Seguo questa band da molti anni forse troppi e ci sono particolarmente legato perché sono cresciuto con loro, soprattutto musicalmente. Li ho spiati per bene, a volte anche in modo maniacale attraverso interviste su giornali, tv e web. Grazie a loro ho conosciuto molte band a cui si sono ispirati, così i loro gusti sono diventati i miei gusti. Oggi forse il cinquanta percento delle cose che ascolto e che amo provengono dal loro mondo ed io sono molto contento di questo.
I Verdena sono la band Italiana che stimo di più perché trovo in loro un approccio creativo che pochi hanno, cioè quel rinchiudersi per anni a comporre musica, a sperimentare e sviscerare nel passato della musica rock e non solo, esplorando sonorità vintage e rendendole attuali rinnovando album dopo album il proprio stile. Con "Requiem" si erano superati e ci avevano dato modo di capire che non si aveva più a che fare con tre ragazzini pilotati dal mainstream con video su Mtv, copertine su gionali e così via. C'era qualcos'altro di più profondo e con questo nuovo doppio album dal nome "WOW" lo si percepisce ancora di più.
Dopo tutti questi anni di fedeltà ho avuto il privilegio di ricevere anticipatamente dalla Universal questo nuovo disco. Ho potuto ascoltarlo in anteprima in modo attento, tenendo ben presente ogni cosa che in questi anni di assenza è successo attorno a quest'importante band. Per capire meglio l'evoluzione di questo album è bene ascoltare il disco in vinile "Betoschi" del progetto parallelo 8370$CH1 che hanno messo su due anni fa insieme ad amici con cui ogni tanto si concedono lunghe jam nell'Henhouse studio di loro proprietà ad Albino. È importante perché "Betoschi" è stato concepito in parallelo alle registrazioni di "WOW", anzi è meglio dire che "Betoschi" è stata una prova sia in studio che nei live di quello che poi sarebbero stati i Verdena.
In questo album ricco di ben 27 canzoni i Verdena hanno un assetto più ampio, nel senso che non troviamo più il collaudato power trio chitarra, basso e batteria, ora troviamo fissi anche piano, percussioni e effettistica varia con sintetizzatori, ma l'elemento in più sono le voci. La cosa di cui ci si accorge subito è la solarità rispetto ai precedenti lavori, lo si nota anche dalla scelta del titolo che si avvicina molto a "Smile" dei Beach Boy, ma oltre essere un palindromo "wow" è stato anche "il primo messaggio arrivato dall'universo sotto forma di onde radio" dice Luca Ferrari in un intervista. Se "Requiem" in un certo senso doveva incarnare concettualmente la fine di un periodo, "WOW" rappresenta un nuovo inizio in grande stile. Nell'intro della prima traccia "Scegli Me" si sente un "Forse" che subito ci spiazza, come d'altronde era stato l'inzio "col botto" di Requiem. Alberto non è alla chitarra ma seduto su di uno sgabello a suonare il piano, come John Lennon e Paul McCartney dopo i primi album dei Beatles. I Verdena non hanno mai fatto mistero di aver consumato negli anni il "White Album" dei Beatles e di citazioni ne troveremo anche in questo lavoro. "Loniterp" ha un nome che è stato scelto perché potrebbe esser stato scritto dagli Interpol, forse l'unico brano che ci riporta alla mente i primissimi Verdena, ma nel finale ci spiazzano come non mai con dei cori dove cantano "sarà che la mia mente galoppa". Mentre in "Per Sbaglio" ha un ritmo ed un cantato molto vicini ad alcune atmosfere tipiche del Syd Barret meno allucinato. "Mi Coltivo" tranquillizza l'ascoltatore che magari stava già pensando di aver perso definitivamente il gruppo per uno stile più moderato incline al pop, invece lo Stoner c'è ancora ed è arricchito di ritmiche elettroniche. Recensendo tutte le tracce ne verrebbe fuori un'articolo chilometrico, ma per rendere l'idea di ciò che è "WOW" si può dire che ha un suond come un unione tra Pink Floyd, Beatles, Melvins ed udite udite Lucio Battisti. Alberto Ferrari ha confessato alcuni mesi fa ai giornali di aver ascoltato negli ultimi tre anni "Anima Latina" disco del 1974 di Lucio Battisti, e questo si sente tantissimo. "Sorriso in Spiaggia" Parte 1 e 2 è una delle più belle e particolari del disco, con un chiaro riferimento a "Smile On The Beach" dei Beach Boys, invece "Rossella Roll Over" ha un intro molto simile a "Obladì Obladà" dei Beatles. "Attonito" ha un riff alla Black Sabbath, ma poi si allarga verso lo Sludge Metal. "12,5 mg" è un pezzo strumentale composto solo da Luca, che oltre essere un mostro come al solito dietro la batteria si è cimentato come nei precedenti lavori anche a comporre brani al synth, come ad esempio "Regressioni all'Infanzia" traccia che non è stata inserita nell'album ma che era presente sul loro sito, con una pagina apposita. Come ho già detto le particolarità dell'album sono il maggior utilizzo delle tastiere e delle voci dove riecheggiano Mgmt e l'effettistica vocale dei Mars Volta. Ascoltare tutto l'album per intero all'inzio sarà difficile, probabilmente a molti stancherà anche, ma dopo averci preso confidenza diverrà subito un bellissimo passatempo.
Un disco destinato a diventare una pietra miliare del rock made in Italy, che li allontana definitivamente dagli esordi, mostra il talento da veri musicisti quali essi sono sempre stati e li consacra a diventare finalmente una delle band più importanti italiane, no in questo caso è meglio dire europee.
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