Di solito sono un po' restio ad ascoltare i tributi. Stavolta però il fatto che ventuno esponenti della scena underground italiana abbiano deciso di riunirsi per tributare un omaggio ad uno degli artisti italiani secondo me più interessanti degli ultimi venticinque anni mi ha di molto incuriosito. Mi sono predisposto all'ascolto con qualche riserva di troppo. Sì perchè quello che si ascolta in questo doppio CD è una piacevole sorpresa, pur con qualche piccolo sbalzo di qualità.
Iniziano i Krisma con una buona versione di "Australia", pezzo che era apparso sull'album "Fuori per sempre" del 1995. Angelo Bellandi e i Derivando (che incidono per la Discipline, la casa discografica personale di Garbo), si propongono con "On the radio", un brano d'atmosfera che appariva sul primo album di Garbo, "A Berlino... va bene" del 1981. Un po' troppo computerizzata, per i miei gusti, la versione che Madaski (Africa Unite) dà di "Radioclima", mentre bella e sentita è "Cose veloci" riproposta da Ottodix. La versione di "A Berlino... va bene" di Boosta è la stessa che appare sull'album "Iconoclash", in cui il tastierista dei Subsonica riproponeva brani elettropop italiani degli anni '80. "Io e te" è un pezzo preso dall'album "Blu" del 2002 e qui è ripreso dai Jetlag con un interessante arrangiamento con arpa e triangolo. "Danse une nuit ainsi" da parte dei N.A.M.B. rimanda un po' a certo "noise" all'Afterhours, mentre "Forse" è un brano che Lele Battista rende molto bene con un arrangiamento morbido e d'atmosfera. "La/La/La" è una canzone che Gionata rende con una intro dove echeggia clamorosamente "The passenger" di Iggy Pop. "How do I get to Mars?" era uno di quei pezzi apparsi sullo strano ma affascinante album "Up the line" dove Garbo si faceva accompagnare dalla stesura di alcuni testi di Isabella Santacroce, Tommaso Labranca, Niccolò Ammanniti, Aldo Nove ed altri esponenti del "Nevroromanticismo". Qui il pezzo è interpretato dagli Styloo e da (udite, udite, chi si risente!) Valerie Dore (qualcuno si ricorda "Get closer" e "Romantic dance"?).
Molto bella anche la versione de "Il fiume" di Andy (Subsonica) che chiude il CD nero. Il CD bianco si apre invece con Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi dei Baustelle che vanno a interpretare una B-side del singolo "Un bacio falso": anche questo pezzo ("Un graffio") è reso in modo sentito e partecipato.
Gli Anarcord sono in tracklist con una versione techno di "Troppe cose", mentre poi arriva uno dei picchi del tributo con Mauro Ermanno Giovanardi che canta un brano che sembra ritagliato apposta per lui, cioè "Generazione". I Soerba si sono riformati per l'occasione e rendono una buona versione di "Dance citadine" (strano che i pezzi di "Scortati" siano tutti sullo stesso CD, coincidenza?). Poi c'è il pezzo che mi colpisce meno, cioè "Up the line" con Zu & Meg, francamente non mi sembra nulla di che, mentre ottima è la versione di "Vorrei regnare" fatta dagli Xelius Project, che inizia con un cantato in tedesco e che va verso un suono molto "industriale". Marco Notari è un interessante esponente dell'indie rock italiano che qui riprende "Un bacio falso", poi è il turno dei Lombroso a rifare in modo molto personalizzato "Due foglie di settembre" che qui diventa un interessante pezzo rock ( in realtà l'originale altro non è che la cover italiana di "Eyes without a face" di Billy Idol, mentre Alessandro Zannier e Georgeanne Kalweit (Delta V) ripescano "Grandi giorni" con un'altra buona versione. Gli stessi Delta V chiudono poi il tributo con "Quanti anni hai?".
I Delta V chiudono il tributo, ma Garbo poi lo riapre, perchè, come lo stesso Garbo scrive nelle note di copertina, "...Quando sono stato messo al corrente di quello che stava accadendo riguardo questo progetto ho provato sentimenti forti e diversi tra loro. Da una parte stupore... in fondo non sono mai stato un idolo da classifica o un classico cantautore per tante generazioni... viceversa ho provato anche gratificazione e piacere nel sapere che tanti artisti si stavano occupando di qualcosa che avevo e ho disseminato nell'etere in tutti questi anni..." Così lo stesso Garbo decide di regalare a questo tributo tre piccole gemme nascoste del suo repertorio, e cioè la sua personale interpretazione di "Comme d'habitude" (l'originale versione di "My way"), con solo voce e pianoforte, una nuova versione elettro-acustica del brano "Garbo" (l'originale era in "GialloElettrico") e un demo del 1999 che si intitola "E non so perchè".
Per chiudere c'è da dire che nessuno di questi artisti è su questo tributo tanto per fare presenza, ma solo per fare un bello e sentito omaggio a un musicista che tutti loro rispettano e amano. Bravi!
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