Lo ammetto: se amo tanto questo disco è anche perché, nella mia mente, esso è legato indissolubilmente ai ricordi dell'estate più bella della mia vita, quella del 1998. Quando lo ascolto, è come se rivivessi, nostalgicamente, quei momenti...

Ovviamente non ho intenzione di sciorinarvi i miei fatti personali, anche perché a nessuno di voi ne fregherebbe una mazza; volevo solo dimostrare che, a mio parere, uno dei motivi dell'eterno successo di Vasco Rossi è anche la facilità con cui le sue canzoni entrano a far parte della tua vita e si legano ai tuoi ricordi. Ti catturano, ti entrano dentro, scavano nella tua anima ed è come se, riascoltate dopo anni, esse siano cambiate, maturate, invecchiate insieme a te, come se vivessero nella tua pelle.
"Canzoni per me" conferma in pieno la regola, ed è, pur nella sua breve durata (solo nove pezzi, ma almeno non c'è il rischio di imbattersi in qualche brano-riempitivo), un grande CD, costituito da canzoni di un'intensità tale che è realmente difficile giudicare qual è la migliore. L'ironica "E il mattino" è stupenda, di un'allegria e una solarità talmente contagiose da farti urlare di gioia mentre la ascolti, ma è stupenda pure "L'una per te", ballata tagliente ed aggressiva dove risaltano alla grande le chitarre elettriche. "Io no" e la malinconica "Quanti anni hai" cedono il passo a "Laura", che ha la spontaneità e la vivacità melodica di un canto popolare, abbinata a un testo da brivido.
Poi ci sono la filastrocca-blues "La favola antica", caratterizzata da quel misto di tenerezza e ironia così tipico di Vasco, "Idea 77", che ha un bellissimo testo e un arrangiamento bizzarro che culmina in una specie di marcetta, e "Rewind" inno rock energico e trascinante.

Alla fine ne esce fuori uno degli album più riusciti, compatti e personali di Vasco. Grande negli arrangiamenti e grande nei testi, ma soprattutto nell'anima: vivo, viscerale, nervoso, emozionante. L'ennesima dimostrazione che il rocker più grande, in Italia, resta lui, Vasco.

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