So che non riuscirò... A proteggerti da tutto, ma non mi sposterò, crollasse pure il mondo e quando non potrò più rimanerti accanto, avrei questo momento, la vita in un istante, io so già che non potrò, proteggerti da tutto, ma non mi sposterò crollasse pure il mondo e quando non potrò piu rimanerti accanto, terrò questo momento la vita in un istante.... Sono qui con le parole per, per non dirti che, non sarà semplice, resistere

Inizio con una magnifica strofa tratta dal brano "Crollasse pure il mondo" la mia recensione di "Nella lista delle cattive abitudini", ultimo album dei Velvet, band romana, famosa ai molti (ahimè) per via della canzone "BoyBand".

Se nella lettura del nome della band recensita la tua reazione è stata "Vediamo che album di merda hanno prodotto questi quattro fantocci" esci da qua, di quei Velvet, quelli per intenderci di "Verso Marte" non c'è traccia, non vi è traccia ormai da 5 anni, da quando uscì "10 Motivi".

Ora parliamo di "Nella Lista Delle Cattive Abitudini". Un album veramente affascinante; aggettivo che mai avevo utilizzato per un album, ma mi ritrovo davvero affascinato da questo lavoro, un disco incazzato, cupo, intimo che ha perso totalemente la spensieratezza dei capostipiti "Verso Marte" e "Cose Comuni".

Tanti i temi trattati dal quartetto di Roma: la nostra classe politica, l'impossibilità di agire davanti ai mali del nostro periodo, l'amore e le paure di un padre per il proprio figlio, la disinformazione del nostro Paese, la realtà che ci viene sbattuta in faccia relegando i nostri sogni a qualcosa di irragiunbile fino al continuo dolore per la perdita di una madre.

La qualità di "Nella Lista Delle Cattive Abitudini" è alta, l'elettronica incontra sonorità pop-rock, dando origine a un suono originale e mai banale, canzoni graffianti come "I Nuovi Emergenti" e ballate come "Tutti a Casa" e "Crollasse Pure il Mondo" creano il mix giusto per un album che abbina testi stupendi, al limite del poetico con sonorità attuali.

Ora,a distanza di anni, molti magari non conoscendo la vera storia dei Velvet, non sapranno che le loro scelte li hanno portati a essere tagliati fuori del business musicale; il voler creare la loro musica senza dover sottostare alle regole della major li ha portati a creare la loro etichetta, divendo così totalmente indipendenti dagli altri.

Ebbene a distanza di quasi 10 anni i Velvet hanno compiuto un'evoluzione musicale simile a quella dei loro beniamini Blur, ritagliandosi un piccolo spazio nella scena indipendenti italiana.

Un'ultima cosa, invito tutti quelli che non riescono ancora a dissociare i Velvet dallo stereotipo di band-fantoccio ad ascoltare questi brani e a provare a cancellare "BoyBand" dalla loro mente almeno per qualche istante.

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