Ritornano dalle nebbie di tempi lontani - grazie alla Black Widow di Genova, un’etichetta di culto per tutti gli appassionati di prog - i mitici Kingdome Come, il leggendario gruppo dei primi ’70 – all’epoca all’avanguardia grazie all’uso del VCS3, del mellotron e del theremin - di Arthur Brown, personaggio carismatico e influente della scena psichedelica e prog dell’epoca.
Il bizzarro e funambolico leader lasciò poi le sorti del gruppo al rivoluzionario tastierista americano Victor Peraino. E’ proprio quest’ultimo che ha rispolverato la gloriosa sigla riuscendo a coinvolgere lo stesso Arthur Brown. L’album presenta delle tracce inedite oltre alla rivisitazione di piccoli classici provenienti dall’album di esordio (1968), da “Journey” (1973) e da “No Man’s Land” (1975), disco ristampato di recente sempre dalla Black Widow dove però Arthur Brown non c’era più. Il sound è una potente miscela di space-rock, hard-rock e psichedelia.
Il risultato finale convince però solo in parte. Le sonorità usate sono troppo “moderne” e suonano false e artificiose fin dall’iniziale “We Only Come To Help You”, uno degli inediti. Neanche le riproposizioni dei classici con alla voce Arthur Brown fra cui I Put A Spell On You riescono a risollevare più di tanto la situazione. Altrove le cose vanno però meglio come in “Empires Of Steel”, grintosa e con delle incisive chitarre in evidenza. Chiude la cover di “Don’t Let Me Be Misunderstood” di cui ricordiamo l’interpretazione degli Animals di Eric Burdon .
Oltre al cd c’è anche un dvd che propone 5 tracce di un recente concerto registrate dal vivo a Detroit oltre a un video promozionale del 1980 di “Demon Of Love”. Si tratta di materiale di un certo interesse soprattutto per i fans. Un album che, in ogni caso, racchiude qualche bel momento e che piacerà ai nostalgici.
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