Se dovessimo ricominciare con la lagna dei gruppi che non hanno avuto quello che meritavano penso proprio che un posto d'onore spetterebbe a questo trio di Los Angeles. Certo che definirsi  "orinali"  significa dichiararsi già perdenti fin dalla partenza, avvenuta nel 1978 come quintetto nel dormitorio dell'UCLA e ben presto sfociata nella consapevolezza che in cinque, nella frenesia post punk della Città degli Angeli, non si va da nessuna parte. Al massimo si può essere in quattro come i Flipper di San Francisco, ma gli Urinals sono, se possibile, ancora più spartani. I mezzi tecnici (sia dei musicisti sia dell'attrezzatura) sono davvero ai minimi termini: per il primo EP basta  prendere un registratore a bobina Onkio Dokorder, collegare chitarra e basso all'unico amplificatore, metteterci una batteria giocattolo e tutto questo significa lo-fi garantita al limone. Però che variegate e magnifiche cose sono capaci di combinare! "Hologram" è gia no wave minimale che furoreggerà a NY anni dopo, con quei quattro accordi ripetitivi di chitarra e la voce del bassista John Talley-Jones passata attraverso un microfono che pare immerso in secchio d'acqua. Per "Last Days Of Man On Earth"  sembrano chiedere e rispondere a se stessi "Q: Are we not men? A: We are Urinals!" e sicuramente  "Surfin With The Shah" è lo strumentale che Johnatan Richman avrebbe suonato con i Sonic Youth  (e non con suoi Modern Lovers),  mentre  il minuto scarso di " Dead Flowers" dà ragione a chi li vede come una versione USA dei Wire di "Pink Flag".  Che, per ammissione dello stesso Colin Newman, prima di essere quell'elegante e intellettuale band new wave che conosciamo, erano assai scarsi tecnicamente.

Ma qui che c'entra la tecnica? Gli Urinals ci hanno lasciato poche ma fondamentali tracce sparse in tre EP, più un paio di inediti in studio e un pugno di registrazioni durante le loro scorribande live a fianco di Black Flag e The Last. Una produzione di 31 brevi pezzi raccolta in questo compact disc antologico della Amphetamine Reptile  del 1996 che vi regalerà sorprese a iosa.  Forse ricorderete "Black Hole" come uno delle spettrali esibizioni dell'ultimo disperato J.L. Pierce (ammiratore della prima ora degli Urinals) oppure "Ack Ack Ack Ack" nella versione dei Minutemen (giusto un sessanta secondi di hardcore con il verso della mitragliatrice di Johnny), e pure  il garage punk di "I'm a bug" è rintracciabile in qualche disco delle tante sciagurate band che l'hanno coverizzata (Halo of Flies in primis). Non poteva mancare "Sex/Go Away Girl"l'ultimo grande e potente singolo datato 1980 con il retro che potrebbe benissimo essere un'outtake di "Surfer Rosa" dei Pixies, e la spigolosa avventura come Urinals  è gia finita per seguire un più morbido filo rosso. Prima  come 100 Flowers appresso al compagno Mao Tse Tung durante la stagione dei Cento Fiori,  e poi  come Trotsky Icepick (con elementi dei Leaving Trains, Middle Class e The Last) attraverso  sei album sotto contratto con la SST.

 Ma voi  perdetevi a ravanare tra i numerosi brani live di questa raccolta, rimarrete a bocca aperta nello scoprire una cover arrabbiata  di "Why Are We Sleeping" dal primo disco  dei Soft Machine.  Ma che c'entra il  punk con i padri del progressive? Che sia stato il raffinato disturbatore  Kevin Ayers il primo vero punk nella  storia del rock?

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