Ed eccolo, di nuovo qui il vecchio e ormai veramente patetico Vasco Rossi!

c'è chi lo ama alla follia qualsiasi cosa produca, chi lo strozzerebbe a prescindere...ma è difficile rimanere indifferente ad un provocatore che, come lui, della musica "rock all'italiana" ne è diciamo così il capro espiatorio.

A distanza di oltre 3 anni da "Vivere o Niente" esce così il 4 Novembre 2014 il nuovo "Sono Innocente", anticipato già da canzoni quali "L'Uomo Più Semplice", "Cambia...Menti" e "Dannate Nuvole".

Dal titolo già possiamo intuire un Vasco che sembra voler anticipare il suo nuovo LP come a dire "Sono innocente, quindi so che questo disco sarà una stronzata ma non date la colpa a me". Ed in effetti il disco comincia subito con la title-track e l'ascoltatore capisce già che lo stralunato Kom non ha più idee serie per la testa. "Sono Innocente ma..." infatti è il classico rockettone giusto per farci capire che lui è ancora rock nonostante tutto, anzi, si sente uno che "resta in piedi come Rocky". In realtà già questa traccia a mio avviso sembra la classica canzoncina buttata li a riempire un CD come nei suoi ultimi album senza ne lode ne gloria, eppure questa dovrebbe essere la colonna portante. Vasco si dichiara innocentista come se fosse in tribunale, davanti ad un giudice che chissà quante volte nella sua vita ha avuto davanti a se.

E la seconda "Duro Incontro" sembra il continuo della prima, forse anche peggio. Il cantautore emiliano dice infatti di aver affrontato un "Duro Incontro", ma a differenza di quelli che affrontava Rocky Balboa con avversari del calibro di Apollo Creed o il gigante Drago, lui si scontra con la propria testa, ormai priva di materia grigia sufficiente a ricreare testi coi quali noi tutti ci rispecchiamo e inni da stadio quali "Vivere", "Sally", "Liberi Liberi" etc..

In "Come Vorrei" arriva la ballata struggente, o almeno così vorrebbe essere, ma il vecchio Vasco è sempre con troppi pensieri per la testa, colmo di dubbi e incertezze sul suo futuro, anche sentimentale. Il pezzo sembra già ascoltato e riascoltato nei suoi ultimi lavori, almeno quelli dell'ultimo decennio. Niente di che, anche se forse rimane uno dei pezzi meno da buttare via dell'intero album, immaginate le altre!!!

"Guai" inizia molto bene, bellissima chitarra acustica, anche se al primo ascolto ho pensato subito si trattasse di "Via" di Gatto Panceri, il giro di accordi sembra lo stesso. Comunque nonostante un ritornello orecchiabile, anche in questo caso il testo sembra scritto tanto per farlo, il rocker si sente sempre incolpevole, ma al contrario della prima song, in questo caso di fronte ad una presunta lei. Insomma, argomento già affrontato in passato.

Della successiva "Lo Vedi" non ci vorrei neanche spendere troppe parole, tipico stile rock "Vascorossiano" con frasi inutili e ripetute fino allo sfinimento "proprio non fa per te" o "ci credi o non ci credi, lo vedi o non lo vedi". Già a metà ascolto non vedi l'ora che la canzone finisca.

Arriva così "Aspettami", canzoncina da cantare allo stadio con gli accendini accesi ad ondeggiare come si faceva un tempo, atmosfera onirica come del resto anche la voce di chi la sta cantando, che sembra appena uscito da una sbronza allucinante. Anche in questo caso, il brano sembra richiamarne altre dello stesso autore scritte nell'ultimo perido tipo "Come Stai", "Vieni qui"......e basta per favore, l'abbiamo già sentito e risentito! da ammirare nonostante tutto l'assolo di chitarra prima del ritornello conclusivo.

"Dannate Nuvole" invece è la più surreale dell'intero lavoro di "Sono Innocente", come del resto anche nelle parole si percepisce un senso di leggerezza, come da chi sembra trovarsi davvero a camminare sulle nuvole. Anche in questo caso un ottimo riff di chitarra centrale, degno di uno Stef Burns ancora in grande spolvero. La canzone sembra quella meno già ascoltata, quindi potremmo dire che ci piace, anche se non può certo essere accostato ad un classico della discografia vaschiana.

"Il Blues della Chitarra Sola" è un blues che mi ricorda molto "Una Favola Antica" del disco "Canzoni per me". Il testo non è assolutamente degno di rilievo, il solito riempitivo di una musica già composta.

Questa che arriva è forse la parte che preferisco leggermente in più, ma sia chiaro, non ho detto la parte che ADORO. "Accidenti Come Sei Bella", "Quante Volte e "Cambia-Menti" infatti sono 3 canzoni completamente differenti tra loro, ma sono forse quelle che ti non ti danno la voglia di passare al brano successivo prima che siano terminate. La prima di queste forse è quella più riuscita dell'album, in cui si esalta la bellezza di una ragazza che è la più bella di tutte, persino della più bella del mondo, del resto è la sua "metà del cielo". Vasco canta questa canzone infatti con una voce più sottile ma sempre molto biascicata, come negli anni'80, suo periodo d'oro. Nella seconda delle tre citate, il ritmo si abbassa ancora per risaltare un testo in cui si affronta la durezza di una vita che passa e che non torna più. Effettivamente la parte lirica è più creativa delle altre in questo caso, ma anche stavolta la musica pare già ascoltata(tipo quella di "E Adesso Che Tocca A Me" nel ritornello o "Colpa del Whisky" nel giro di chitarra iniziale). L'ultima invece l'abbiamo già ascoltata in radio, ed è quella che maggiormente ci si può dedicare. Del resto abbiamo tutti vizi e difetti, passioni e ideologie, abitudini sbagliate e poco utili. Brano carino soprattutto per il coro finale e anche per il fatto che viene utilizzato il Sax, strumento ahimè poco usato negli ultimi due decenni da Rossi. Nel brano strumentale "Rock Star" riecheggia invece il solo di chiatarra elettrica e l'elettronica presenta su quasi tutto l'intero disco, che sembra così concludersi ma quando il peggio sembra passato, arriva ciò che non ti aspetti, le bonus tracks, ovvero le tracce in più, quelle che forse era meglio non inserire. "L'Uomo Più Semplice" in versione reloaded poteva infatti benissimo essere risparmiata a noi poveri fan, così come "L'Ape Regina" la "dolce un po' sgualdrina e in cerca del suo fiore" in cui è vero che è forse finalmente arriva l'ironia ed è ciò che sicuramente mancava finora, ma anche qui il testo sembra buttato lì tanto per farlo. Racconto fiabesco doppiosensista quanto ridicolo, al pari di "Mary Louise" ghost track del precedente "Vivere o Niente". Il disastro si completa con la conclusiva "Marta Piange Ancora" che se il piccolo Vasco aveva scritto a 15 anni e mai pubblicato, probabilmente un motivo ci dovrà pur essere. Infatti nonostante la musica leggiadra, il Komandante fa una serie di numeri da elenco telefonico "118, 113, 112, 1240" insomma se ti dimentichi qualche numero non consultare le pagine gialle.....ascolta questa "stupenda" canzone. Insomma, che dire??? io vi suggerisco di ascoltare prima vecchi capolavori quali "Bollicine", "C'è Chi Dice No", "Liberi...Liberi" e poi quest'ultimo. Vi chiederete, ma siamo sicuri che è lo stesso compositore? ebbene si, è lui! Io credevo che già 15 anni fa avrebbe dovuto smettere Vasco, ma ora ha davvero toccato il fondo. Su Facebook anticipava l'uscita di "Sono Innocente" scrivendo che ci avrebbe sopreso.....invece ci hai delusi mio caro.

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