L’unica band capace di creare hype in Italia. Il più grande gruppo rock contemporaneo italiano. Queste solo due delle varie definizioni affibbiate ai Verdena, definizioni che li rendono inevitabilmente ancora più insopportabili agli occhi dei detrattori.
“Endkadenz Vol.1” è il ritorno in grande stile di una band che ad ogni disco ha saputo rinnovarsi e che da almeno due album (da Requiem) realizza dischi di livello superiore a quasi tutte le proposte musicali della fantomatica scena alternativa italica. “Endkadenz” è un altro doppio album, al pari di “WOW” che nel 2011 li aveva definitivamente consacrati (anche con un certo risultato in termini di vendite), ma diviso in due volumi.
Questo primo volume si configura come un disco persino più eterogeneo e multiforme rispetto a “WOW”, che già presentava un grande varietà stilistica. Ma è prima di tutto un disco di canzoni che difficilmente lasciano indifferenti, a dimostrazione di come i Verdena non si adagino mai su produzioni e arrangiamenti ridondanti per sopperire a carenze compositive, al contrario in ogni brano si possono riscontrare continui e repentini cambiamenti melodici.
Nei 13 tracce si alternano melodie pop composte al piano (“Vivere di conseguenza”), la psych-pop "Puzzle" e la battistiana “Contro la ragione”, in cui l’influenza di “Anima Latina” è evidente. La chitarra riveste un ruolo maggiore rispetto a WOW regalando le atmosfere doom di “Derek” e stoner di “Ho una fissa”, oltre che l'acustica “Nevischio”, prodotta magistralmente da Marco Fasolo dei sottostimati Jennifer Gentle. E pazienza se nel primo minuto di “Un po’ esageri” a tratti sembrino i Weezer, glielo si perdona se poi se ne escono con pezzi come quelli citati sopra.
Ciò che fa da comune denominatore al disco è la voce costantemente distorta, che ci accompagna in un questo viaggio folle e allucinato, senza però mai risultare mai statica.
In attesa del secondo volume questo primo volume è il disco che non solo li riconferma, ma li rende (per ora e si spera per molto tempo ancora) una delle poche certezze del panorama musicale italiano.
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