Sulla strada innevata scorre la luce azzurrognola dei fari al neon della sua auto. Tutto è deserto, il bosco che circonda la striscia d'asfalto sembra un tetro, gelido gigante addormentato. I frequenti tornanti lo costringono a frenare, e il cielo stellato si colora per un istante di un rosso acceso.
Erano anni che non percorreva quella strada, erano anni che non vedeva più quelle zone in cui è nato e cresciuto. Un luogo che non è cambiato di una virgola, un luogo che ancora lo fa sentire ingabbiato. Nell'abitacolo, l'autoradio emana suoni violenti, profondi. Una band che proviene dalla Svezia, dal lunghissimo nome Vi Som Älskade Varandra Så Mycket. Una band che non conosce, ma gli piace perché ha uno stile che gli ricorda le sue band preferite: gli Envy, i Funeral Diner, i This Will Destroy You. Uno screamo glaciale intriso di post-rock violento e disperato.
I lunghi abeti ricoperti da una coltre bianca svettano ai lati della strada, come se fossero dei guerrieri che studiano le mosse del nemico prima di attaccare. L'auto sale ancora, gli pneumatici scorrono senza problemi anche sull'asfalto ghiacciato. La musica è possente, avvolge tutto come la neve. "Storm Och Längtan", con il suo incedere prima veloce, poi lento e delicato come la chitarra acustica che stempera le urla del cantante, fa riaffiorare emozioni che graffiano il cuore, che scombussolano lo stomaco e fanno sentire calore nella gola. Lui stringe le mani sul volante, le nocche gli si schiariscono. Rabbia, rancore, tristezza. Ogni volta che torna lassù, in quel paese dimenticato da dio, quelle sensazioni che di solito si nascondono in un anfratto della sua anima tornano a farsi sentire, più forti che mai.
"Vi Går Och Går Och Går Sönder" è una pesante e sublime canzone dai suoni freddissimi, che fa sgretolare le pareti del cuore, anche se sembravano indistruttibili. Madre, pensa lui, perché hai deciso di andartene proprio adesso? Perché mi hai costretto a tornare qui, dove tutto è cominciato e da dove io sono scappato? Mentre guida, ripercorre con la mente quei momenti bui che cominciavano a sembrare ormai lontani. Ascoltare la musica della band svedese è come rivedere i filmini della propria giovinezza, di quei momenti famigliari in cui si credeva che la tristezza e la solitudine non sarebbero mai arrivate.
Lo spettrale pianoforte che introduce l'epica "Ett Hjärtats Svedjebruk" è come un pugno dritto in pancia. Era scappato da lì, si era lasciato tutto alle spalle per farsi una nuova vita, per lasciare che il mondo esterno potesse liberarlo da quel dolore. Era scappato perché aveva paura. Paura che lei se ne andasse, e lo lasciasse solo. Ora che è davvero accaduto, è rimasto solo. Lacrime gli sgorgano dagli occhi arrossati, ma lui le ricaccia dentro e pigia il pedale dell'acceleratore proprio quando le chitarre nella canzone si fanno incalzanti, velocissime.
E poi eccole. Le prime case del suo paese natale. Case che appaiono come vecchie donne centenarie, intente ad osservare le poche persone che passano per quella strada solitaria. Rallenta, e dal finestrino appannato guarda quel paesaggio silenzioso. La fontana congelata, la piazzetta con la statua di un santo, il campanile che spunta ancora fiero dai comignoli fumanti. "Alfa Och Omega" è un brano perfetto per descrivere in musica le immagini che lui vede attraverso il finestrino. Calmo e docile in apparenza, ma che nel suo momento migliore sfoggia grida di rabbia e frustrazione.
Parcheggia a fianco al marciapiedi, spegne il motore ma lascia accesa la musica, ancora per un attimo. Fa un profondo respiro, si gode il muro di chitarre della sconvolgente "Vi Som Försvann", che i cinque svedesi suonano magistralmente dimostrando di essere una delle migliori band europee degli ultimi tempi. Un tumulto di sensazioni, un fiume di emozioni che fanno sciogliere il ghiaccio che là, fuori dall'auto, soffoca tutto. Lui ora trema, piange silenziosamente, e le lacrime gli gocciolano dal mento. Piange, si sfoga dando pugni al volante freddo. Come farò ora senza di te? Come farò ora senza nessuno che mi ama? Torna da me, torna da me.
L'album dei Vi Som Älskade Varandra Så Mycket (traducibile in italiano come "C'eravamo tanto amati") racchiude in sé otto capolavori. Otto brani perfetti, che gridano rabbia, sputano energia, vomitano bellezza. Un disco grandioso, un suono sublime che si appiccica alle pareti del cuore per non staccarsi più. Non sono solo, pensa lui osservando l'autoradio che ora tace. Con me c'è sempre la musica, l'unica che può salvarmi dal buco infinito e nerissimo che è la vita.
Trae un profondo respiro, apre la portiera. Si infila guanti e berretto, il suo fiato crea nuvolette bianche e impalpabili. Si avvia sul vialetto della sua vecchia casa, calpestando la neve scricchiolante. Sono venuto a salutarti per l'ultima volta, madre, pensa con un sorriso triste. Sono venuto a dirti addio.
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