L'inizio dei Vasilisk, duo nipponico, risale a trentotto anni fa, al 1987, in seguito alla scomparsa del gruppo noise pionieristico dei White Hospital.

Dopo diversi anni di inattività, il loro album Tribal Zone di sette tracce esce nel 2012.

Nonostante il titolo vago, Tribal Zone è un concept album dedicato all'occupazione e all'oppressione cinese del Tibet, come attestano alcune citazioni e foto sparse nel digipak. Anche il monaco raffigurato in copertina non sembra stare bene.

L'album presenta una miscela unica di droni neoliticamente cavernosi, di ritmi percussivi sciamanici e da palpiti etnici trascinanti.

La superficie musicale è ruvida e scura, come in Burning Monk o Into The Circle, attraversata da complesse e organiche tessiture sonore.

A volte, vengono utilizzati strumenti a fiato e a percussione tradizionali. Suoni elettronici e organici confluiscono in egual misura e creano un'atmosfera post-industriale che oggi sembra quasi retrò. Quest'album potrebbe essere visto facilmente come sfondo sonoro di un fuoco notturno in un raduno di sciamani tibetani, o di nativi americani.

Ci troviamo di fronte a una vera e propria esperienza sonora che mira a coinvolgere l'ascoltatore in un’altra realtà, recuperando la dimensione del Sacro come rito iniziatico.

Onde e vibrazioni positive si dipanano dai registri vocali del canto tantrico, che liberano dalle condizioni negative e ci conducono ad uno stato sospeso di beatitudine sensoriale.

Ci si orienta all'interno di un viaggio il cui transito celeste ci conduce alla luce, alla Vostra Luce che sia radiosa o iridescente. E se la sofferenza continua è perchè noi continuiamo a nutrirla.

Tribal Zone fa viaggiare coloro che non sono abbastanza ricchi da trascorrere un'estate in Tibet facendo i turisti, o per quelli che non sono come gli indigeni che vivono negli altipiani remoti del Tibet, ma che ne apprezzano le sonorità.

Un album particolare con dosi di rumoristica industriale, una enorme quantità di percussioni attive, canti gutturali, droni con formula sacra.

Un lavoro non per tutti, forse adatto a un motivato sherpa musicale.

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