Ron Sexsmith ha appena concluso la sua interpretazione di “Dumptruck”. Qualche attimo di silenzio, il tempo di volgere lo sguardo. Poi, introdotta dal respiro degli archi che si fa narrazione, la voce di Errollyn Wallen modifica la prospettiva, disegna un nuovo ambiente. Ci conduce in “Daedalus”, suggerendoci un’altra possibilità….

Da qualche giorno lo lascio girare, questo disco. Concedendogli ascolti un poco distratti. E resto in attesa di un istante perfetto. Che arriva sempre, in un lampo o un sussurro. Quasi timido, a volte, o deliziosamente “ludico”, come accade tra le note di “Venus Flytrap” terminate le quali è impossibile evitare un inchino a Ian Shaw e alla maestria della sua divertita performance.

Il Brodsky Quartet ha storia ormai estesa, oltre trent’anni e 2'000 concerti, più di 50 incisioni e un eclettismo pari, forse, all’impeccabile grazia raggiunta. Ringrazio ancora quel che usiamo chiamare fato (o culo, a seconda degli entusiasmi) per avermi piazzato, sotto gli occhi, ad un prezzo ridicolo, perché usato, un quadruplo cd che raccoglie le loro interpretazioni di Šostakovic. Un ascolto ogni volta semplicemente sorprendente.
Come fu per alcuni versi sorprendente, per entrambi i fronti della critica, la loro collaborazione con Elvis Costello per le Juliett Letters. Ed è abbastanza naturale che proprio a McManus affidino quindi la traccia di apertura (e quasi titletrack), garantendosi un avvio sfavillante per questo disco, destinato ad attraversare un paesaggio mutevole, del quale, voci differenti, in primissimo piano, disegnano alcune delle possibili forme.
Il disco è anche il risultato di un progetto davvero interessante, che ha coinvolto in un workshop gli studenti di alcune scuole d’Inghilterra, impegnati sia nella composizione di brani per voce e quartetto d’archi, che nella realizzazione del booklet, degli abiti di scena e dell’allestimento di una pièce che ne è scaturita, dal titolo Anna and the Moods.
Nel disco sono presenti alcune delle loro composizioni, insieme a quelle di noti autori, interpreti delle proprie canzoni. Il termine canzone può apparire per certi versi inadeguato. Ad esempio, per la “Gotham Lullaby” di Meredith Monk, originariamente (1975) distesa sulle note di un pianoforte e qui perfettamente a suo agio tra le braccia del Brodsky, o per la perlacea bellezza dell’apparentemente laconica “Shallow Footsteps” di Emma Ludlow distillata dalla voce di Sophie Grimmer ("Too soft, too soft to be seen. Footsteps were shallow, too soft to be seen…").

Gli arrangiamenti, sempre rispettosi e preziosissimi, non cercano mai il preziosismo ad effetto e attingono a molti registri, risultando, a volte, talmente naturali e vivi da far pensare ad una composizione per archi, anche quando così non è, oscurando l’originale o svelandone l’essenza. Mi piacerebbe conoscere la genesi di tanto eterogenea compagnia, che comprende anche Sting, (la cui presenza, di primo acchito, m’ha sollevato un sopracciglio e qualche perplessità) al quale però ha sicuramente giovato l’atmosfera, consigliandogli una misurata versione della sua “Until”. Come sono misurati e distesi i passi della voce di Bjork, nella passeggiata tra gli archi di una “I've Seen It All” che conserva la sua magia anche tra questi solchi.
Ma quel che conta, aldilà del singolo episodio, per un ascoltatore distratto e a volte rapito, è constatare che la sincerità delle dichiarazioni profuse dai protagonisti nel booklet, di reciproca stima e piacere per il lavoro compiuto, si respiri, traccia dopo traccia, lungo tutto il percorso. Che si chiude con la voce che l’ha aperto, vale a dire quella del Costello, alle prese, questa volta, con “Real Emotional Girl” uno degli innumerevoli gioielli dello scrigno di Randy Newman

Moodswing continuerà a emanare piccoli bagliori, mi mostrerà qualche momento meno felice.  Questa è soltanto questione di tempo. Per intanto lo lascio girare. Perché certo è che un po’ di tempo, un disco così, lo merita.
A questo tentativo di sorvegliato entusiasmo allego una dettagliata tracklist. E un buon numero di frammenti in forma di samples.

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