Domanda #Uàn:"Come si figura l'etica di un sé chè è per definizione ambivalente e che, inoltre, deve entrare in contatto in ogni relazione sociale con la formazione psichica (NO Mr. Psychopompe relationscippes) ambivalente degli altri ?". Detta in $oldoni: "Non Le pare chè se l'etica deve essere pensata in riferimento ai paradossi e all'ambivalenza della condizione umana, virgola, qualsiasi concetto naturale del sé sottragga necessariamente la stessa condizione umana dalla sfera dell'etica ?"

[PRECISATZIONEM: la presente de-pagina, così come tutte quelle attinenti le improbabili Faiv Domands, è iniziativa (non a cura dell'Anicagis) ESCLUSIVA e ASSOLUTA della mononeuronica mente dello sfasciascritto; i cortesi Editors e l'integrale Staff DeBaserico non v'entrano alcunchè.]

Passiamo orsù ad anal/izzare le [+ e/o -] interessanti replique fòrnite dai (davvero) cortesi De-Utenti (dalla A alla ELLE):

Monsieur A. sostenne: "C'è un aria virtuale di libertà e di informalità in questo posto che non si respira in nessun altro sito di questo genere, l'informalità è però una brutta bestia perchè presuppone che la gente si sappia porre un limite da sola. Questo sito persegue l'ideale più bello e difficile del mondo, una convivenza anarchica auto-regolantesi, difficile soprattutto in un periodo in cui l'etica è in grave affanno più o meno come Petacchi sull'Izoard.Risultato di questa spero non troppo sconnessa peregrinazione mentale?? Forse il punto sarebbe, lasciando campo libero dalla parte degli "spettatori" - commentatori, dare dei requisiti minimi per la pubblicazione. L'italiano, il contenuto, un minimo di serietà. Basterebbe dirlo, senza agire con vessazioni, o rimbalzi. Non so se mi spiego? (....) Questo manca: un rapporto anche con gli Editors, il modo di pubblicazione senza contatti diretti, il dialogo con nessuno, non invita a cercare di inviare recensioni migliori, uno invia così in modo asettico, senza un feedback da parte del sito, e si sente un po' autorizzato a inviare frivolezze, avere il suo spazio per dire una cazzata come un altra, sans souci, a cuor leggero."

Messer A.M. said: "Potrei proporle un semplice straniamento Schulziano, per mezzo del microcosmo infantile dal suddetto creato, in quanto reiterazione rituale delle situazioni-tipo, di esperienza comune, garante insieme epistemico e semiotico, come direbbe Simona Bassano Di Tufillo. è nella condizione umana ricercare il palladio della sicurezza in una coperta? è sicuramente umano. Ma è etico riporre la propria serenità in una coperta? Lascio la parola a Lei, esimio."

Mister A_d afferma: "Sinceramente qualsiasi concetto naturale del sè è talmente demodé che un suo accostamento a qualsiasi sfera provocherebbe evidente figura di merda; è un po' come Nicola Di Bari, a prova di revisionismi o ripescaggi vintage."

Madame B. dit: "Non ci ho capito una beata mazza, ma quello che posso dirLe sulla mia etica personale, è che io sono del tutto Amorale."

Signor B. sentenzia: "Lo chieda a Prodi, di certo farà una seduta spiritica e saprà darle la risposta giusta. Spero non dica Gradoli."

Garçon B. sostenne: "La possibilità di far scrivere tutto a tutti. Rileggendo alcune mie vecchie recensioni (si parla del periodo fra fine settembre/inizio ottobre 2006) mi sono sentito morire di vergogna. Castronerie infilate con nonchalance un po' dovunque, risposte molto arroganti, atteggiamenti un po' ambigui che, in realtà, erano solo inesperti e un po' sciocchi. Se fossi stato in voi, non avrei personalmente dato la possibilità a me stesso (che retorico :-D) di uscire nella homepage con quelle robe che chiamate recensioni e che, in realtà, erano picocli pensierini scritti assai male. Tutt'ora ci sono "recensori", il più presumibilmente fake o troll, ma ci sono anche, ahimè, persone che sono così realmente (:§), che se ne escono con degli scritti pessimi, sgrammaticati, volutamente provocatori, totalmente sballati dal punto di vista storico/musicale (Ex: I Nirvana nel 1981 diedero alle stampe quel capolavoro folk di "Killers"). Bisognerebbe quantomeno fare una cernita da questo punto di vista. C'è la spassosissima sezione dedicata ai casi letterari: usiamola, allora! :-D "

Sor C.H. bofonchiò: "Mai pensato che l'Etica sia accostabile alla condizione umana pensata dal singolo individuo, l'uomo (come unita') e', a mio avviso, assolutamente a-etico (si puo' dire?perche' non voglio dire antietico ma proprio a-etico..vi e' differenza) non parliamo della morale, quella e' proprio un'invenzione di qualche clerico buontempone, va da se' che essendo animale sociale e in qualche caso pensante, i piu' sensibili hanno cercato di trovare delle intermediazioni comunitarie, l'etica e' una di queste."

L'esimio C.D.C.U. esternò: "Al vero non saprei cosa rispondere. Qualsiasi cosa potrei dire sarebbe sicuramente una cazza, indi non all'altezza dell'altisonante quesito posto".

Mademoiselle C. scrisse: "Mizzica o come scrive il t9 del mio nokia minciga!"

Dott. D.G. certificò: "La questione da lei sollevata riguardo all'etica solleva una questione centrale nello sviluppo di tutta la filosofia occidentale. Lungi da me tentare di dare una risposta valida all'annoso quesito. Mi limiterò a constatare da un lato l'ineluttabile dualismo da lei giustamente messo in evidenza e dall'altra a suggerire la risposta Hegeliana a tale problematica. Tale risoluzione, per quanto non definitiva ed asaustiva nei suoi sviluppi, sposta la prospettiva in maniera interessante fornendo nuovi spunti di sviluppo e disincagliando la discussione dallo scomodo e all'apparenza insormontabile scoglio cartesiano rappresentato dalla dualità della natura umana (res cogitans res extensa). In particolare mi permetto di richiamare l'attenzione sulle dissertazioni socio politiche del filosofo Hegel proprio nei riguardi dell'origine della morale e dello stato, ed in particolare nelle gerarchie di tale rapporto. La visione Storica del filosofo forse potrà fornire nuove vie di risoluzione alle sue stimolanti questioni. Nella configurazione dello Spirito individuare nell'io un qualunque elemento estraneo a se è cosa assai sciocca. Tantomeno considerare l'etica un oggetto esterno all'io stesso e quindi allo Spirito. Il dualismo da lei evidenziato allora altro non si configura se non come un momento fenomenologico di valore relativo se considerato nell'ottica Hegeliana. Dunque l'etica come frutto della visione Storica altro non risulterà se non un momento figlio del proprio tempo come del resto ogni manifestazione dell'io non potrà che essere ricondotta come momento se messa in relazione con lo Spirito autocosciente ritornato in se."

Lord D.I.A. comunicò: "Non intendo rispondere alle domande - pur trovandole io interessanti - dato che ritengo quest'iniziativa di importanza minore rispetto a quiei cambiamenti nel sito che sarebbero necessari e che continuano a non arrivare, nonostante siano stati richiesti da molti più e più volte."

Compare E.C. estroflesse: "Non saprei se davvero accettare la definizione "concetto naturale" riguardo al sè..rispondendole in soldoni direi che il sè in quanto tale nasce IN e CON l'etica, in termini socio culturali, e che dunque la risposta alla sua domanda sia no... questo con le ovvie limitazioni che una risposta sostanzialmente legata ad un preciso paradigma di riferimento come la mia si porta."

Dirimpettaio E.T.D. eruttò: "E chi ha mai detto che l'etica non può essere paradossale? Riflettici, bambacione."

I numerosi F4 affermarono: "Se la mail ce la rimandi in italiano magari ti rispondiamo."

Sir F. spiattellò: "Il mio umile intelletto mi suggerisce che l'ambivalenza è presente sia nella real-condizione umana che nel deb-contesto, sebbene qui gli intrecci delle relazioni sociali siano complicati da fattori inerenti il web-world, e sti kazzi".

Un secondo Sir F. lapidò: "Se intende sostanzialmente il relativismo etico ha pienamente ragione. altrimenti, no."

Miss F.Y. rantolò: "Nel Medio Evo saresti stato un ottimo giullare di corte... non è un'offesa eh, se non erano arguti e svegli facevano una brutta fine poi!"

Senor G.U.K narrò: "Penso di no. Se ad ogni cambiamento della condizione umana dovessero corrispondere dei cambiamenti nella sfera dell'etica, qualsiasi discorso legato alla mutabilità dei riferimenti etici nell'ambito degli aggregati sociali perderebbe intrinsecamente di senso, svuotato dalle "circostanze" che l'hanno definito. A prescindere dal fatto che la via sia di tipo caotico o causale. Ad ogni mutamento dovrebbero cambiare infatti i riferimenti, e non si avrebbe nulla di certo forse neanche a livello delle molecole. Non dico che ciò sia importante o abbia un qualche valore pregiudiziale, dico soltanto che è così. Ci troveremmo in una situazione di impasse totale, di immobilità cronica dei concetti di tempo e azione."

Ragazzo G. estrinsecò: "Certo! Aggiungerei anche un: emmecojoni! Io credo di si. Ovvero, se fosse vero il tuo incipit allora l'etica di cui in questione non sarebbe in grado di esprimere se stessa nell'ambito di una arguiscenza che si può considerare in se stessa sopravvivente. Per il resto è anche vero il contrario se partiamo da premesse che vengano poi negate dall'io che gli altri si rappresentino in loro stessi."

Il togato G.W. appellò: "La Procura ha dato incarico ai Ris di Parma di analizzare dettagliatamente tutti gli elementi riscontrati nelle sue domande, per consentire una risposta altrettanto efficace. Nell'attesa dei risultati che serviranno a confermare il quadro accusatorio, Le devo ricordare di non mangiare carne di vacca proveniente dai paesi anglosassoni, veicolo sicuro per la contrazione del morbo della mucca pazza, così come non acquistare volatili provenienti dalla Cina, affetti da aviaria."

L'intero Sindacato per voce di G.E. picchettò: "Prendendo spunto dal film che i miei tesserati oltranzist-cattolici mi hanno fatto vedere ieri nell'aula magna della sede centrale del sindacato, ossia "La passione" di Braveheart, ehm... di Mel Gibson, in verità ti dico che secondo G. E. il moto ascendente della iperbole volta alla significazione di una verità superiore, mistificamente indirizzata alla salvazione dell'etica umana, deve essere inteso quale assunto per realizzare pienamente la propria dimensione interna affinchè questa possa raggiungere, non senza ambivalenza, il karma della perfezione divina."

Il magnaqaulo H. emise: "EHHH???"

Il cavallerizzo H.P. cavalcò: "DRAMMATICO QUESITO AL QUALE RISPONDO CON LA CONSTATAZIONE DEL FALLIMENTO DI OGNI REGOLA ETICA AL COSPETTO DELLE SPECIFICHE SINGOLARITA'. OVVERO LASCIAMO AI POST GLI INSULTI CHI SE NE FREGA?"

Il lapidario H.B. regalò: "Ritengo che la configurazione dell'etica del sé, posta la sua insopprimibile ambivalenza, ed estensivamente l'ambivalenza dell'Uomo, poggi su due elementi problematici: I la discrepanza tra il sé ideale e il sé imperativo, che generalmente (secondo recenti studi statistico-sociologici) correla in modo significativo con le scale della depressione, intesa in termini probabilistici, il chè poi può anche essere inteso come uno dei centri nevralgici della Società Contemporanea l'iper comunicazione inconsapevole del suo carattere fittizio di non-comunicazione ma di "narcisisitica" messa in scena della propria stessa proiezione digitale diverrebbe una parziale soluzione di tipo sedazionistico al problema. II La strutturazione necessariamente complessa del sé, sotto la pesantezza di un'imperativo normativo e le infinite pseudo-attrattive alternative diviene iper-complessa, ma causa il sentimento di zeigteist diffuso da iper-complessa diviene iper-compressa. Tutto ciò conduce ad un sé fintamente complesso, dotato quindi di una maggiore vulnerabilità e fragilità che spiegherebbero in parte la difficoltà individuabile nelle prevalenti forme di interazione: la scarsa meta-cognizione della propria scarsa complessità, conduce ad una linearizzazione degli scambi verbali (scritti), una sorta di implosione adattiva dei solidi complessi icosaedrico-piramidali e quant'altro, o curve quantiche o coniche che "degenerano" in ellissi prive di fuochi, rette, e punti.Abbastanza: in primo luogo non dimentichiamoci che gli ambienti virtuali (dai VirtualGardens, ai vari MySpace, etc) per l'orizzontalità dell'accesso (non vi sono più "filtri" gerarchizzanti) racchiude un universo sempre meno demarcabile nella sua fisionomia; nella compulsione pseudo-comunicativa, oltre a perdere di vista la consapevolezza della propria stessa ambivalenza, e quindi di quella altrui, questa sottrazione però da fisiologica diviene (potenzialmente) distruttiva: non tutta la condizione umana si costruisce attorno a paradossi e ben altra cosa è l'ambivalenza, che è fonte di arricchimento di qualcosa che pensato/comunicato può quindi essere sottratto, ma dal momento che l'evoluzione del sé non passando attraverso tale imprescindibile cardine di auto-consapevolezza, l'assenza della sorgente dell'ambivalenza renderà arido il bacino idroelettrico in quanto inariditi ne sono gli affluenti: il conseguente black-out è un fenomeno piuttosto frequente."

Doctor J_ baluginò: "Ringrazio il mister per avermi dato l'opportunità di giocare e dedico il gol a quelli che hanno sempre creduto in me."

Kid K. rovinò: "La mia condizione sociale di cyberpersonaggio è strettamente legata a quella di normale essere vivente, per non far condizionare e/o far entrare in conflitto queste due personalità dominanti ho preferito astenermi dallo scrivere e comunicare con gli altri utenti. La mia astensione era solo perchè in ambito recensivo musicale ho scritto abbastanza di tutto e come non mai so con certezza che molte persone ne sanno a quintali in più di me."

Sig. L. ci dice: "Se la prima domanda consiste semplicemente nel doversi autenticare prima di fare un commento, dico di si, in fondo ognuno di noi è ciò che è, già sufficientemente nascosto da un nomignolo, penso possa bastare. La vecchia impaginazione (quella dello scorso anno) era (anche se più brutta) più funzionale, le gradite erano al lato, rapide da utilizzare, più veloci da valutare e guardare. Le recensioni dei film non le ho mai lette, e come me un bel po' di persone ma i dati li avete voi e non io, solo inutile dispersione. Molti dei miei amici scrivono meno, sapete chi sono basta guardare i commenti. La qualità delle recensioni è scesa moltissimo, probabilmente i dischi più storici sono stati già tutti più che recensiti, e quelli nuovi vengono per lo più massacrati. Il fascino globale tuttavia non è ancora del tutto venuto via. C'è stato un lungo periodo in cui i commenti stupidi hanno soverchiato quelli più idonei, un po' come lo spam nelle mail, forse una persona che facesse un minimo di pulizia avrebbe giovato al sito e ciò avrebbe facilitato la lettura. Lo stile generale va rivisto perchè ora disponete di un database piuttosto serio e giocarvelo male sarebbe un vero peccato. Ho notato una notevole diminuizione di link a debaser che fino all'anno scorso concorreva seriamente con altri siti.La mia critica non è assolutamente distruttiva, vi voglio bene e continuerò a frequentare assiduamente il sito, ed anche a scrivere come potrò (vostro malgrado), le mie erano solo osservazioni fatte ad amici, senza malanimo."

Infermiera L. iniettò: "Devi sentirti molto solo sfascia... Ma non ti preoccupare: ci sono qua io pronta a cagarti e a cercare di limitare i tuoi problemi psichici!;). Stronzate di bonismo a parte, se il problema è come mi relaziono al mio alter-ego internettiano e a quello degli altri, allora il problema non esiste. Che sia per essere quello che vorremmo essere nella vita "reale" ma non riusciamo, che siamo noi stessi o un lato celato del nostro carattere... chissenefrega!! Ho provato a prendere la cosa come un gioco, è molto probabile che il gioco ogni tanto mi scazzi ed io stia lontana da internet per mesi e mesi, ma cmq in linea di massima funziona. Si conoscono persone nuove, nascono amicizie belle (per quanto finte)... basta prendere la cosa così come viene e poche seghe! Forse la tua domanda non era questa (ma penso che nessuno abbia capito quello che volessi dire...e la cosa era assolutamente voluta, certo!), cmq mi è preso il brillo di scrivere ste due minchiate spero che possano farti piacere o che ti facciano suicidare o annoiare da morire... it doesn't matter!!"

(to be continued..)

[definitely.. maybe]

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