..in Italia si può fare ancora grande musica rock.... i Verdena sono la dimostrazione pratica di questa mia affermazione. Li seguo sin dagli esordi e album dopo album hanno avuto una crescita continua... hanno saputo sempre mettersi in discussione offrendo alle nostre orecchie una musica che non è di facile comprensione ma proprio per questo è dannatamente intrigante.

"Requiem" è una sintesi di quanto finora hanno prodotto i Verdena.... certo i riferimenti musicali di questi oramai ex "eredi italiani dei nirvana" (così erano etichettati agli esordi) si sprecano e vanno dai Led Zeppelin ("muori delay" è un chiaro omaggio alla band di plant), ai Pink Floyd più acidi, ai Beatles (grande amore dei Verdena).

Si passa da brani di una potenza devastante ("don callisto", "non perdere l'acme eugenio", "isacco nucleare", "il caos striscinate"), a brani epici ("il gulliver"); c'è anche spazio per la dolcezza ("angie" canzone dolcemente distorta, "trovami un modo semplce per uscirne" canzone molto beatlesiana), i ritmi spagnoleggianti ("canos"... bellissima).... si termina con la lunga e straniante "sotto prescrizione del dottor huxley": con questa i Verdena ci prendono per mano e ci accompagnano nei meandri della loro follia...

Un cenno ai testi: più che testi sono "visioni" di Alberto Ferrari (vocalist e chitarrista della band) apparentemente senza alcun senso... anche perchè il senso poi lo trova l'ascoltatore aiutato dalla musica dei Verdena.

Che dire ancora: questo disco va ascoltato, con attenzione... scoprirete, se non la conoscete ancora, una band stravagante forse un pò sottovalutata nel nostro panorama musicale... phantastici.

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