Vangelis ha mostrato di essere un eclettico sperimentatore fin dagli esordi, con dischi come HypothesisThe Dragon Fais que ton rêve soit plus long que la nuit, molto diversi tra loro, ma accomunati dalla presenza di composizioni lunghe e di ascolto spesso ostico. Fa parzialmente eccezione la colonna sonora del film Sex Power, uscita nel 1970 come primo album del musicista greco. Qui prevalgono brani brevi (11 tracce senza titolo), in gran parte senza elementi particolarmente originali. Sulla carta, questo disco sembrerebbe più convenzionale degli altri. Tuttavia non è meno interessante, soprattutto per le sonorità.

Dopo una breve introduzione (poco più di un esercizio organistico di riscaldamento), il primo movimento presenta un tappeto di percussioni sinuose sul quale Vangelis stende lievi e maestose frasi pianistiche, suoni sintetici, effetti cosmici e cori morriconiani. Il secondo movimento è il tema principale, una delicata e malinconica melodia per chitarra, registrata tra false partenze, brusche interruzioni e rumori d'auto in sottofondo. Il resto della prima parte alterna brani percussionistici e riproposizioni del tema principale (con piano, mandolino sintetizzato e cori, e una variazione pianistica).

La seconda parte del disco, introdotta da percussioni con un sinistro assolo di flauto, è molto più drammatica e sperimentale. Vi troviamo l'unica composizione lunga (gli 8 minuti di percussioni del settimo movimento, forse eccessivi) e soprattutto un'ulteriore ripresa del tema principale, arricchito e approfondito da moog, percussioni e cori, con suoni innovativi che Vangelis avrebbe poi ripreso in seguito (questo brano ricorda molto, nelle atmosfere, la celebre Hymne). Nel nono movimento, in un inquietante sabba di percussioni, squittii e rumori si eleva un canto di donna accompagnato da organo, che sfocia nel main theme, riproposto in una fugace e aggraziata ripresa pianistica, a stemperare la tensione e a chiudere il disco.

In conclusione, "Sex Power", pur con i suoi limiti di originalità, è l'album più rappresentativo del primissimo Vangelis e quello più indicativo del percorso musicale che l'artista greco avrebbe imboccato negli anni a venire, un antipasto leggero ma sostanzioso delle magiche atmosfere che avrebbe creato.

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