"Vivere o niente" è il sedicesimo album in studio di Vasco Rossi; contiene tredici brani inediti, considerando anche una ghost track che comincia qualche minuto dopo la conclusione dell'ultima traccia.

Il cantautore di Zocca affronta temi che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni, e lo fa col suo consueto stile ironico e provocatorio.

Il disco, più di molti altri del suo repertorio, presenta una sorta di filo conduttore fra i brani: l'argomento generico che Vasco tratta è, infatti, "l'uomo che vive", in apparenza il tema più ordinario che possa esistere, ma che si ramifica in innumerevoli aspetti e dinamiche.

La figura predominante nel lavoro è, appunto, quella dell'essere umano che si pone come soggetto attivo all'interno del mondo; è lui il vero protagonista, grazie a suoi stati d'animo, a ciò che avverte e che pensa, alla sua capacità di relazionarsi e interagire con gli altri, a ciò che ama e a quanto impegno mette nella ricerca costante di questo sentimento. Nonostante ciò, rimane perennemente in equilibrio precario, cade spesso ma per sua fortuna ha anche la forza di rialzarsi in piedi; e può farlo da sè, oppure affidandosi e contando su chi gli è più vicino, in un reciproco sostegno.

Naturalmente anche il suono dell'album contribuisce a dare colore e forza espressiva agli argomenti descritti nelle varie tracce, ma qui voglio limitarmi a fare esclusivamente una presentazione dei testi.

Il disco si apre con "Vivere non è facile", pezzo in cui Vasco riflette sulla costante difficoltà di comprendere i propri errori; nonostante si abbia la consapevolezza di sbagliare è come se ci si ostinasse a tradire se stessi. Il "vivere" quotidiano è visto come una continua lotta in cui protagonista ed antagonista spesso corrispondono.

Nel secondo brano, "Manifesto futurista della nuova umanità", Rossi afferma con sferzante ironia, accentuata anche da un cantato volutamente scanzonato e strafottente, che la società odierna si è accorta di essere priva di un sostegno spirituale; la fede è ormai un miraggio e il cantautore si rivolge a un ipotetico Dio sempre assente che ha abbandonato gli uomini a se stessi, costringendoli a occuparsi personalmente della propria vita e ad assumersi, di conseguenza, tutte le responsabilità che ciò comporta. Per salvarsi occorre, dunque, che l'uomo faccia affidamento esclusivamente sulle proprie forze ed emozioni; esse sono le uniche, infatti, che gli permetteranno di sopravvivere ai problemi quotidiani e, proprio per questo loro valore, non dovrebbero per nessun motivo essere soppresse o limitate.

In "Starò meglio di così", il protagonista è un uomo che si rende conto di essere in una condizione di solitudine, in quanto si ritrova a soffrire per l'assenza di una figura a lui cara; sensazioni di sconforto e annullamento personale si alternano al desiderio di lottare nonostante la mancanza subita e proseguire a vivere, nella speranza di "stare meglio" in futuro.

"Prendi la strada" è un pezzo solare in cui un Vasco Rossi animato da buoni propositi offre dei consigli su come gestire la vita: esorta a non arrendersi di fronte agli ostacoli e a prendere in mano la propria esistenza, senza lasciarsi plagiare da condizionamenti esterni; il cantautore di Zocca invita inoltre a vivere in maniera piena e lucida imparando anche a mettersi in gioco e a non fuggire dalle difficoltà.

"Dici che" è il brano in cui il rocker emiliano si pone quasi in veste di mentore, ma con molta leggerezza e spirito, per ogni persona che soffra di una delusione amorosa e appaia disillusa e sconsolata. Ricorda che l'amore, come la vita, è imprevedibile, non si tratta di un progetto esattamente definibile fin da principio; pertanto bisogna accettare ogni caduta con serenità.

Ancora una volta con spiccata ironia, sottolineata dall'utilizzo dell'espressione di carattere colloquiale che dà il titolo a questo brano, il protagonista di "Eh...già" fa un bilancio della propria vita: essa, nonostante sia stata e sia attraversata continuamente da dinamiche che ne minano un quieto svolgimento, non ha mai ceduto agli ostacoli incontrati; infatti, come dice l'autore, il cuore dell'uomo batte ancora più forte che in passato, a voler sottolineare il suo intento di non abbattersi di fronte a nulla; snobbando i rischi di una vita vissuta appieno, rimane comunque serenamente conscio che gli equilibri che caratterizzano la propria esistenza saranno sempre altalenanti.

In "Sei pazza di me" Vasco Rossi mette in campo tutta la spavalderia e il carattere sbruffone che possiede, elementi, questi, che costituiscono alcuni dei capisaldi di una parte del movimento Rock. ll brano presenta l'annoso desiderio dell'uomo di essere al centro assoluto delle attenzioni di una specifica persona.

La Title track, "Vivere o niente", inquadra invece il particolare momento di un individuo che si era precedentemente trovato dinanzi a un Aut-Aut: vivere con passione, in maniera completa e piena, o accettare di farlo passivamente. La decisione è ricaduta sulla prima scelta e adesso l'uomo si ferma a riflettere nello specifico sugli aspetti negativi che ciò ha comportato: si vede pieno di lividi, e sa che ognuno di essi lo ha segnato nel profondo; non gli sono rimasti che quelli a testimoniare cosa ha caratterizzato la sua vita. E prova quasi paura nel constatare che ciò che ha vissuto è tutto racchiuso in quelle contusioni; non resta praticamente nulla delle esperienze che ha trascorso.

A questo punto l'unica soluzione che gli si prospetta è urlare al mondo il proprio malessere, senza inibizioni, attraverso un accorato sfogo alla ricerca di un aiuto esterno.

Ne "L'aquilone", l'immagine di questo oggetto sospeso nel cielo suggerisce a Vasco Rossi l'idea di un'osservazione del mondo dall'alto, in una posizione isolata e in atteggiamento distaccato, come se ci si affrancasse dai problemi terreni. Guardare le cose dall'alto e veder scorrere il tempo rende tutto più chiaro, lontano e irreale; la caducità delle cose perde di significato e si ha quasi la sensazione che anche la scienza e il progresso non siano così necessari e importanti come sembrerebbero.

"Non sei quella che eri" è la scherzosa descrizione di un rapporto di coppia in cui uno dei due partner vede nell'altro un cambiamento caratteriale in negativo rispetto al momento iniziale della loro conoscenza.

"Stammi vicino" è una canzone molto dolce che pone l'accento sul vagheggiamento del protagonista di conquistare l'amore di una donna, nella convinzione che i due siano fatti l'uno per l'altra e che anche il destino voglia unirli. In particolare si manifesta il desiderio di sostenere l'amata e di fronteggiare insieme il futuro incerto.

Infine, "Maledetta ragione" e "Mary Luise" appaiono quasi come dei divertissement; descrivono l'uno la presenza costante e assillante, nella mente del cantautore, di un pensiero che si riferisce a una particolare persona, in seguito al quale scaturisce un'involontaria canzone; l'altro, una cotta adolescenziale per una ragazza conosciuta a scuola. Forse quest'ultimo brano inserito nell'album come ghost track è piuttosto slegato dal resto delle tracce; si tratta più che altro di un gioco, un capriccio dello stesso autore che aveva in serbo questo pezzo già da molti anni ma non riusciva mai ad arrangiarlo e completarlo a causa dell'ilarità suscitata nei suoi collaboratori che l'avevano sempre snobbato.

Alla luce di quanto detto sopra, "Vivere o niente" è un album ricco, con tanta carne al fuoco e molto convincente, almeno secondo il parere del sottoscritto.

Un Vasco Rossi essenziale, maturo e riflessivo fotografa alcuni degli aspetti della realtà che gli stanno più a cuore; esponendo i propri conceti con semplicità e genuinità, tenta nella maniera più incisiva possibile di trasmettere all'ascoltatore sentimenti di rabbia, frustrazione, disincanto, malinconia, speranza. Il tutto condito da quell'atteggiamento autoironico che gli permette di non prendere se stesso e le cose mai troppo sul serio.

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