Il cubo di Rubik si preparava a spaccare il cervello a miliardi di persone mentre al cinema usciva "I predatori dell'arca perduta" e "Il tempo delle mele". Poco prima dell'anno nuovo muore John Lennon e durante questo passa a miglior vita anche Bob Marley. L'America sta subendo una vera e propria rivoluzione di costumi (che con Ronald Reagan raggiungerà l'apice) e il Regno Unito sta passando un periodo difficile sotto le ali di Margaret Thatcher. E' proprio in questa atmosfera che il 1981 (se vogliamo, come anno di transizione) si colloca. I ritmi che hanno accompagnato le serate degli anni settanta stanno scomparendo facendo sapzio a nuove tendenze.
Dopo l'invenzione di MTV (e quella ufficiale del videoclip) gli anni ottanta stanno per diventare un decennio "visivo", in cui molto spesso l'immagine (e non più la musica) sarà il vero motore di successo, l'apparenza il vero essere. Su questi fatti accadono molte cose (anche se, musicalmente, gli anni ottanta sono all'orizzonte, ma non ancora arrivati): la Disco music è in pieno declino (si sta trasformando in "groove/post disco" e "Hi-NRG"), la New wave sta entrando prepotentemente nelle classifiche mondiali, l'Inghilterra sta per diventare (ancora) il centro del mondo musicale. Comincia a comparire anche il fenomeno delle meteore (cantanti o gruppi che fanno un successo planetario...e poi scompaiono) e delle "ghost band" (gruppi creati a tavolino da produttori discografici che molte volte tenevano un team di musicisti che suonava e un team di modelli che si fingeva la vera band sulle copertine degli album).

Prova del fatto che nell'aria qualcosa sta cambiando è l'inspiegabile (per allora) successo di un album come "Dare" degli Human League o del singolo "Bette Davis Eyes" della "convertita-al-synth-pop" ex cantante country Kim Carnes. E non solo. La raccolta di brani che sto per recensire prende dei maggiori successi dell'anno e li mischia con diversi brani rari o vere e proprie chicche (anche per non sovrapporsi troppo alla vecchia serie "One shot 80", sempre edita da Universal). Ora faccio, come al solito, un track-by-track:

Disco 1

1) KIM CARNES - BETTE DAVIS EYES: l'ho detto che era un brano speciale, che testimonia l'avvicinamento velocissimo che il pop ha nei confronti dell'elettronica. Questo brano ha avuto un successo astronomico in Italia, più di ogni altro posto. Personalmente l'apprezzo ma dopo un po' stanca;
2) MEN AT WORK - WHO CAN IT BE NOW: dall'album "Business as usual" arriva un singolo che sembra l'emblema degli anni ottanta, la sua rappresentazione verace. Sax, chitarre riverberate al limite sullo sfondo, synth di contorno e ritmo binario. Ma, nonostante il rispetto che nutro per gli australiani "Men at work", questo brano ha un arrangiamento decisamente scarno e il tutto è un po' ripetitivo;
3) DARYL HALL & JOHN OATES - PRIVATE EYES: i signori del soul/rock bianco tornano sulla scena, neanche un anno dopo l'album "Voices" con "Private eyes" e il singolo omonimo. Singolo che considero il loro brano più bello. Non è proprio pop (ma si avvicina parecchio) ma è un intrinseco miscuglio di post-disco/rock/soul. Bellissima;
4) THE CARS - SHAKE IT UP: una delle migliori canzoni della raccolta, estratta dall'album omonimo della rock band "The cars". I suoni sono molto rockeggianti con molti accenni sintetici e la melodia perfettamente orecchiabile. Brano utile in cucina per fare frullati e spremute. E shakerati vari;
5) J. GEILS BAND - CENTERFOLD: brano che non passa mai di moda, ben arrangiato e ben suonato, coinvolgente e ballabile. Ottimo esempio di New wave anni ottanta. Dall'album "Freeze frame", con una copertina tutta da interpretare (io non l'ho compresa ancora del tutto);
6) THE PSYCHEDELIC FURS - PRETTY IN PINK: ecco un altro brano che sembra sia stato sfornato ieri, invece ha ventisei anni. Dopo una lunga gavetta, anche i The Psychedelic Furs hanno il loro momento di gloria grazie al loro singolo molto New wave dall'album "Talk talk talk". Pretty in Pink è stata usata anche per un film sei anni dopo;
7) SQUEEZE - TEMPTED: e come di consueto non poteva mancare un classico del genere AOR, genere che trova nel 1981 l'anno migliore. Il quintetto Squeeze fa centro, anche in Italia, con "Tempted" dall'album "East side story", che a mio dire è un brano molto bello e, per una volta, anche rilassante;
8) IMAGINATION - BODY TALK: gli Imagination sono stati una delle prime band che ho recensito su DeBaser e "Body talk" a suo tempo ricevette un commento molto positivo. Mentre tutti dicevano che la Disco era morta, gli Imagination dimostravano il contrario, proponendo un album grandioso come "Body talk" a un pubblico ancora attaccato ai ritmi "black", mantenendo in vita un esercito di "Discofagi" che di Rock e New wave (e più tardi New romantic, leggetevi la mia rece su "The lexicon of love" degli ABC) non sanno che farsene. Per info maggiori leggetevi la mia rece su "The best of Imagination";
9) JOEY SCARBURY - THEME FROM "THE GREATEST AMERICAN HERO" (BELIEVE IT OR NOT): questo brano fa parte delle chicche. Era una sigla televisiva di un programma televisivo Americano e l'album che l'accompagna ("America's greatest hero") è l'unico nella carriera di Joey Scarbury. E' stato utilizzato anche da Michael Moore per il documentario "Fahreneit 9/11". Per il resto è un gradevole (quanto introvabile), e di indiscusso fascino, brano in stile AOR;
10) QUARTERFLASH - HARDEN MY HEART: band che è durata l'arco di un successo o più, i Quarterflash si presentano al grande pubblico con un omonimo album d'esordio e un singolo bello deciso, il romantico e sempre filo-AOR "Harden my heart". Bella la copertina del LP;
11) SOFT CELL - TAINTED LOVE: avete voglia di sballo? I Soft cell sicuramente più di voi. Questo rifacimento completamente elettronico di un classico del funk, allegato allo storico album "Non stop erotic cabaret" è stato (ed è) una bomba. Ascoltatissimo e ballatissimo, il brano degli inventori ufficiali dell'Ecstasy basta a trasformarli in delle meteore (in realtà l'ecstasy l'hanno solo battezzata, visto che la prostituta che forniva al gruppo la roba (MDMA) si chiamava Lucy Ecstasy. Così la leggenda vuole). Sono stati uno dei primi gruppi a registrare un album intero con l'ausilio di Ecstasy;
12) KIM WILDE - CAMBODIA: non mi è stata mai simpatica. Diciamo però che "Cambodia" è anche gradevole. L'elettronica impera;
13) LENE LOVICH - NEW TOY: Lene Lovich è stata una delle icone New wave femminili più influenti, anche se il brano in questione non mi esalta proprio. Nota positiva: è stato scritto da un grande dell'elettronica, un allievo di Brian Eno: Thomas Dolby (quello di "Hyperactive");
14) ANEKA - JAPANESE BOY: classico esempio di cantante meteora, che fa un centro pazzesco con "Japanese boy", numero uno in dieci paesi. Bella e orecchiabile: più anni ottanta di così si muore. Curiosità: il ritmo e il timbro della drum machine in sottofondo è lo stesso usato in "How long" dei "Lipps inc." l'anno precedente;
15) SISTER SLEDGE - ALL AMERICAN GIRLS: ora passiamo a un gruppo che ha segnato un'epoca, ora non più accompagnato però dal magico duo Bernard Edwards/Nile Rodgers come in "We are a family" (che oggi in TV si sente ancora). Questo è un altro brano che conferma che la Disco, seppur in declino, è ancora viva e sana (forse sarà proprio il suo declino che nei primi anni ottanta porterà il genere musicale di Travolta a livelli qualitativi altissimi). E' una gioia per le orecchie. Ancora;
16) EARTH, WIND & FIRE - LET'S GROOVE: proseguendo con la Disco music ai nostri occhi si presenta il brano di maggior successo dei leggendari "Earth, wind & fire", ormai a fine carriera con l'album "Raise!" (e una copertina, come sempre, interessante e in stile egiziano). Inutile dire che "Let's groove" è uno dei migliori esempi di musica Disco, e che al tempo stesso da il nome al genere che sarà di fatto la prosecuzione della Disco negli anni ottanta (fatto di suoni più "smooth" e più tastiere): il "Groove" (altri lo chiamano semplicemente "Post/Disco");
17) QUINCY JONES - AI NO CORRIDA: reduce dal successone di Michael Jackson "Off the wall" (che vede Jones in veste di produttore) il nostro Quincy pubblica "The dude", uno dei suoi lavori migliori, contenente ovviamente "Ai no corrida", un suo grande classico, levigato e sottile, quasi sussurrato e ovviamente Disco music (anche se anche la classificazione "Groove" non gli starebbe male). Ovviamente l'album è un grande successo (anche se "Ai no corrida" nonè stato scritto da Jones). L'anno dopo verrà pubblicato "Thriller" di Michael Jackson (sempre prodotto da Quincy Jones) e la musica non sarà più la stessa;
18) LUTHER VANDROSS - NEVER TOO MUCH: dopo la fantastica avventura con i Change, dove dimostra le sue innumerevoli doti vocali (al riguardo leggetevi la mia rece dell'album "The glow of love" dei "Change"), Luther Vandross si mette in proprio e pubblica il suo primo album da solista, "Never too much", che segue in gran parte le linee ritmico/melodiche del suo precedente lavoro con la band Italo-americana, avendo successo. Bella voce, come sempre. Nel 2005 è prematuramente scomparso, con dolore dei suoi fan (e tra questi ci sono anche io);
19) NIKKA COSTA - (OUT HERE) ON MY OWN: ecco la bambina prodigio. O no? Sinceramente non ho mai ammirato questa ragazzina con le treccine e un ego troppo forte, tantomeno questa canzoncina sdolcinata. Ma si sa, se hai un padre direttore d'orchestra piuttosto famoso (Don Costa) puoi fare tutto, anche se hai 9 anni e sai a malappena cosa siano le divisioni. Lui è morto poco dopo. Lei oggi fa rock piuttosto tosto;

Disco 2 

1) PLASTIC BERTRAND - HULA HOOP: ecco il famoso Hula hoop, canzoncina Disco famosissima, cantata da Plastic Bertrand, cantante francese e omosessuale, al suo album "Plastiquez vos baffles". Bella, indimenticabile, cretina;
2) RICHARD SANDERSON - REALITY: zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero, zucchero... come ci si innamorava in Europa ventisei anni fa: con Reality, colonna sonora del film "Il tempo delle mele" che, nel bene o nel male, ha fatto un'epoca. La canzone è piacevole e non scade nel ridicolo, riesce sempre nel suo intento: fare scattare le frecce a cupido;
3) ABBA - THE WINNER TAKES IT ALL: un altro bel brano di una band storica che tuttavia non si inserisce, nonostante il suo fascino, nell'ordine sonoro degli anni ottanta. Proviene da "Super trouper", penultimo album della band Svedese (che l'anno dopo pubblicherà "The visitors", primo album su cd della storia);
4) VILLAGE PEOPLE - 5 O' CLOCK IN THE MORNING: è giunta alla fine anche la pseudo-gay-disco-band (di gay nel gruppo ce ne è solo uno) del produttore della "Ritchie family", Jacques Morali, ammalatosi di AIDS (che lo porterà alla morte nel dicembre 1991). "5 o' clock in the morning" non è il migliore lavoro della band (album "Renassance") ma si distingue per una maggiore serietà. Anche questa canzone non suona proprio anni ottanta, ma fa parte delle rarità, quindi chiudiamo un occhio;
5) GROVER WASHINGTON (feat. BILL WITHERS) - JUST THE TWO OF US: ecco un classico del groove/post disco anni ottanta, un grande pezzo con influenze jazz che si sente ancora spesso per radio. "Just the two of us" è forse uno dei più bei brani della raccolta, indiscutibilmente uno dei più belli del suo anno. Che siate su una spiaggia al tramonto o in una città uggiosa e piovosa vi assicuro che il pezzo in questione trasmette emozioni a raffica. Cantato da Bill Withers, che aveva gia dimostrato le sue doti cantando la famosissima "Lovely day" nel 1976 (ho perso il conto dei remix moderni di quella canzone);
6) CHRISTOPHER CROSS - ARTHUR'S THEME (BEST YOU CAN DO): un Christopher Cross agli esordi ha cantato il tema di Arthur per il film omonimo e diventa una star. E non c'è da chiederlo: basta ascoltare e non parlare. Stile tipicamente AOR, grande interpretazione, questo è uno di quei brani che non si dimenticano mai;
7) JOURNEY - WHO'S CRYING NOW: i "cugini" degli Styx e dei Foreigner, i Journey sono stati indubbiamente i signori del genere AOR (Adult oriented rock) di fine anni settanta. Loro, con le loro coloratissime e strane copertine. Questo singolo, proveniente dall'album "Escape" è forse il meno rock-oriented dell'album e si sposa bene con l'elettronica. Anni ottanta, ma con moderazione;
8) FOREIGNER - URGENT: dopo i Journey non potevano venire che loro. Forse più conosciuti per la hit "Waiting for a girl like you" (facente parte dello stesso album, "4") dimostrano doti e qualità incontrovertibili anche in quest'altro singolo, sicuramente più spigoloso e rockeggiante. Tuttora suonano ancora. Bello e divertente il brano, uno schifo la copertina;
9) BILLY IDOL & GENERATION X - DANCING WITH MYSELF: ecco, quì viene introdotto un personaggio di importanza cruciale per il pop degli anni ottanta e primi anni novanta, che inventerà una formula musicale vincente e ballabile. "Dancing with myself" lo vede ancora legato ai suoi Generation X e al Punk, ma dimostra anche nuove doti New wave. Dall'album "Don't stop";
10) ADAM & THE ANTS - STAND AND DELIVER: altra New wave, anche se meno scoppiettante della formula di Idol, sicuramente, e più legata al Punk. Brano un po' insolito da inserire in una One shot, m serve forse a farlo apparire meno orientato al Pop (che forse è proprio l'unico difetto di questa raccolta). Dall'album "Charming Prince" (tradotto "Principe azzurro");
11) THE HUMAN LEAGUE - LOVE ACTION (I BELIEVE IN LOVE): stavo parlando di New wave e guarda cosa salta fuori. Il giocattolo dell'elettronica, il coriandolo immancabile di un "80s party", un successo planetario, un album fantastico ("Dare", che a breve recensirò), questo è "Love action" e dovete inchinarvi tutti. Il poliedrico Philip Oakey e la sua lega umana realizzano un carillon elettronico di grande fascino, uno dei prodotti che contraddistinguono di più il decennio ottanta, interamente realizzato elettronicamente. La batteria elettronica utilizzata è una "Drum computer Linn LM-1", la prima della storia ad usare campioni digitali (quindi con suoni molto più realistici): costava 4000 dollari e ne furono prodotte solo 500. I fortunati acquirenti, fra i tanti, furono anche Prince, i Visage, Gary Numan e altri grandi. E' bello che degli Human non ci abbiano messo la solita "Don't you want me";
12) SHAKATAK - EASIER SAID THAN DONE: gli Shakatak non hanno avuto il successo che meritavano, ed è un peccato, perché "Più facile a dirsi che a farsi" è un brano che possiede qualità altissime. Non è pop, io lo ho classificato come Groove/post Disco. Indiscutibilmente di fascino, di classe e di atmosfera, questo brano riesce a catturare la gente come non ho mai visto. Gli "Shakatak" sono ancora in attività, ma questo è IL loro brano per antonomasia: una vera e propria chicca rara e raffinata;
13) FRANCE JOLI - GONNA GET OVER YOU: la Disco è morta? No! Casomai in declino. "Gonna get over you" è l'ennesimo brano della raccolta che conferma questa tesi. Niente di particolare, ha un bel ritmo France Joli canta molto bene;
14) VOGGUE - DANCIN' THE NIGHT AWAY: sulla scia di "Gonna get over you" non poteva mancare un altro classico di Disco music di inizio anni ottanta. Ha ben poco (sonoramente parlando) da spartire con gli anni ottanta, ma ci fa piacere sentire quanto sia ancora vicino il luccicante decennio precedente;
15) CENTRAL LINE - WALKING INTO SUNSHINE: trovare info su questo gruppo è stata un'odissea. Al contrario dell'apparenza, questo gruppo non è Americano, bensì Londinese. Pubblica uno o due album imitando per filo e per segno il nuovo sound Groove che stava nascendo in America dalla Disco. Il risultato è degno di un grande plauso. "Walking into sunshine" (nonostante sia quasi INTROVABILE) ha avuto un discreto successo ed è diventata un classico del genere e del periodo. I puristi del R&B non devono lasciarsi sfuggire questo ghiotto boccone, parola mia;
16) RICK JAMES - SUPER FREAK: una delle certezze "Made in Motown" come Rick James passò tutti gli anni settanta a comporre e suonare, fino a che non gli scattò non so che "tic!" e lanciò la scatenatissima, funkeggiante, spumeggiante, supercampionatissima e (dopo un po') spaccaballe "Super freak". Di sicuro non il migliore lavoro di questa leggenda vivente, ma indiscutibilmente quello di maggiore successo. Un po' troppo ripetitiva però...;
17) RAY PARKER JR. & RAYDIO - A WOMAN NEEDS LOVE: gli echi del neoromanticismo si fanno sentire anche dalla parte "black" del pop. Di Ray Parker Jr. neanche parlo (per uno come lui è superfluo), dei Raydio (gruppo leggendario soprasseduto da lui) neanche. Posso dire solo che "A woman needs love" la conoscono tutti e tutti sanno quanto bella sia e di come possa cambiare in bene l'umore delle persone. Il resto è storia;
18) TEENA MARIE - PORTUGUESE LOVE: considerato all'unanimità il capolavoro della grande Teena Marie, "Portuguese love" è un viaggio ultrasensoriale lungo sette minuti, romantico e sentimentale, una continua evoluzione di ritmi sempre più complessi e di sonorità sempre più marcate. A mio dire una perla indiscutibile del R&B, che si discosta dal pop classico (e la scelta ci fa piacere) e ci da il piacere di possiedere una chicca di tal tipo. Dall'album "It must be magic".

E così anche "One Shot 1981", dopo ben due ore e mezzo di ascolto giunge al termine. L'unico difetto che sottolineo è la forse troppa presenza di brani Pop (di cui principalmente si è occupata la serie numerata di "One shot 80"). Si fanno comunque apprezzare molte scelte, tra cui la massiccia presenza di brani "black" storici e cult. Arrivederci tra un mese, con "One shot 1982".

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