Dopo aver bazzicato per un bel po' di tempo su questo sito ho deciso infine di provare a fare il recensore. Per iniziare ho scelto, a mio rischio e pericolo, un album di Vasco Rossi, cioè uno degli autori meno apprezzati dal "DeBaseriano" medio.

Il disco in questione è "Colpa d'Alfredo", datato 1980. All'epoca "Albachiara" era stata scritta da un paio d'anni, ma attorno ai falò a farla da padrone è ancora Battisti. Il nostro infatti è pressochè sconosciuto al di fuori della ristretta realtà emiliana.

Le cose stanno però rapidamente cambiando: per la prima volta la critica e il grande pubblico cominciano rispettivamente a stroncare e notare questo strano individuo. Questo perchè il nuovo lavoro è molto diverso dai due che l'anno preceduto: Vasco si fa sempre più ironico e aggressivo e si discosta dai toni intimi che caratterizzavano lo stile cantautorale degli esordi. La sua musica è condita da grida e schitarrate rabbiose che raramente si erano udite prima in Italia.

Ciò è particolarmente evidente nella title-track, la scandalosa "Colpa d'Alfredo", oppure nella punkeggiante "Asilo Republic". Tra agli episodi più duri si inseriscono un paio di canzoni orecchiabili come la famosa "Non l'hai mica capito", piacevole e senza grandi pretese. Notevoli sono invece le ballate: l'evocativa "Tropico del Cancro" e, soprattutto, "Anima fragile". In questo pezzo il pianoforte accompagna la voce stridula del cantante in un intreccio improbabile, ma pefettamente riuscito. Impossibile restare indifferenti alla sua dolcezza, sicuramente il momento migliore dell'album. In tutto otto tracce, poco più di mezz'ora. Un sapore unico, un'atmosfera antica rendono l'ascolto davvero piacevole e particolare. Impossibile ricreare ai giorni nostri qualcosa di simile. 

Dopo questo disco il Blasco si renderà conto di avere trovato la chiave per arrivare al successo. Si calerà sempre più nella parte del rocker trasgressivo per assecondare un pubblico crescente. L'album successivo seguirà la stessa formula rivolgendosi a quella "generazione di sconvolti" che si sentiranno perfettamente rappresentati dalla sua musica e cominceranno a osannarlo. Ma il personaggio Vasco diventerà negli anni sempre meno credibile e la sua musica perderà quella spontaneità che la caratterizzava agli albori. E a noi non resta che sorbirci i suoi singoli per radio...

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