In tempi in cui le cosiddette "indies" si divertivano ad osare, lontane anni luce dallo spauracchio del file sharing, la label italiana Fridge rilasciava quest'interessante compilation. Scopo dell'operazione unire in un unico disco artisti italiani e stranieri che in un modo o nell'altro si fossero sporcati le mani con l'elettronica.
Va da sé che di generi musicali all'interno ce ne sono svariati, ma questo di certo non sminuisce il valore di questa raccolta compilata da Mauro Teo Teardo, stoico alfiere dell'industrial italico.
La copertina di chiara ispirazione Pulp raffigura un giovane che sotto il giogo di una mosca mutante tortura sadicamente degli atterriti e ciclopici maialini celesti.
Fatta eccezione per un intro (giustamente?) non-sense troviamo come seconda traccia gli Here, progetto elettronico dello stesso Teardo con J.F. Coleman (Cop Shot Cop) featuring Lydia Lunch, la sacerdotessa della No Wave niuiorchese che dà la sua benedizione al progetto. "Drunken thoughts" è sicuramente tra le cartucce migliori di questo cd e si muove tra trip-hop e industrial, un bel beat dal sapore abstract-jazz opportunamente ipercompresso fa da contraltare alla voce della Lunch.
Subito dopo troviamo i Phylr dello stesso Coleman che ci dice la sua dal pianeta drum & bass, mentre i texani Chrome Cranks (dalle ceneri dei Pussy Galore) rallentano il tempo e ci offrono in pasto una bassa fedeltà rumorosa e ammorbata dal tapedelay.
Non potevano mancare i Meathead, band industrial-rock di Teo Teardo con un bel remix in salsa Techno Metal.
Con gli Homo Vibro si torna nuovamente in ambienti trip-hop/downtempo e ci incuriosisce il titolo di questa lunga suite strumentale "Birdie does the watching".
E arriviamo ai PigFace l'ambizioso progetto di Martin Atkins (ex Pil) fondatore della Invisible Records. "Sick as Fuck" è un funk ad alto amperaggio, batteria in mid-tempo, bassi sleppati qua e la e voci trattate col campionatore. Questa versione remixata da Michael Lawder è molto vecchia scuola, epperciò piace.
"Ich habe..." dei milanesi Debord chiude le danze dignitosamente.
Per dovere di cronaca, si segnala anche la presenza di un outro bello delirante, di una dozzina di fake tracks e di una traccia fantasma per riempire un po'...
A ben vedere tutta la scaletta così com'è messa in sequenza potrebbe benissimo essere la colonna sonora ideale per una session di sevizie senza fine.
Parafrasando la serie di compilation rilasciate regolarmente dalla Fridge (AA.VV. Soniche Avventure) questo sampler avrebbe potuto tranquillamente essere battezzato "Soniche Torture", ma vista l'unicità (in tutti i sensi) dell'operazione ci sta bene così com'è.
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