Se è vero che il rock è musica essenzialmente occidentale, per non dire anglo-americana è altrettanto vero che limitandosi allo stretto essenziale si rischiano di perdere tantissime uscite che forse non avranno fatto la storia di qualche genere, ma comunque gradevolissime ed interessanti e pur sempre in grado di regalare qualche sguizzo o elemento inaspettato o sconosciuto. Se quindi gli altisonanti paragoni (la risposta brasiliana a No New York, la storica raccolta no-wave curata da Brian Eno) che ho talvolta sentito per questa raccolta lasciano sicuramente il tempo che trovano, ció non toglie che essa rappresenti un valido ed interessante ascolto per gli appasionati della nuova-onda o in generale del rock esotico. Scoperta dal sottoscritto grazie alla lettura di Post-Punk di Reynolds questa compilation (targata 2005), raccoglie 14 tracce, che spaziano dall'1:00 ai 5:17 minuti, di 12 realtá della scena post-punk di São Paulo degli anni '80. Alcuni potrebbero essere sorpresi dal trovare una scena cosí ampia e variegata (di cui "Não Wave" ci limita a darci solo una parziale rappresentazione) in un paese che ha vissuto, lodevoli eccezioni a parte (Sepultura, Amon Tobin), un ruolo che si potrebbe definire perlopiù mariginale nella storia del rock e dintorni, ma all'epoca il Brasile stava uscendo da una dittatura militare durata due decenni ed era in pieno fermento social-culturale; a ciò si aggiunga che São Paolo, la maggiore cittá del paese, ospitava una popolazione di svariati milioni di abitanti dalle nazionalitá più disparate, compresi numerosi tedeschi, inglesi etc che erano ponte privilegiato per l'arrivo e la diffusione delle nuove sonoritá d'oltreoceano. Tutto ció contribuì a creare un melting pot culturale di bibliche dimensioni che offriva terreno fertile ed ideale per la creazione di una florida scena musicale.

Tra le influenze dei gruppi si possono citare gruppi come i Gang of Four, PIL, Killing Joke, Television, Talking Heads e molti altri, anche se ovviamente gli aspetti più interessanti delle band sono dati dalle influenze più prettamente sudamericane che spesso fanno capolino, più o meno velatamente, tra le trame musicali e dal cantato in portoghese. Insomma possiamo paragonare l'album ad una bella, colorata e rinfrescante macedonia di frutti esotici, da gustare tutta d'un fiato.

E se per caso alla fine vi doveste ritrovare non ancora sazi, è pur sempre possbile spararsi un bel bis con la raccolta gemella "The Sexual Life of the Savages“.

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