Dopo due capitoli "epici", Il Giurameno e Il Ritorno, che ripercorrono i testi sacri Iliade e Odissa, ne L'Oracolo l'autore rientra nel suo modulo di scrittura, quello del giallo mescolato alla leggenda.
La miscela tra presente e passato, con citazioni classiche, crea momenti di suspence, in un giallo ambientato tra la rivoluzione contro i colonnelli greci e l'epoca successiva degli anni ottanta.
Dalla scoperta di un professore, che in uno scavo trova il vaso di Tiresia che gli provoca la morte alle vicende legate all'occultamento ed alle teorie intorno al contenuto delle immagini istoriate con racconto annesso sul reperto.
La vicenda è legata al ritrovamento, e contemporaneamente descrive la situazione politica di allora, era il 1973 quando ciò accadeva in Grecia e gli americani avevano favorito il golpe cileno.
Sopravvivendo alla mattanza, alcuni studenti si ritrovano a percorrere la strada da cui sono a suo tempo sfuggiti, la descrizione accurata dei luoghi è figlia della professione dell'autore, pregevole archeologo.
Nella narrazione viene richiamata, come in opere precedenti, Pasifae, moglie di Minosse, e il sogno che fece fare al consorte, il "coprimi ho freddo", perché Heleni è stata "sepolta" nuda, anche i nomi sono riferimenti continui alla Grecia classica. La diffciltà che s'incontra durante la lettura è staccarsi dal libro, avvincente e col susseguirsi di eventi che richiamano passi precedenti e leggende precedenti all'epoca omerica.
Carico i commenti... con calma