"Voglio trovare un senso a tante cose....
anche se tante cose un senso non ce l'ha...a....!"
("Un senso")

Già... che crudeltà, vero? Uccidere così la grammatica! Senza pietà!.....eppure io questa canzone non la butterei via, proprio come il disco nel quale è contenuta. Ok, non sarà un capolavoro, ma contiene alcune canzoni che invece lo sono davvero.

In primis la stessa "Un senso", ariosa ballata con una musica davvero ben fatta, che sposa alla perfezione una strofa sì ripetitiva ma pertinente col discorso, che nel magnifico ritornello arriva al suo culmine (voglio trovare un senso a questo, quello e a quell'altro... Ma alla fine chissenefrega, si vive lo stesso!). Quanto alla sgrammaticata finale... Come sopra: chissenefrega!!! Licenza poetica.

Poi abbiamo "Come stai", rock abbastanza cupo che parla di ostinato anticonformismo e di non volere mai mettere la testa a posto, nonostante tutti gli altri lo abbiano fatto da tempo, perchè l'anticonformista "si distingue dal luogo comune".

Dolcissima ballata e, a detta dello stesso Vasco, perla del disco è "E...", nella quale su un'intensissima base di chitarra-piano-basso-batteria Vasco canta l'amore più puro e onesto.

La più amarognola "Anymore", invece è una ballata acustica che parla dell'amore finito e della conseguente disillusione ("cosa possiamo noi se non finire male, cosa possiamo fare se anche l'amore può finire, dai... Dammi da bere!")...perchè alla fine si torna sempre a bere.

L'imponente "Hai mai" poi è un sostanzioso rock che si accoppia con un testo sofferente. Parole e musica si avvalorano reciprocamente in quello che è uno sfogo in piena regola, che solo chi sente l'emozione ivi descritta può comprendere. E' Vasco allo stato puro, quello che canta sensazioni, non storie. Perchè la storia ce la metti dentro tu, col tuo vissuto.

Ma in questo disco c'è spazio anche per lo svago...e qui entra in scena il rock sfrenato di "Cosa vuoi da me" (con un riff, ahimè, plagiato) e "Rock n'roll show", entrambe focalizzate su figure femminili a mò di "La strega (la diva del sabato sera)".

Si salvano anche la ballata "Senorita", dichiarazione d'amore a una donna che riesce a far sentire un uomo qualcuno e la title-track, pezzo con un testo interessante, corteggiato da una strepitosa base rockeggiante, ma è un matrimonio che non s'ha da fare.

Il resto, da "Da sola con te" a "Non basta niente" passando per "Dimenticarsi...", sono solo canzonette carine con musichette mediocri pompate da prepotenti archi. Niente di particolare, insomma.

C'è da dire che a dispetto del titolo e della pomposa title-rack singolo apripista, "Buoni o cattivi" è un album molto introspettivo con un sound il più delle volte cupo.

Il mio voto al disco è tre stelle.      

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