Ho aspettato un pò di tempo per spedire questa recensione perchè speravo la facesse qualcun'altro: non per qualche motivo in particolare ma perchè mi son già occupato del singolo-traino a questa raccolta e non volevo rubar troppo spazio sulla questione. Poi visto che son già passati quasi 20 giorni ho deciso di postarla...
Penso che conosciate tutti l'oggetto di cui sto parlando ma brevemente, per chi non ne fosse a conoscenza,"Il Pease è reale" è una compilation di musica italiana (ma non esclusivamente italofona) che vede ospiti 21 realtà (per 19 canzoni) del panorama non mainstream (non uso il termine "Indie" perchè so che urta molte singole suscettibilità) sonoro nostrano. Realtà che spaziano tra molti generi diversi (Punk, Rock, Pop d'autore, Cantautorato etc. etc.) e che sono state riunite da Manuel Agnelli degli Afterhours che per promuovere il disco ha portato la titletrack a Sanremo. La raccolta si trova in vendita esclusivamente negli store di una famosa catena di grande distribuzione specializzata in media e supporti al prezzo di euri 9,90. Se proprio non sapete il nome di questa catena andate nel link a piè recensione nello spazio "Informazioni sul Web".
Considerazioni generali sul disco prima di avventurarmi in un pericolosissimo "Track by Track":
A) C'è già stata un'interessante discussione sullo sfondo "etico" di questa raccolta e se interessa la questione potete "aggiornarvi" nella (mia) recensione che linko sopra: la mia posizione è tra i "pro" e non dico altro perchè ruberei troppo spazio alla musica (e comunque son convinto che il topic verrà ampiamente dibattuto nei commenti a questo scritto).
B) A mio parere nessuna delle canzoni presenti nel disco è semplice riempitivo: hanno tutte un loro perchè e raggiungono tutte livelli espressivi dignitosi (poi dipende dai gusti...e solo le divinità sanno quanto contano quando si valuta tanta eterogeneità).
C) Io non avrei messo le canzoni non in italiano. Ma non perchè sono brutte (anzi) o per autarchia ma per un mio rimasuglio di giovinezza: quando facevo le cassettine (calcolando secondo per secondo) per amici e amiche seguivo sempre delle contiguità e la lingua era una di queste.
D) Trovo sbagliato il tipo di distribuzione scelta: sarei andato per i normali canali, sia a supporto rigido che web, così mi fa molto"busta della spesa".
Pallosissimo Track by Track:
01 Afterhours, "Il Paese è reale": Sarebbe stata bene in "Non è per Sempre": per qualcuno (me) è un pregio per altri un difetto. Novantina.
02 Paolo Benvegnù, "Io e il mio Amore": Canzone che seppur legata a certi stereotipi cantautoriali del Bel Paese mantiene la particolare poetica dell'autore. Soffice.
03 Marco Parente, "Da un Momento all’altro": Non mi è mai piaciuto (ma forse è solo un problema mio) ma questo, seppur anche qui con qualche stereotipo, è un buon pezzo cantautoriale (testo molto interessante seppur minimale). Colto.
04 Dente, "Beato Me": Viene presentato come una delle maggiori promesse nel Cantautorato italiano. La canzone è moooolto curiosa. Gigione.
05 Cesare Basile, "Le Canzoni dei Cani": Nè più nè meno di quello che ci si aspetta da lui, forse troppo "inquadrato" (troppo Bob Dylan?) sta volta e la canzone, seppur di buon livello, non decolla. Compassato.
06 A Toys Orchestra feat. Luca D'Alberto, "What you said": Una canzoncina tra la nenia ed il pop: caruccia per carità ma nulla più. Innocui.
07 Reverendo, "California": Collaborazione tra Cesare Basile e Giovanni Ferrario per un bel divertissement folkeggiante. Ironici.
08 Calibro 35, "L’uomo dagli Occhi di Ghiaccio": Enrico Gabrielli degli Afterhours propone un omaggio alle atmosfere poliziescche settantine: bellina. Nostalgico.
09 Il Teatro degli Orrori, "Refusenik": Il miglior pezzo del disco. Punk italo(quasi)ottantino: una bella realtà. Fiqui.
10 Roberto Angelini, "Tempo e Pace": Classico pezzo cantautoriale con molto romanticismo: forse poteva osare di più ma la canzone ti resta in mente. Intimo.
11 Beatrice Antolini, "Venetian Hautboy": Molto oscura e criptica (ve la ricordate Siouxsie?). Sperimentale.
12 Zu, "Maledetto Sedicesimo": Sonorità simili all'ultimo "Carboniferous" tra Prog Jazz e Noise. Poligonali.
13 The Zen Circus, "Gente di Merda": Il titolo più bello del disco per una una filastrocca "noisica". Lungimiranti.
14 Marco Iacampo, "Che bella Carovana": Bella melodia per una canzone quasi folk e molto romantica. Onirico.
15 Mariposa, "Le Cose come stanno": Abbastanza indefinibili tra riferimenti Pop Psichedelici e, citando loro, "musica componibile": pezzo accattivante. (In)Ricostruibili.
16 Settlefish, "Catastrophy Liars": Propongono un suono così Post (metteteci quel che volete dietro) da poter dire tutto o niente ma più punk che rock, piacevole ma mi sa che alla lunga stanca. Post(eggiati).
17 Disco Drive, "The Giant": Ampie manciate di oscuro Punk-New Wave. Per cultori. Tenebrosi.
18 Marta sui Tubi, "Mercoledi": Anche loro non mi han mai detto molto ma son gusti: canzone classica nel loro stile con riferimenti punk a 360°. Stabili.
19 Amerigo Verardi-Marco Ancona, "Mano nella Mano": Psichedelia con piccole scariche elettriche e atmosfere romantiche. Svolazzanti.
Conclusioni:
Ho concluso...
Mo.
P.S: Spero che i link funzionino tutti...all'ultima "diagnostica" andavano!
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