Sui Venom è stato detto praticamente di tutto e loro come molti altri sono la classica band che divide in maniera netta e decisa le schiere di fans, c'è chi li vuole morti e sepolti già dopo "Black Metal" (praticamente il loro capolavoro, che fa il paio con l'esordio "Welcome To Hell") e chi invece apprezza anche il materiale più recente ritenendolo comunque all'altezza di una band del calibro dei Venom, un gruppo comunque la si voglia vedere importantissimo per la nascita del metal estremo (tanto quanto i vari Slayer, Possessed, Bathory ma anche Motorhead ecc..).

Io faccio parte della seconda schiera e ritengo Cronos e compagni una band coerente che certo qualche disco brutto lo ha fatto (i dischi di metà carriera,soprattutto quelli senza Cronos, non sono granchè) ma che ha anche ricevuto (ingiuste) critiche li dove non c'è ne era bisogno, "Resurrection" fa al caso nostro.

Il disco è uscito nel 2000 e la critica tutta intenta a giudicare quale delle band nu metal (attenzione, non è un attacco al nu metal, ma una semplice presa d'atto di quello che succedeva all'epoca) emerse da qualche annetto sia la più trasgressiva e alternativa, butta praticamente nel cesso questi 55 minuti di nuovi Venom, tant'è che poi il trio si scioglie per ricongiungersi nel 2005 su iniziativa di Cronos (senza Mantas) e sfornare nel 2006 "Metal Black".

"Resurrection", a mio dire, è stato sfortunato e incompreso (o semplicemente ignorato) visto che di veri punti deboli che fanno gridare allo scandalo non c'è ne sono, anzi al contrario ci sono molti punti dell'album da apprezzare proprio per la natura del sound, rinvigorito e reso più massiccio da forti incursioni thrash-groove (non sto bestemmiando, nel disco si sentono, almeno a livello musicale citazioni di Pantera o primi Machine Head) innestate al classico trade-mark del combo inglese, che cosa ne esce ? Un disco onesto, piacevole e che riesce anche a trasmettere (nonostante il 1981 fosse passato da un pezzo) una certa grinta.

Dal riff iniziale della title-track si sente fin da subito qual è la via scelta per questa release, un sound corposo e massiccio con il tipico timbro di Cronos che declama i "soliti" testi da guerra anti-religione. Si spinge sull'accelleratore con "Vengeance" che cita più volte il thrash modernista con ritmiche telluriche, riff quadrati e assoli gradevoli.

Sulla stessa lunghezza d'onda le convincenti "War Against Christ" e "All There is Fear", ma è con "Pain" che si cominciano a sentire le mazzate totali che valgono l'acquisto del disco, si torna un po' indietro nel tempo invece con "Pandemomium" con un riff portante che ricorda i Motorhead.

"Loaded" è l'altro carico da 90, ritmiche assassine, ritornello cattivo e riffing serrato per una canzone breve ma che colpisce direttamente in faccia; dopo una breve introduzione moderna e melodica "Firelight" si dimostra forse uno dei pochi pezzi meno ispirati, un mid-tempo abbastanza trascurabile. "Black Flame of Satan" è una bella cavalcata che ci riporta un po' ai tempi della New Wave Of British Heavy Metal (anche se opportunatamente incattivita rispetto agli standard di quegli anni), frenetica e incalzante "Control Freak", un po' anonime "Disbeliever","Man Myth And Magic" e "Thirteen" (segno che forse era meglio far durare di meno la tracklist), decisamente azzeccata invece la chiusura con "Leviathan" che lascia anche spazio a momenti melodici prima del finale blindato, impressionano nel pezzo certe linee vocali di Cronos a volte fuori dal solito recinto grezzo e cafone.

Con qualche traccia in meno "Resurrection" a mio parere potrebbe stare benissimo accanto ai primi lavori visto che nel complesso si dimostra un disco da una parte che punta sul sicuro (come hanno sempre fatto) e che dall'altra invece cerca vie d'uscita nuove e (stranamente) adatte alla band in questione.

Dategli qualche altra chance e rivalutatelo, se lo merita.

Voto : 7,5/10  

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