Atmosfere così quiete e trasportanti non le avevo mai percepite.
Il New Age è davvero magico: riesce a portare solo con le note musicali in posti inimmaginabili, ricchi di pace e costruzioni magiche, contornati da un'affascinante stranezza, indescrivibile per quanto è oscura ma allo stesso tempo serena. Posti perfetti, privi di male, rigurgitanti di benessere, confortevoli e sprigionanti un senso di conforto e sicurezza.
La copertina di "Liberty" è costituita da uno sconfinato campo di fiori che crescono liberi, senza divieti naturali, rigogliosi e sani, fin sulle colline che per questo motivo hanno assunto un colore giallo vivo con sfumature verdognole dovute ai gambi floreali, ricche di una tale bellezza che spinge a tuffarcisi dentro e restare lì per sempre, cullati da una fresca brezza profumata di flora.
Dopo questo breve viaggio nella custodia, resta solo da inserire questo caleidoscopio musicale-emozionale nel lettore cd che avrà l'onore di percepire queste bontà. Mormorii dolci e delicati suoni di pianoforte annunciano il preludio di "Pour Brontè", caratterizzata da angelici suoni perfetti, crescenti in progressione e attenuatamente decrescenti, contornati da leggeri campanelli, cullanti e rilassanti in una maniera mai vista prima, davvero da conciliare il sonno (non per la noia). Note quasi spaziali a tratti, rigonfie di vitalità e fiabesche, quasi a far pensare ad incontaminate cascate. Il brano conclude con suoni incarnanti preoccupazione ed un incredibile senso di serenità.
Se vogliamo ancora più "di sorgente" è "Transvision 2", costituita da innovativi effetti spumeggianti e cristallini, che si ripetono a ruota, senza mai suscitare però un briciolo di noia, più che altro distaccamento dai pensieri comuni e volontà di evadere dal mondo stereotipato della musica.
Non me ne vogliate, ma "Close To You" mi fa pensare a dei morbidi amplessi, non perché ci siano sospiri o qualcosa di simile, ma per l'atmosfera perfetta per fare l'amore, a tratti maliziosa a causa dei forti ed inesorabilmente velati sax, ma in parte distensiva e seria, impegnata a portare tranquillità e notti di fuoco (o quasi).
Passare per i meandri della luna è d'obbligo. "In The Full Moon Light" ci spiega il perché: suoni lunari ci accompagnano per oltre 4 minuti e mezzo, tra trombe prepotenti, affette dalla mania di protagonismo, ed un pianoforte che non ne sbaglia una, pronto a riprodurre sonorità che inducono al movimento, alla voglia di camminare verso il mondo New Age per assaporare la dolcezza e l'innovazione. Talvolta la traccia è quasi orientale.
Maestra è l'elettronica in "Je Hais Et J'aime", la quale è accompagnata dalla carezzevole voce francese di una donna che pronuncia diverse frasi che non stonano minimamente, anzi danno un tocco quasi romantico a questa futuristica composizione.
Stacchi chitarristici iniziali conferiscono il giusto tono ad "Exotique", la quale seguirà con brevi mormorii femminili e l'immancabile pianoforte, davvero acuto e carico di profonda emozione, davvero nobile e sincero, intento a percorrere la nostra storia, rapportandola come un film e facendo quindi la parte della colonna sonora dei nostri giorni più tristi e dolorosi, incentrati nel pianto e nella rassegnazione. Davvero di una commovenza pazzesca, percepibile solo da tipi davvero sensibili; abbastanza amaro e, se vogliamo, speranzoso.
Il paradiso sottoforma di musica viene raggiunto da "Land Of Innocence", il cui tema centrale è sviluppato da una sassofono che trasmette tristezza e compatimento, perfino lunghe avventure e classica serenità con le sue precise note che hanno come sfondo opere sonore troppo magnificenti, eccessivamente cristalline.
Voglia di cambiare è convertita musicalmente grazie a "Dreams Of Water", che descrive melodie né allegre né tantomeno tristi, solo decise che però non lacerano la barriera del suono, anzi la rinforzano notevolmente con le loro note dolci ma consapevoli che hanno lo stesso effetto anche eseguite dal pianoforte minuzioso e diligente, mai deciso a rinunciare all'impegno. Più cristallini e puri di così non si può essere. Perché? Ascoltatevi "A Cat On The Chimney" e vedrete che trasparenza sonora che si riesce a raggiungere in tutti gli strumenti. I suoni fanno pensare ad una lussuosa nave che percorre il gelido mare, gelido quanto il brano, avente delle tracce di ghiaccio e perfezione assoluta, dovuta alle sue caratteristiche elencate precedentemente. Quasi vengono percorse mete sconosciute ma ambite da sempre, raggiungibili però solo tramite il New Age.
I tamburi esotici segnalano la genesi di "Tara Tain", pezzo fortemente notturno (o almeno lo vedo così a mio avviso) a causa dei profondi e ricercati suoni del pianoforte che davvero non manca mai e che dà l'idea di un galeone dei pirati che domina invincibile il mare nell'oscura notte e che ormai sta raggiungendo terra. Per mezzo di questa traccia riusciamo ad avvertire la presenza di costellazioni e astri vari, tanto è l'atmosfera che riesce a bramare.
Dolci accordi di chitarra acustica seguiti da tristi sviolinate che fanno arrivare le lacrime nel bel mezzo dell'iride con il dubbio di voler uscire per far trasparire le emozioni o rimanere all'interno per l'eccessiva vergogna di piangere costituiscono "Pastorale", la quale non può avere titolo più adatto dati gli effetti bucolici. Pezzo davvero commovente e di una tristezza timida, dolce, un po' fuori dal comune.
Presumibile colonna sonora di una storia d'amore è "Peace Like A River", scossa dai tremolanti e geometrici accordi di electric guitar romantica e affetta da amore. Perfetta per allietare cuori in fiamme, con una buona dose di appeal. Non manca però un po' di tristezza seminacosta e non percepibile al momento, quasi facesse da colonna sonora ad una storia che è terminata e che adesso viene ripercorsa nei suoi momenti più belli, il che non fa altro che aggravare il dolore, facendolo sembrare un orribile fardello difficile da scaricare. Il sax non fa altro che rendere più sincera e sdolcinata, eccessivamente romantica da essere arrivati al limite del cuore. Poche parole maschili splendidamente cantate fanno volgere al termine la più bella traccia del disco.
Ritorno alle cascate e all'oriente con la magnifica "Wide World", ferita profondamente dall'avventura e dalla speranza, formata come di consueto da suoni magici e coloriti, profumati di deserto e di Asia. Il ritornello è qualcosa di spettacolare: maledettamente affetto dalla magia, incarna perfettamente i concetti che ho esposto prima.
La tristezza e l'ottimismo dei gentiluomini vengono trasposti in "A Lover's Return", composta esclusivamente con il pianoforte che sembra percorrere alla perfezione i momenti più significativi della vita di un uomo, anche i più duri. Successivamente però lo strumento riesce a concedere una sottile punta di entusiasmo e tenera speranza di concludere la vita nel migliore dei modi.
Composizione prettamente acustica è "Seven Swans", forse il pezzo più felice e ricco d'entusiasmo, costituito dalle magistrali combinazioni di chitarra che intercede strafottente per esporre tutta la sua felicità e armonia. Non si riesce proprio ad annoiare, dipendenti oramai dagli accordi puliti e piacevoli all'udito.
Il disco trova la sua conclusione con un'opera assai esotica, desertica, quasi "di Aladino": "996", un numero che descrive profondi e sapienti spazzolamenti chitarristici obiettivi nel fare da contorno orientale in una magica atmosfera notturna e pacata, turbabile a volte, ma poi ritornante alla quiete. L'essenza orientale riesce a far profondamente colpo nell'animo, portando l'ascoltatore a paesaggi ricchi di oasi e di costruzioni arabe, magnifiche e possenti.
Il cd ha il suo termine. Lascerà profonde emozioni se si è sensibili, altrimenti resterà solo(e scusate se è poco) un eccellente ascolto variegato di stranezze e magia.
Elenco e tracce
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