Si è un po' combattuti di fronte alle cover. Certe ti dici al primo ascolto: Ma fa cacare! Poi però le apprezzi, ma sai che è sempre merito degli originali. E' così con i Depche Mode. Questo Cd contiene solo alcune delle infinite cover dei Depeche Mode mai realizzate. Non sono le più belle, alcune potevano essere evitate certo sono tutte significative, e ti prendono, sia se segui i Depeche Mode, ma anche se non li conosci, perché sono cover totalmente rivisitate. Quindi tutto sommato è un album da ascoltare.

Passando all'analisi delle singole canzoni (non vi voglio tediare con altre astrazioni riguardo alle cover), vi dico che:
- la migliore è "Never Let Me Down Again" di Smashing Pumpkins, che la reinterpretano in modo magistrale, questi ragazzi da anni sulla cresta dell'onda, tra cui il cantante ha una voce soffusa e stupenda che ricrea il pezzo Depeche in un'atmosfera punk-psichedelica.
- bella "Fly On The Windscreen" di God lives undrwater, unico difetto: troppo fedele all'originale per essere una cover, è comunque una lieve rivisitazione moderna del gran pezzo dell'86.
- in rilievo è la "World In My Eyes" rifatta dai grandi Cure, che amano molto i Depeche Mode, ma che la schizzano un po' troppo.
- alleggerite e rese più pallose delle belle originali, ma comunque ascoltabili sono "Somebody" di Veruca Salt, "Shake The Disease" minimalizzata da Hooverphonic, e "Waiting For The Night" interpretata soavemente dalla voce femminile dei Rabbit in the Moon
- "Everything Counts" proposta dai Meat Beat Manifesto è carina, ma non si sono sforzati molto, lasciando voce all'elettronica e all'infantilità, per un pezzo che non ha ancora trovato una valida cover, forse perchè inimitabile.
- Belle e rifatte in modo rock sono "To Have And To Hold" (Deftones) e "Black Celebration" (Monster Magnet).
- pessima "Monument" fattta dai Gus Gus.
- stupenda, ma semplice nei contenuti "I Feel You" di Apollo 440, riproposta in chiave rock all'americana, molto trascinato. Da ascoltare
- chiude il quadretto la splendida "Stripped" rifatta dai Rammstein, che ti incuriosisce non poco, per quel vocione da paura, quell'Industrial Metal di cui i tedeschi sono maestri. Certo, chi è abituato alla dolcezza di "Stripped", forse vomita, ma bisogna apprezzarla, perché c'è lavoro da parte dei Rammstein.

Insomma, cover fatte con passione, molte riuscite bene, e niente più. Da ascoltare però, così come tutte le cover, anche non presenti qui.
Voto 3. Con lode a Smashing Pumpkins (un gruppo che "suona").

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