Cos'è quando si prova la sensazione di un piacere trasportatore, un lento giro sulle monagne russe ma a spasso per l'Universo? Cigolii, sirene, sonde spaziali che sfiatano spalmate su una fetta di chitarre Gibson che fanno un impasto possente e poco digeribile.

Un disco che suona un pò come gli Electric Wizard di "Saturn's Child", salvo qualche impannata Indie Tamarro Classic Stoner ("New War", "Thin the Herd", "Queen of the World"). Per il resto è tutta roba buona per un giro notturno in macchina, preferibilmente con il maltempo, i ritmi di "Lazarus", "Devil's Flower" e " Norpo" vi faranno guidare piano e la pesantezza del suono renderà la vostra auto un pesante macigno indistruttibile.

E' tanto incazzato, è poco post rock, è tanto psichedelico, è poco ragionevole.

Questa enorme dose di magma è spinta da una voce anch'essa "diversamente dolce", qualcosa come Tunde Adebimpe dei Tv on the Radio col catarro e in preda a una crisi isterica che si lascia calmare da David Yow dei Jesus Lizard.

Solo una parola può racchiudere tutto questo: Oppio.

Salt the Wound, U.S. Christmas. Per un Natale che fa male.

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