Il legame tra musica e cinema è imprescindibile per moltissimi registi. Pensiamo ai film di Kubrick o di Sergio Leone. "2001 Odissea nello spazio" non sarebbe stato lo stesso film senza la danza dell'astronave al suono del valzer "Il bel danubio blu", allo stesso modo "C'era una volta in America" era dipinto dai volti dei suoi protagonisti, così come dalle musiche di Morricone. Non fa eccezione Quentin Jerome Tarantino. Per lui la musica è importantissima nella costruzione delle sue immagini, al punto tale che spesso precede l'ideazione delle scene. Rappresenta un punto di partenza. Parlare, quindi, di colonna sonora, intesa solo come sostegno alle immagini, in questo caso sarebbe davvero riduttivo.

Dunque, dopo aver goduto dell'omogeneo e gustosissimo intruglio a base di ettolitri di sangue e svariate citazioni, che è Kill Bill vol. 1, con pari gusto ho preso e riascoltato la sua "colonna" sonora. E in questi pigri giorni autunnali ha rappresentato un divertente diversivo per la sua originalità, ricchezza di spunti e curiosità. Infatti, alla stregua dei suoi film, le "colonne" sonore di Tarantino hanno il dono di essere estremamente variegate. Facciamo qualche esempio. In questo caso una delle citazioni più evidenti è Morricone. "The Grand Duel" di Luis Bacalov sembra, infatti, rubata da un spaghetti western di Sergio Leone. Ma sappiamo che il substrato da cui attinge questo regista, cinefilo e musicofilo, è composto non solo dal grande cinema epico, ma anche dai cosìdetti b-movies. Così "Ironside" di Quincy Jones e "Run Fay Run" di Isaac Hayes forniscono un ambientazione simile ad un telefilm poliziesco degli anni '70 (tipo "Starsky & Hutch" per intenderci). Fra i motivi più conosciuti è da citare "Bang Bang (My Baby Shut Me Down)". Resa celebre in Italia dall'Equipe 84, è interpretata in questo caso da Nancy Sinatra. Ma c'è anche una versione di "Don't Let Me Be Misunderstood" degli Santa Esmeralda. Lunghissima, pure troppo. Dopo 8 minuti fa scattare anche i più sopiti istinti omicidi. I brani originali sono interpretati da RZA, che sui samurai (uno dei temi del film) si era già fatto le ossa con "Ghost Dog" di Jim Jarmusch. Fra un brano e l'altro, di tanto in tanto, c'è un dialogo del film e devo dire che non stona affatto nell'insieme.

Comunque il disco non può dirsi di memorabile bellezza. E di certo non riuscirà a trascendere e ad emanciparsi dalle immagini. Quindi, non è indispensabile inserirlo nella propria cdteca, a meno che non siate maledettamente innamorati di questo folle e geniale regista statunitense. In tal caso sarà come possedere un disco registrato da un vostro amico.

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