Anno 2007, il rock italiano si chiama Verdena. Tre anni fa quando usci il bellissimo "Il Sucidio del Samurai" i Verdena dimostrarono, se mai ce ne fosse stato bisogno, di essere una delle migliori band italiane. Il rock/grunge era maturato e si preparava ad esplorare nuovi lidi che passavano da un certo rock psichedelico figlio degli anni 70. "Requiem è qui per confermare questa direzione, ampliando però, il discorso con nuovi e significativi cambiamenti. Requiem è un album molto curato, ma allo stesso tempo suona sanguigno, è un lavoro che suda rock! Il suono si è fatto più cupo, e i testi prendono più significato, ci sono due brani che superano i 10 minuti: "Il Gulliver" e "Sotto Prescrizione Del Dottor Huxley" lisergiche atmosfere psichedeliche danno forma a questi due brani, un sali e scendi di stati d'animo, prima rabbiosi e poi più pacati.
"Angie" ci fa scoprire una parte inedita della personalità dei Verdena un pezzo semiacustico, con echi di Beatlesiana memoria, così come "Trovami Un Modo Semplice Per Uscirne". "Don Calisto" e "Isacco Nucleare" sono i pezzi più nervosi del CD, sono due brani che rimandano un po'al suono che fu de "IL VILE" dei Marlene Kuntz (sempre x rimanere in tema di Rock italiano).
Un altro brano degno di nota è "Il Caos Strisciante"; questa è una canzone in cui le due anime dei Verdena, quella più aggressiva e quella più melodica, convivono in perfetta simbiosi. "Muori Delay" invece è un piccolo tributo ai Led Zeppelin.
I Verdena con questo quarto album raggiungono la completa maturità, sfruttando al massimo gli insegnamenti dei mostri sacri del rock, riuscendo ad elaborare il tutto con un tocco di forte personalità. I nostri sono pronti anche per il mercato estero, infatti l'album verra distribuito anche fuori dall'italia. Requiem è un album che mi sento di consigliare a tutti, anche a quelli che non hanno mai creduto nella band, potrebberò avere una smentita. Per quanto mi riguarda l'ennesima conferma.
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