Dopo l'enorme successo di '1984' e la dipartita del vocalist storico della band, per i Van Halen sembra difficile poter emulare le recenti glorie. Tuttavia la band di Eddie reagisce ottimamente, annunciando Sammy Hagar come sostituto alla voce al posto di crazy David e pubblicando un buon album che fugò ogni dubbio.

Ciò che rende questo lavoro della band americana un album molto godibile è in primo luogo la novità della musica proposta; Sammy Hagar per primo è un cantante diverso da Roth, ma non per ciò inferiore, anzi, a livello strettamente vocale, persino superiore, pur non potendo vantare l'irresistibile carisma dello stile e della figura del suo predecessore. Grande novità è anche l'introduzione dello stesso Sammy come seconda chitarra del gruppo, che rende più profondo il sound della band ma al contempo nasconde un po' il basso di Michael Antony, nonché la notevole potenza conferita della batteria, in precedenza sempre un po' troppo in secondo piano, tranne in felici episodi come Hot For Teacher . Infine, l'album propone un maggiore interesse per tastiere e pezzi lenti, come già introdotto in '1984', che diventano nuova linfa del gruppo.

Ma veniamo all'album. Il disco parte molto bene con un pezzo dal ritmo non troppo veloce ma incalzante, Good Enought, che vede un Sammy in gran spolvero, per poi passare all'hit single Why Can't This Be Love, il quale riprende le sonorità già trattate con Jump e vede un'ottima integrazione di sintetizzatori e chitarre, fino ai ritmi al cardiopalma di Get Up e alla melodia di Dreams, uno dei pezzi più interessanti della raccolta per via del cantato potente di Hagar che si sposa con le tastiere di Eddie. Si continua con due ottimi pezzi, Summer Nights e Best Of Both Wordls, che riassumono in pieno la nuova ambizione dei VH, ossia un rock potente ma al contempo molto melodico, seguiti da Love Walks In, il pezzo più tranquillo del disco, che però non stona con il resto. La chiusura è affidata al buon riff di 5150, da cui l'album prende titolo, e purtroppo ad Inside, nella quale si nota una certa volontà di sperimentare, che però non giunge a buon fine e riesce solo ad annoiare e, nel mio caso, ad infastidire parecchio. Senza, l'album sarebbe sicuramente stato migliore, anche se si salva comunque la prestazione del vocalist.

Nel complesso quindi un ottimo album, degno successore di '1984' e che vede la nuova formazione integrarsi invero alla perfezione, e che non a caso sarà un successo commerciale.

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