Io non sono un fan di Vasco Rossi. Anzi, trovo sia decisamente sopravvalutato. E mi viene una sorta di magone quando sento dire che costui è il miglior rocker italiano. In America hanno Bruce Springsteen, in Inghilterra David Bowie e noi.... EH GIA'.
Però ogni uscita discografica del cantante emiliano suscita sempre scalpore, poiché riesce sempre ad attirare su di sé un'orda di fan impazziti ed è la gioia della sua casa discografica poiché il primo posto in classifica è sempre assicurato. Quindi agli appassionati di musica, anche ai più ostili nei confronti di Vasco, viene quasi sempre un po' di curiosità. Perché io penso che se una cosa la si debba criticare bisogna esplorarla prima. Non sono tra quelli che bocciano sulla fiducia o per partito preso. Quindi ho ascoltato l'ultimo lavoro di Vasco dal titolo "Vivere o niente", come ho fatto con quasi tutti i suoi lavori.
Va detto che da un bel po' di anni a questa parte il rocker di Zocca propone, a cadenza triennale, il solito disco capace di chiamare a rapporto i fan offrendo loro canzoni movimentate, adatte agli stadi, e ballate d'amore. La prima cosa che ho pensato ascoltando questo disco è che sicuramente funzionerà dal vivo. Le canzoni movimentate risultano molto incisive e hanno dei ritornelli che si prestano bene ai cori da stadio. Niente di nuovo sia chiaro. Il primo singolo "Eh già" avrà fatto intuire a tutti che siamo di fronte al solito Vasco. Niente che non sia stato già sperimentato, ma il ritornello funziona perché rimane. E personalmente ho apprezzato il pezzo al sassofono alla fine del ritornello. Un piccolo dettaglio che mi ha fatto sorridere. Manca invece una bella canzone d'amore; come lo era stata "E..." contenuta in "Buoni o cattivi" e "Non vivo senza te" tratta da "Il mondo che vorrei". Ma la vera sorpresa dell'album è "L'aquilone". Come ho già detto io non sono un fan di Vasco, la sua musica l'ascolto per curiosità dato che sono un divoratore di musica, però devo ammettere che questa canzone mi ha fatto venire i brividi. È l'unica dell'album che continuo ad ascoltare senza mai stancarmi. E verso la fine quando la musica sta per esplodere, ecco partire l'autocitazione "Vado al massimo, vado in Messico". Una piccola trovata che sicuramente farà rabbrividire i suoi fan. Credo che questa sarà la canzone che più verrà ricordata di questo album. Da segnalare anche la traccia fantasma "Mary Luise". Una canzone che i fan già conoscevano, ma che finora non era mai stata pubblicata su disco. Ci tengo anche a segnalare "Dici che" solo per rendere noto che è stata scritta insieme a Gaetano Curreri, leader degli Stadio, artista che io ritengo essere un compositore molto valido.
Per concludere diciamo che l'album è scorrevole e piacevole e l'ho gradito un po' di più rispetto al precedente "Il mondo che vorrei". È sicuramente un album che farà felici i fan, mentre i detrattori non troveranno niente di interessante. Quindi come giudicarlo? Vasco ha dato tanto negli anni '80. Negli anni '90 in molti hanno cantato a scquarciagola "Gli spari sopra" e "Io no". Dal 2000 in poi pubblica album che fanno felici i fan, compreso questo. Quindi il mio voto è 3. Ed è un voto dato sulla base del punto di vista dei fan e dal mio punto di vista, poiché avendo appena fatto un viaggio, questo album nell'autoradio si è rivelato piacevole.
Alla prossima...
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