Dissonanze è un evento organizzato a Roma a partire dall'anno 2000. In questi cinque anni questo festival è riuscito a presentare in una città un po' povera di cultura legata al mondo dell'elettronica artisti di grande calibro quali sono ad esempio Underworld, Miss Kittin o Swayzak. Quest'anno l'evento si è spalmato in tre giorni, da giovedi 19 a sabato 21, ed ha coinvolto artisti ben noti agli appassionati della club culture... ma procediamo con calma e analizziamo giorno per giorno questo festival che si è concluso poche ore fa al Palazzo dei Congressi dell'EUR. Purtroppo la mia partecipazione al festival è stata parziale e i giudizi che seguono sono OVVIAMENTE relativi solo alle serate nelle quali sono stato presente.
La prima serata ha come cornice il Goa, uno dei locali decisamente più all'avanguardia di tutta Italia. Tanto per capirci questo locale ha ospitato da Kruder&Dorfmeister a Timo Maas, passando per Deep Dish e Sven Vath...non ci potrebbe essere quindi inizio migliore. I protagonisti della serata sono Nathan Fake e James Holden, direttamente dall'inghilterra e per la prima volta in Italia. Il primo, ventiduenne, si è esibito in un live set piuttosto trascinante, anche se leggermente monotono. I suoni sono spinti e decisamente minimali... forse, anzi decisamente, un pò esagerati. Il ragazzo suona un'oretta e mezza buona per poi lasciare il campo al suo compagno. Holden si esibisce in un dj set, durato circa 2ore, che propone suoni più ballabili ma non per questo meno spinti o minimali. Anzi.
Il giorno seguente, venerdi 20 maggio, il festival cambia location e si sposta al palazzo dei congressi dell'EUR, adibito a regola d'arte. Sulla terrazza si alternano diversi dj in consolle,accompagnati da una spettacolare cornice di luci. Nella sala principale invece, all'interno del palazzo, sono stati montati diversi maxischermi oltre a dei monitor al plasma che circondano il perimetro della sala... il tutto è ben organizzato, dunque. Gli ospiti principali della serata sono Richie Hawtin e Ricardo Villalobos. Del primo, noto anche come Plastikman, potete trovare anche una recensione su questo sito... il secondo è invece uno dei dj e produttori più affermati in questo ambiente. La particolarità del dj set è nel back to back che vedrà coinvolti i due.. in poche parole faranno un disco per uno, il che non è poi del tutto positivo se si pensa che un vero dj set vede chi sta in consolle effettuare un percorso musicale ben pensato. Con questo metodo ciò non sarà possibile. I suoni sono ricercati e minimali, decisamente vicini alla techno... e il pubblico dimostra di saper apprezzare l'offerta dei due djs.
La terza serata, quella principale, si svolge sempre al palazzo dei congressi e si svolge, oltre che nell'arco della nottata, a partire dalle ore 8 di sera.
Fino alle 11 il divertimento, se così lo si può chiamare, è sulla terrazza.. dove si alternano diversi djs accompagnati dai soliti spettacolari effetti luce.
A mezzanotte apre la sala principale: stasera gli ospiti sono Karl Bartos (si, proprio quello dei kraftwerk) e Tiga. Karl si fà attendere fino all'una (l'inizio previsto era per mezzanotte).. e suona solamente un ora. Il sound è quello dei kraftwerk, indiscutibile... ma il tutto rende decisamente poco. Fortunatamente a rianimare le circa cinquemila persone accorse all'evento ci pensa Giancarlino, resident dj del sopracitato Goa, che ha il compito di colmare lo spazio lasciato tra i due ospiti principali. Lo fan suonare poco ma si il buon vecchio Gianca si fà apprezzare lo stesso. Dopo una mezzoretta sale in consolle Tiga, il vero ospite della serata. Egli si discosta dal sound proposto nelle due serate precedenti e propone tracce molto più aperte e ballabili. Il pubblico si esalta e la situazione diventa divertentissima. Tiga intanto ha instaurato un perfetto clima con il pubblico, che segue ogni attacco con trepidazione. La musica continua fino alle 5.. e quando Tiga saluta tutti e si riaccendono le luci le cinquemila persone, ancora tutte presenti, fischiano. Vogliono ballare ancora. Il 34enne canadese dà una lezione di stile: gioca col pubblico, fa ballare migliaia di persone e dà una diversa interpretazione della musica elettronica rispetto agli artisti che lo han preceduto nelle altre serate del festival. Estremamente positivo.
Dissonanze finisce qui e si lascia dietro sicuramente dei bei ricordi. La proposta musicale è stata ampia e l'organizzazione perfetta. Finalmente un evento di questo calibro a Roma. Se il voto non rispecchia il mio entusiasmo è solo per la delusione dell'esibizione di Bartos e per i suoni un po' troppo eccessivi proposti nella serata di venerdi, che comunque è stata molto interessante. Aspettiamo il prossimo anno!
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