‘Il Mago di Oz’ è da tempo divenuto un classico, senza tempo a causa dell’universalità dei temi tradotti in pellicola nel ’39. La sua stesura e ideazione risale al lontano 1900 dalla penna di Frank Baum, e acquistato molti anni dopo da Louis Mayer (MGM); solamente l’anno prima Biancaneve e i sette nani aveva segnato un il record d’incassi assoluto.

Il film raggiunse un costo complessivo di 2.6 milioni, cifra molto alta per il periodo, mentre un'altra grossa fetta di merito è senz’altro da attribuire a Judy Garland, allora preferita a Shirley Temple per il ruolo principale di Dorothy.

La storia inizia in bianco e nero con Dorothy e il suo cagnolino in fuga dalla fattoria degli zii alla ricerca di posti fantastici, salvo rendersi conto di arrecare un grosso dispiacere ai suoi familiari quando però ormai in balia di un forte tifone che sradicherà lei e la sua casa dal terreno e in alto verso le nuvole, trasportandola nella terra di Oz (in tecnicolor), dove precipiterà con la sua casa sulla Strega dell’Est, uccidendola, liberando la terra degli gnomi di Munchkin, scatenando al contempo l’ira della sorella, la Strega dell’Ovest.

Il suo cammino per fare ritorno a casa sarà difficile, ma porterà all’incontro con personaggi strambi come Lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta e il Leone Codardo nel tentativo di raggiungere la Città di Smeraldo e il Mago di Oz, l'unico in grado di riportarla a casa.

Nel cast troviamo Frank Morgan che interpretò ben cinque personaggi nel film, tra cui quello del Mago di Oz. Mentre per il personaggio del Boscaiolo di Latta fu fatto un scambio di attori causa l’incidente dovuto alla polvere di alluminio adoperata per il trucco, e che comporto il quasi decesso del primo interprete. Anche l’interprete della strega cattiva subì un incidente sul set - aneddoti che forse minano un po’ di quell’atmosfera idilliaca e di magia copiosamente profusa dalla film.

Splendida la canzone iniziale, ‘Over the Rainbow’ cantata da Dorothy, le cui liriche evocano l’ingresso dal mondo terreno e arido della fattoria, priva anche di fiori per quanto arida, a quello della fantasia, rappresentato dall’arcobaleno.

Chiaramente però sul piano degli effetti speciali, la comparazione con i film odierni è abbastanza impietosa, tanto che il set sembra più uno scenario teatrale; ma la storia creata dalla fantasia di Baum, che aveva già prima del film contagiato milioni e miolioni, quella rimane difficilmente bissabile.

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