Quando in quel 1981 i giovani metalhead andavano a fare scorta di lp e si trovavano di fronte ad una copertina con un pentacolo con tanto di caprone in primo piano ne sarebbero stati attratti e incuriositi allo stesso tempo, ma non credo che immaginassero la violenza e la blasfema crudezza incisa da questo trio di newcastle, ne tantomeno si sarebbero immaginati l'importanza che questo disco avrebbe avuto per il metal in futuro. In piena N.W.O.B.H.M. questi 3 teppisti crearono un suono nuovo, distante da qualsiasi musica conosciuta: era il black metal, era il vagito primitivo del metal estremo, era l'inferno.
L'incedere veloce del drumming, i riff chitarristici oscuri, sguaiati e assordanti, il basso grezzo e il ringhio satanico, rauco e malefico di Cronos creavano un muro sonoro violento come una badilata in piena faccia. I testi parlavano del diavolo, dell'inferno in un modo diretto senza giri di parole temi violenti che si dovevano sposare a dovere con il caos rozzo e triturante delle canzoni, con questo album (e con il successivo "Black Metal") i Venom sparsero i semi non solo per la nascita del black ma in egual modo del thrash metal e in generale ogni gruppo di metal estremo nato negli anni seguenti deve qualcosa a questo seminale trio inglese.
Inutile citare le canzoni, ogniuna è un classico, in un infernale muro di fiamme, zolfo e croci rovesciate senza rendersene conto 3 brutti ceffi tirano fuori con un caos primordiale e tanta ignoranza e furia un suono marcio e shockante del tutto nuovo, urlando "Benvenuti All'inferno" ai giovani metallari di quegli anni e gettando un'ombra nera sull'heavy metal che da quel momento non fu più lo stesso.
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