"Vecchio Scarpone" era una canzone del secondo dopo guerra (1953) di Gino Latilla. Storia della nostalgia dei '40, della guerra che oramai pare un brutto ricordo. Nella canzone un partigiano ritrova nella sua soffitta il suo vecchio scarpone militare, ciò scatena i suoi ricordi, riporta le illusioni, le canzoni e arriva a pensare che se un giorno il destino lo vorrà, il vecchio scarpone impolverato riuscirà ancora a camminare, forse.

Vecchio Scarpone è il nome di una delle numerose band della Brigata Oi!, crew antagonista skinhead della quale fanno parte anche i Los Fastidios e gli FFD. "Rabbia" è il demo registrato dal vivo dal gruppo, un po' stonati, chitarre e batteria punk-ska, mezzoubriachi, urlanti e sbraitanti, tra ideali, alcool, amicizie, notti in bianco e scazzottate con i naziskin.
Le tracce sono otto, molto belle soprattutto "Noi Combatteremo", "Caro Stile Ti Lascio" (dedicato ad un amico che lascia lo stile skinhead "hai tradito un'ideologia"), "United", "Rabbia" e "Vecchio Scarpone" (cover dell'omonima canzone di Gino Latilla). Il gruppo bergamasco si da un gran da fare agli strumenti e alla voce, ne viene fuori un punk ska pieno di energia, violento come si deve, potente, che ti scuote l'anima e ti percuote il cervello. Ben scritti anche i testi, dediti soprattutto a fare luce sullo stile dei rudeboys e degli skinhead originali, ad evidenziare i contrasti tra una cultura come quella skin con l'opinione pubblica e i media (vedi "Come Voi" la cover dei Fun), che spesso comporta deviazioni e problemi anche nella vita privata dei singoli skins (come succede in "La Tua Birra E' Senza Schiuma"). Problematiche ed emarginazione di fronte alla quale, secondo il gruppo, gli skins devono essere uniti e combattere l'ignoranza, il perbenismo e il neofascismo. Musicalmente puri ed eccellenti, l'unica cosa che gli toglie un'eccellenza piena è l'inevitabile politicizzazione. Ma daltronde sono bravi a non renderla ridondante, retorica e quindi pesante.

Un bel demo per gli amanti del punk, dello ska e dello Stile Rude. Ma anche per chi, come me, è semplicemente interessato a sapere qualcosa di più, oltre quel poco che dicono i media, sulla cultura skin. Quella originale.

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