Da bravo rocker con trascorsi da metallaro (semi)oltranzista sono cresciuto con una particolare diffidenza verso quella che viene definita musica elettronica. Niente strumentazione, ma solo pulsanti da premere per fare rumori, musica fredda, canzoni ripetitive e monotone; per non parlare della qualitá della dance/house di ennesima (Con n tendenta all´infinito') categoria fatta con lo stampino che mi toccava sorbire in molte delle mie peregrinazioni alcooliche con amici e conoscenti che erano diventati per me un´evidente prova della pochezza del (macro)genere in questione.
Ovviamente la realtá non é proprio cosí e maturando musicalmente, con l´aumentare degli ascolti ho imparato ad apprezzare anche sonoritá che si allontanavano dal rock piú canonico e mi sono avvicinato ai gruppi pionieri e fondamentali del genere (Krafwerk, Suicide, Schulze, etc). Nonostante ció l´elettronica é rimasta sempre un genere per me "secondario" rispetto alle varie derivazioni del rock che invece ho sempre amato sviscerare ed approfondire, tant´é che di recente mi sono accorto di non avere praticamente un´idea di come si sia evoluto il genere di recente, a parte rare eccezioni (Daft Punk, Fennesz, Aphex Twin e pochi altri).
Occorreva dunque porre rimedio a questa mia lacuna e curiosando un po´ sulla rete ho sentito piú volte nominare questa etichetta newyorkese, la DFA, impegnata nella raccolta delle realtá piú interessanti nell´underground della grande mela, specializzata in quello che scopro essere definito come electropunk/electroclash; ovvero una miscuglio tra new-wave, punk e appunto elettronica.
Questa seconda raccolta di ben 3 cd (ordinabile da quel che so solo sul sito) offre una buona panoramica su quel che offre l´etichetta e ha prodotto sul sottoscritto, nella sua ignoranza, un´ottima impressione. Atmosfere oscure ed ipnotiche, sperimentazioni e ampia gamma di influenze (si spazia dal funk al noise/industrial), insomma un calderone ribollente che almeno in me riesce a rievocare perfettamente l´atmosfera da piccolo club in una grande metropoli a ballare al buio e possibilmente strafatti.
Trattasi quindi di un ottima introduzione all´elettronica "intelligente/alternativa" (quasi) contemporanea (data di uscita 2004) per chi volesse avvicinarsi a queste sonoritá, ma credo che anche gli apassionati possano senza timore rischiare un orecchio ed eventualmente scoprire qualche nuova realtá interessante.
Carico i commenti... con calma