70 (Led Zeppelin - Deep Purple & Black Sabbath).

L'album anticipa il sound tipico degli Heep che però, causa dell'ancora non ben definita line-up (che diverrà tale sono ad album già iniziato) e all'inesperienza dei giovanissimi componenti , diverrà tale sono negli album successivi.

La prima traccia ("Gypsy"), usata anche come singolo nonché sigla televisiva di un programma della Rai, si nota per il suo riff cupo e semplice, per il solo-keyboard, per la fantastica interpretazione vocale di David Byron (Voce) e per il ticchettio del cucchiaino di Mick Box(Chitarre) che in attesa del suo turno, si gode una tazza di thé senza rendersi conto che il suo rimescolare lo zucchero nella tazza entrerà a far parte della registrazione.

Dopo il sano e robusto brano "Walking In Your Shadow", la scena passa alla canzone più bella (forse) di tutto l'album "Come Away Melinda" una atipica ballad per un gruppo hard-rock.
Lo stesso non si può dire per "Lucy Blues", pezzo molto blues (come anticipa il titolo) ma anche molto zeppeliano. Forse non fu un caso che questa canzone, nell'edizione americana, fu sostituita da "Bird Of Prey".
Le rimanenti canzoni scorrono sulla falsa riga di "Walking In Your Shadow" con rapide escursioni in ambienti jazz, blues e rock anni '60.

Da segnalare, al pari delle ottime canzoni, anche la copertina del disco che diventerà una delle più famose al mondo e che vede il volto di David Byron completamente ricoperto di ragnatele (create grazie ad una specie di amalgama che riuscì a togliere totalmente dai suoi capelli solo dopo alcuni giorni di lavaggio :-)

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