Tanto tempo fa, quando Kurt Cobain stava lentamente imparando a disinfettare l'ago prima di inserirlo in vena e sollazzandosi nelle perdizioni del Percodan, esistevano due fratellini, teneramente avvolti dal saldo braccio dei colli Bergamaschi.
Questi sin da piccini, si travestivano da Clash, giocando a suonicchiare pezzi dei Cream. Dal principio, i due, convinti di essere non proprio consoni alla neofita attitudine, e al quanto demoralizzati, decisero di soppiantare il tutto. Ma un giorno, la loro fata madre, vedendoli suonare disse loro : "Figliuoli miei cari, non sapevo che voi sapeste copiare perfettamente Sunshine Of Your Love!".
Al suono di quelle parole, i due bambinetti, rispettivamente alla chitarra e alla batteria, smorzarono un sorriso colgateiano degno di angelico gaudio. Crescendo, crescendo, crescendo, il povero Cobain decise di porre fine alla propria esistenza, facendosi detonare un fucile a canne mozze su per l'agiugulare sotto effetto di eroina e acido di batteria, il tutto nella sua solitaria casa di Seattle, e finendo così su tutti i giornali, ovviamente anche in quelli italiani. Saputa la spaventevole quanto orrorifica notizia, i due ormai giovinetti, decisero baldanzosi che se potevano copiare i Cream, figurarsi i Nirvana, dei quali ci si stava cominciando a spartire i diritti...
Tuttavia, consapevoli della lontananza oceanica dallo stato di Washington, i due fratellini decisero che avrebbero dovuto trovare una via di mezzo per completare il tutto, un gruppo che avrebbe permesso loro di dare ampia vita al loro prosaico futuro, una band che se ben cammuffata con il sound cobainiano-nevermindiano avrebbe reso incomprensibile all'ascolto il loro ingegnoso marchingegno metrico.
Fu allora, che con felicità, decisero di forzare con brutale qualunquismo il sound di una band che nessuno avrebbe ancora potuto conoscere e capire bene per l'epoca: i Placebo. Ma i Placebo, inaspettatamente corrotti da un certo David Bowie, cominciarono a fare successo anche in italia, ed allora i due ragazzi decisero di passare dall'inglese all'italiano, mantenendo però la tipica cantata melodica inglese: sarebbero stati massacrati dalla critica di certi ambienti ma... i teen agers fancazzisti di mezza Italia sarebbero stati tutti per loro!
Il solo pensiero li faceva rabbrividire con grande gioia e faceva loro irrigare le gote di pure lacrime di felicità, confermate dal primo album. Crescendo ancora e ancora più, la loro fama crebbe con la loro età, cosa che però si faceva sempre più complessa dato l'inserimento di una nuova bassista, e ancora più complicata per il fatto che il sound precedente non poteva essere più ripetuto. Ma grazie all'aiuto tempestivo del buon Samaritano Manuel, i tre baldanzosi ragazzi, fieri d'essere, decisero di dare vita ad un nuovo copiaggio, più nascosto all'udito, meno diretto e particolare di quanto chiunque avrebbe potuto credere: i Motorpsycho.
Nessuno avrebbe potuto scoprirli, ben che meno i loro quindicenni fan, che nemmeno sapevano dove la Norvegia fosse ubicata. E dopo questo ennesimo successo, grassocci di fiele e pieni di sè, procedettero per l'ultima tappa, un disco tutto loro, registrato alla bene e meglio, con lo scopo di garantirsi uno spazio importante nell'Olimpo dell'inimitabile rock'n'Church italiano. Dopo questo ennesimo ed imperdibile successo, i tre, divenuti quattro per motivazioni riconducibili a mutazioni postume del disastro di Seveso, decisero di dare in mano una tastiera a quella che sembrava la protuberanza del parente della nonna della cucina di Vasco Rossi. Il disegno era compiuto!
Ora mancava solo una prova epica della loro superiorità! E decisero di produrre un piccolo cimelio di nome "Elefante", con lo scopo di far ricordare la maestosità della loro opera.
Quest'ultimo disco, risultò molto gradito a tutti per l'originalità di ognuno dei cinque pezzi chiamati in causa: pezzi che si rifacevano ad ambienti molto suggestivi, come boschi ad esempio nella canzone "Corteccia", oppure pascoli, come nella canzone "Mu", tenendo naturalmente salda la concettualità di questa opera omnia, ovvero l'induismo frenetico del brano "Elefante". Pubblicata questa splendida lavorazione, decisero di non apparire più, per serbare mistero riguardo il loro prossimo operato. Tutte le notti, mentre i bambini dormono, i nostri quattro amici, con la Fata Madre e il samaritano dal cuore d'oro Manuel, cercano 127.001 composizioni possibili per incastrare nuove metriche riprese da ciò che maggiormente il rock straniero ha proposto in passato, sperando e rallegrandosi di sollazzi molteplici, e pensando al loro pubblico, dormendo infine sonni caldi e piacevoli.
Ma da qualche parte, lungo le rive di un fiume che scorre nello stato di Washington, vicino Seattle, uno spettro magro e scheletrico, con dei lunghi capelli dorati e raffermi, cominciò ad urlare senza alcuna motivazione, per poi ricomporsi senza remore. Tirò su quel poco di fiato che appartiene ad un ectoplasma, e con fare grinzoso disse sottovoce: "Shit... Where is Albino... ?"
FINE
Carico i commenti... con calma