Una colonna sonora regale per un film veramente imponente, un'opera musicale che volevo e che dovevo avere a tutti i costi e così, dopo averla cercata disperatamente per tutta Milano, ben sperante e fiduciosa la ordinai e attesi pazientemente per quasi quattro mesi. Il suo costo era esorbitante ma non volevo rinunciarvi perché sapevo che con grande soddisfazione, la mia scelta sarebbe stata calibrata e appagata, ed ora eccola qua, tra le mie mani come un libro aperto, le note scorrono… sulle righe d'immagini che si rimembrano nei meandri di fervidi pensieri, ricordi legati a questo capolavoro che tanto amo e stimo, un film che colpisce ogni mente desiderosa di scoprire il significato o d'immaginare cosa voleva comunicarci un genio come Kubrick, plasmando sugli schermi il testo letterario nato dal romanzo d'Arthur C. Clarke ("Dietro ogni uomo oggi vivente stanno trenta spettri, poiché questo è il rapporto con il quale i morti superano il numero dei vivi") accompagnato da una colonna sonora unica.
Musiche oniriche, per quel maestoso galoppo d'astronavi volte ad un futuro tecnologicamente avanzato, che danzano sulle note cristalline del Danubio blu (base orbitante -Luna), in quel passato dove la scienza e la fantascienza dovevano ancora correlarsi, e ci volevano anche melodie cupe e profonde "Adagio dal balletto Ghayaneh" (Discovery) e melodie di un più totale misticismo trimorfo "Atmosfera" (cancello delle stelle) "Requiem" (AMT-1 per soprano e mezzo soprano) e "Luce Eterna" (monolito vagante), e osannando quel minuto e 41° di "Così parlò Zarathustra" (titolo e sequenza finale) "The Dawn Of Man" l'alba dell'uomo, dove il nostro antenato, l'uomo-scimmia, scopre attraverso il lungo osso, ovvero "il prolungamento, l'estensione al futuro" un'arma di forza e di lotta per la sopravvivenza, un gesto impressionante d'ira progressiva ed istintiva, che scagliata nel cielo viene proiettata nel futuro dell'universo… È da brividi.
Un film catartico, illimitatamente simbolo primario di discussione e condivisione, anche in DeBaser e fuori da DeBaser, perché volutamente, nasce e si sviluppa con l'intento di dare un'interpretazione libera e soggettiva del suo ipotetico significato misterioso, che ruota su due oggetti fondamentalmente protagonisti, presumibilmente inanimati o effettivamente vivi, il gran monolite nero, messaggero di un Dio nascosto e l'occhio rosso di Hal 9000 e la sua voce così inquietanti, che precludono l'eterno emblema della vita stessa…
In questo viaggio mistico, ci sono passaggi d'immagini che sprofondano in un silenzio agghiacciante, dove né colloquio, né fruscii, né sottofondi, né melodie, sono percettibili a livello umano, ma semplicemente si espandono in una distesa infinita di solo silenzio siderale, e ci sono passaggi che magistralmente saranno intervallati da compatte esecuzioni immagine-musica-montaggio, direi degne di un vero e geniale fenomeno della natura.
Nel 1967, la colonna sonora fu affidata al compositore Alex North (già presente in Spartacus) ma un giorno, per quale ben preciso motivo ancora oggi sconosciuto, Kubrick più opportunamente o meglio, pretestuosamente volle servirsi solo ed esclusivamente di una maestosa musica classica, che poteva essere l'unica straordinaria forma, per accompagnare le spettacolari ed emozionanti immagini legate ad un viaggio cosmico-vitale, a tutti noi ormai noto. Nessuno avrebbe potuto creare ciò che lui voleva veramente e quindi si domandò, ma chi meglio può offrirmi tutto questo se non dei capolavori originali già esisitenti, dei più grandi maestri sinfonici di tutta la storia?
La scelta finale di Kubrick fu lungamente criticata dai collaboratori esterni, che poi al cospetto di cotanta bellezza, dovettero redimersi e ricredersi, mentre esterrefatto e incredulo, North dovette tornare a casa con la sua partitura e incassando un colpo basso senza averne mai una plausibile spiegazione logica; così quella che doveva essere la colonna originale, fu chiusa in un cassetto per ben 25 anni fino al momento in cui, esattamente nel 1993, grazie al compositore Jerry Goldsmith, si diede il via alla registrazione con la National Philarmonic Orchestra, e su concessione legale arrivò anche la pubblicazione a titolo "Alex North's 2001". North morì nel 1991 sapendo che finalmente il suo progetto sarebbe stato realizzato, ma concedendosi la grande soddisfazione che lo aveva giustamente tormentato per ben 25 anni (una reale odissea la sua no?) e che poi verrà ben ripagata con altrettanti riconoscimenti.
Tornando all'opera originale e che accompagnerà definitivamente la pellicola, si concentra fondamentalmente sui quattro Maestri e punti cardinali della struttura sonora, Aram Khachaturian "Gayane Ballet Sulte" - Gyorgy Ligeti " Atmospheres" "Lux Aeterna" "Requiem" "Adventure" - Richard Strauss "Also Sprach Zarathustra" - Johann Strauss "The Blue Danube" e direi ancora più paralizzante è l'emblematica traccia conclusiva presente in tutte due le Opere musicali, in pratica i 9 minuti e 41° in madre lingua, dell'originale dialogo di Hal 9000 sul punto di morte.
"Hal 9000: David? Per quel difetto nell'elemento AE35, in tutta franchezza, io non mi preoccuperei tanto, voi avete deciso di scollegarmi, io purtroppo non posso permettere che questo accada. Ho letto il movimento delle vostre labbra. Questa conversazione non può avere più alcuno scopo, addio. Dimmi, che intenzioni hai David? credo di avere diritto ad una risposta alla mia domanda. So che qualcosa in me non ha funzionato bene. Ma ora posso assicurarti, che tutto andrà bene. Ho ancora la massima fiducia in questa missione… e voglio aiutarti. David fermati, ti prego!. Vuoi fermati David? Ho paura. Ho paura David. La mia mente se ne va. Lo sento… la mia mente svanisce… lo sento. Signori, io sono un elaboratore Hal 9000 entrai in funzione nelle officine H.A.L. dell'Illinois, il 12 gennaio 1992. Il mio istruttore mi insegnò anche a cantare una vecchia filastrocca che si chiama "giro giro tondo". Posso cantarvela, se volete, ma sto morendo… David? David!".
Una totale, imparagonabile elevata complessità artistica sotto ogni punto di vista, che lascerà eternamente nel mondo della celluloide e della musica, lo strascico del mistero e dell'incredulità umana.
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