Dopo un lungo periodo in cui i miei ascolti si muovevano principalmente tra prog, kraut, jazz e avanguardie nell´ultimo periodo, sará anche a causa della mia tendenza alla bulimia musicale, sono in fase di rigetto verso sonoritá troppo elaborate/cervellotiche e sto riscoprendo le giuoie della musica semplice ed istintiva, suonata senza troppa fronzoli e con tanto sudore.
Ebbene nel mio peregrinare in cerca di sonoritá che potessero compiacermi mi sono impantanato in un genere che avevo finora perlopiú ignorato, ovvero il garage. Fidandomi dei consigli dei guru del settore, che mi hanno assicurato che la vera essenza del verbo garage, piú che nei singoli album (senza dimenticarci peró dei capolavori di gruppi come Monks, Cramps, 13th Floor Elevator e compagnia) e da cercare nelle raccolte (e nell´anonimato delle infinite band che hanno suonato per la causa, rimanendo confiniati nelle cantine, o usciti giusti in tempo per lasciare ai posteri una sola canzone), mi son subito fiondato alla ricerca di maggiori informazioni, scoprendo che per i piú la sacra triade in tal senso é composta dalle compilation Nuggets, Back from the Grave e Pebbles.
Orbene, poiché le prime due sembrano al momento essere fuori catalogo, ed acquistabili perció solo a prezzi inumani (e in attesa di ritornare su suolo italico ove tentare di ovviare per vie trasverse al problema della reperibilitá), la mia scelta fu enormemente facilitata ed optai per il primo volume delle Pebbles. Uscito nel 1978 sotto il titolo Pebbles, Volume One: Artyfacts from the First Punk Era (un richiamo alla famosa e „concorrente“ raccolta Nuggets: Original Artyfacts from the First Psychedelic Era), questa compilation ci offre il sangue e il sudore di 18, per l´autore sconosciuti, gruppi (targati seconda metá degli anni ´60) decisi a farci muovere il culo tramite un´esplosiva combinazione di (post)rockabilly, (proto)punk e (pre)psichedelia. Musica grezza ed istintiva che arriva dritta allo stomaco, da sparare al massimo mentre si scorazza con la macchina o da ballare, in compagnia o anche da soli in camera e per sbronzarci con gli amici.
Back to the roots!
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