Erede di Paolo Conte e quindi, per forza di cose, Tom Waits italiano (eccone un altro). Con questa ingombrante etichetta appiccicata sul groppone fin dai suoi esordi, Vinicio Capossela ha dovuto sgomitare parecchio per affermare una sua identità. Se alla fine c'è riuscito è grazie a dischi come questo, che pur mostrando innegabili legami con i due illustri modelli, ha un'ambientazione e un clima del tutto propri, finalmente (diciamolo) caposseliani.
Sono storie di balordi che ammazzano la notte in qualche modo nel retro di un furgone con le molle rotte, di Mustafà tarantolati dalla nostalgia appena sentono un vento che "viene d'Affrica" come loro, di feste paesane pacchiane ma spassose, di luoghi con nomi che sembrano una burla ("Contrada Chiavicone"), ma con tanto di cartello del Touring Club a testimoniare che esistono davvero. È la provincia italiana, ma quella più viva e acre, reale e contemporanea, ben diversa da quella contiana, un po' addormentata e immersa nei sogni di un passato non troppo lontano, anche se già mitizzato. Caso mai è un mondo più vicino a quello dei disgraziati d'Oltreoceano immortalato da Tom Waits, ma più familiare, alla buona, dove al posto del velenoso cocktail "whisky + droga" ci sono le quarantatrè Peroni che Mastro Sentimento si scola nell'irresistibile "Al veglione", vero concentrato d'ironia e comicità, anche se musicalmente poco più di una marcia bandistica.

Se vogliamo anche "Il ballo di San Vito" non va molto oltre la tarantella, con tanto di tammorre e sonagli, ma questi episodi casualmente folk non devono trarre in inganno: sono tocchi di colore, innesti che vanno ad arricchire ma non a modificare il robusto tronco jazz-blues, con rami in direzione dei ritmi latini, da cui ha origine la musica di Capossela. E qui, più che nei testi, si sente la parentela con l'Avvocato di Asti: basta sentire la splendida, malinconica "Morna", che prende il titolo dalla tipica musica di Capo Verde, ma ricorda piuttosto certi lenti tanghi e milonghe.
Altri preziosi momenti di dolcezza: "Le case", quadretto surreale i cui colori notturni sono magistralmente dipinti da un duetto jazz tra pianoforte e tromba, e "Pioggia di Novembre", con un giro impressionistico di note di pianoforte. Un Capossela raffinato, che non sembra neanche parente di quello dei quadri paesani stile "Al veglione", ma si tratta di un autore poliedrico, di cui resta ancora da scoprire il lato più "waitsiano". Ecco allora "Il corvo torvo", blues d'altri tempi, della serie "non sparate sul pianista", "La notte se ne è andata", blues acido e incazzato, chitarra senza fronzoli stile "Hang on St. Christopher", guarda caso proprio dello stesso Marc Ribot, che suona in tutto il disco. Anche "L'accolita dei rancorosi" con il suo ritmo dondolante e spezzato, da pendolo guasto, e il sinistro sussurro della voce "incazzosa" di Vinicio, appartiene al mondo ideale delle canzoni "sbilenche" di Tom Waits.

E così, citando la voce, sono arrivato al punto dolente, quello che rovina almeno in parte la fantasia, l'ironia e la musicalità di questo nostro autore, purtroppo anche cantante. Quando va bene, sui toni bassi, è afona e impersonale, lontana sia dall'aristocratica raucedine di Paolo Conte che dal diabolico urlo da orco di Tom Waits. Se poi si lancia verso impennate improvvise, viene fuori un mostruoso incrocio tra Topo Gigio e Bruno Lauzi, con prevalenza del primo, e allora puoi cantare i jazz più notturni, i blues più tosti, ma alla fine tutto viene falsato e perde valore. Peccato, perché la musica di Vinicio Capossela non se lo merita.


  • sylvian1982
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Purtroppo come Tom Waits e Paolo Conte, anche il buon Vinicio fa parte della schiera dei musicisti che poco digerisco. Questo disco ce l'ho e l'avrò ascoltato al massimo tre/quattro volte. Ci tiro dentro anche Guccini (un altro quasi intoccabile), ma io dentro ai loro dischi ci sento veramente poca musica. I testi mi hanno sempre incantato in maniera marginale. Poi, forse, saranno 'ste tarantelle, polke, valzer ecc.ecc. che non mi toccano l'anima. E che ci vuoi fare...
    Recensione brillante, come al solito.
  • Massimof
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Ottima recensione. Ma il disco non mi entusiasma per niente. E non mi piace perchè le sue storie (e la sua musica) sono troppo barocche. Troppo piene di inutili orpelli (come si diceva una volta). E qualche volta un pò falsotte (o almeno così suonano).
  • odradek
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Beh, non mi esprimo sul disco di Capossela che non mi è mai interessato, e a volte trovo irritante. Ma è davvero una questione di gusto personale e non un giudizio di qualità. L'ho sentito improvvisare al piano, in occasione di una strana serata tra "amici" e mi è parso addirittura bravo.... Volevo però esprimere un'opinione, quella non esclusivamente personale, sull'accostamento tra Conte e Waits. Sembra piuttosto naturale, per via di qualche similitudine, specie nell'sapproccio vocale. Ed è molto diffuso. Mi è sempre parso fuorviante e poco pertinente. Quel che conta, però, è che la pensa così anche l'avvocato, che ritiene che il suo "parente" più prossimo sia Randy Newman, non riconoscendo significative similitudine con T.W.
    Detto questo ottima la recensione di Grasshopper, Topo Gigio incluso.
  • Grasshopper
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Odradek ha ragione: io infatti parlo di "etichetta" che automaticamente viene appioppata al povero Vinicio: erede di Conte, quindi Tom Waits italiano. La successione non è affatto logica, come ho spiegato ampiamente nella recensione di "Franks Wild Years"
  • ajejebrazorf
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    La penso come Odra. Aggiungo che per quello che ho sentito di Capossela, mi pare un epigono di Waits in tutto e per tutto (pure nella band, mi sa che se chiamo Ribot viene a suonare pure con me, suona dappertutto), ma non ha un decimo del talento smisurato di Tommaso, che si limita a scopiazzare con meno genio e ispirazione: impresa difficile del resto, stare al pari con Waits. insomma tutto ben fatto, tutto già sentito, tutto già fatto. Forse mi sbaglio che questo non ce l'ho,ho canzoni a manovella e live in volvo, magari qui è più ispirato...
  • Hal
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Dei confronti Conte Waits Capossela se ne parlò proprio nella recensione di Django. e comunque io non sono molto in accordo con queste etichette e giudizi. E' stato accostato a Conte agli esordi è vero, ma Capossela ha preso strade diverse. Che Waits sia un riferimento per lui è indubbio, ma secondo me Vinicio ha maturato con il tempo un suo stile abbastanza riconoscibile, proprio "canzoni a manovella" per me è un disco di Capossela. E ugualmente non concordo sul fatto che la sua musica sia espressione solamente di un già sentito in tutto e per tutto. Secondo me miscela bene suoni "già sentiti" in qualcos'altro. Ed alla critica che in lui "c'è poca musica" penso che sempre Canzoni a manovella sia la risposta che non è vero. Per quel che riguarda la voce - allontanandomi dai confronti con mostri sacri - a me piace anche per l'uso "teatrale" del cantato, se così si può dire. Insomma, come sempre, solo opinioni.
  • El Guevo
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    l'accolita dei rancorosi è stata liberamente ispirata alla confraternita del chianti di John Fante
  • Recensione: Opera:
    Non sono d'accordo. Credo che capossela abbia preso sì le mosse dai vari waits e conte, ma che ormai sia da tutt'altra parte. Se guardate canzoni a manovella vedrete che di waits, a parte l'attitudine, è rimasto ben poco. Non c'è più spazio per quadri metropolitani o storie marginali, capossela si è ormai buttato a capofitto in un mondo letterario e (sì) barocco, le cui radici più sentite sono nella patafisica di jarry. Musicalmente poi ha assorbito influenze folk europeee sì, ma anche italiane, quindi non segue pedissequamente waits, ma ci si ispira (i modelli li hanno tutti) per poi giocare con materiale più vicino alla sua sensibilità (i jazz blues degli inizi per fortuna li sta abbandonando).
    Ma poi, cazzo d'eva, non ha neanche quarant'anni e sforna cose come canzoni a manovella... Mi sembra cretino fare paragoni con chi come il buon waits ha decenni di carriera sul groppone. Dategli tempo e smettete di sparare a zero per il gusto di farlo.
  • Grasshopper
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Holden, ma chi stai rimproverando (e segando con un 2) ? L'hai letto almeno un pezzettino di recensione ? Proprio nelle prime righe si dice che finalmente Vinicio ha trovato una sua identità (e fin dal Ballo di San Vito, che è del '97. Figuriamoci con Canzoni a manovella... Il 2 allora è per i commenti successivi, ma in tal caso che cazzaccio c'entro io ?
  • kosmogabri
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    giusto.... io l'ho sempre visto come una via di mezzo musico-letteraria, un Fante-Bregovic con un pizzico di Waits (un pizzico ci sta)... a me è simpatico, e questo mi basta. :)
  • ajejebrazorf
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    holden, mi scuso se posso overti offeso in qualche modo...tuttavia la mia è solo un'umilissima opinione, che poi sia drastica ok, ma la vedo così: non nego la bravura di Capossela assolutamente, diciamo che quando 'ho ascoltato venivo dall'ascolto di tutta a discografia di Waits e il confronto era inevitabile, e per me inevitabilmente a sfavore di Capossela. Ripeto: molto molto bravo, ma non mi ha detto niente di nuovo, magari l'ho ascoltato distrattamente ma l'ho trovato semplicemente un Waits italiano e meno dotato, senza spunti particolarmente originali, anche se con infuenze popolari italiane più marcate. Ma se uno non conosce Waits e cerca qualcosa di particolare in Italia, Capossela è ovviamente consigliatissimo. Ho sparato a zero di nuovo?:)
  • odradek
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Contributo alla media. Tiè
  • kosmogabri
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    (giusto a quello che dice Holden, intanto Grass ha postato il suo commento...)
  • odradek
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Ritiè
  • odradek
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    A manovella
  • antimo_d
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    beh, io sto disco lo amo visceralmente, così, di pancia... così come di pancia non son mai riuscito a innamorarmi totalmente di waits, cerco di fare un po' di ordine nella mia testa...
  • Eneathedevil
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    E allora riequilibro anch'io, anche perchè come al solito la rece merita :) Holden, lascia stare Ajeje: nel 90% dei casi non ha cognizione di quello che scrive... è un bravo ragazzo, s' impegna, ma credo che dovrà ripetere l' anno :)
  • antimo_d
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    naturalemente la musica non è particolarmente originale: scherzando con gli amici notavo che 'la notte se n'è andata' sembra dei Ladri di Biciclette e 'pioggia di novembre' di un Gino Paoli... però il tutto mi piace nel complesso, soprattutto le sue storie mi piacciono: sono teatralmente sopra le righe (spesso) ma è una deformazione della realtà da sguardo ubriaco, a volte sottile, ma soprattutto in grado di ridisegnare la realtà derelitta in maniera gustosa, capace di rendere la vita più sopportabile e bella, come le iperboli (diverse, ma faccio riferimento all'attitudine) del protagonista di 'Big Fish' di Burton; in questo contesto di ridefinizione 'teatrale' trovo calzante la sua voce deformata (aha topo gigio, è vero, ma sta trasformandosi in meglio, vedi 'canzoni a manovella'); a questo aggiungo una forte simpatia per il personaggio, l'ho visto due volte dal vivo (oltre ad aver visto un suo dvd) ed è davvero trascinante e profondamente 'umano', per me... quando poi parlo di sottigliezza, è riferendomi a pezzi come 'morna' e 'le case', che, sempre sulla falsariga di una redifinizione romantica del reale, mi sembrano comunque dotate di testi ficcanti... se, poi, si è mai vissuto situazioni simili a quelle descritte ne 'al veglione' risulta semplice avvicinarsene con piacere (i personaggi di Tom Waits non li ho mai conosciuti di persona...)
  • Recensione: Opera:
    Uh, grass, il voto alla recensione era per la recensione in sè, che non mi ha entusiasmato (anche se il voto era esagerato, aspè che alzo) aldilà del fatto che tutto sommato sono d'accordo con te (apparte che io lo preferisco popolare che jazzy). Il commento era per i commenti. Oki?
    ajeje: il discorso è semplice: waits è sopra capossela e ok, però è inutile ricordarlo a ogni piè sospinto. Lui stesso ammette di idolatrarlo, ma credo anche che ormai se ne sia smarcato. Adoro waits, ma giuro che ascoltando canzoni a manovelle non ne vedo che il retaggio antico, come l'eredità dei padri. Il "tutto già sentito", inoltre, è un disco vecchio. Secondo molti tutto è già stato detto e fatto (e scritto). Il postmoderno è l'era della rimasticazione e della citazione, ogni atto artistico parte necessariamente da qualcos'altro per svilupparsi poi autonomamente. Scommettiamo che tra dieci anni non troverai in capossela più nulla di waits? Sempre che non schiatta prima di cirrosi epatica, s'intende..
  • odradek
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Può non interessare o non piacere un autore? Si può dire? Se i commenti condividono perplessità in parte espresse in una recensione o ne aggiungono altre, la soluzione è stroncare la rec. medesima, che è invece scritta perlomeno con cura e attenzione, a differenza di molte altre? E' lecito, o anche solo necessario, ogni volta infilare qualche considerazione sullo stato delle intelligenze o sulle affermazioni altrui ("..mi sembra cretino")per esprimere o difendere le proprie? O decidere, come leggo altrove "...chiunque conosca questo artista la pensa come me" (citando a memoria, ma il concetto rimane quello )Affermazioni di questo tipo, atteggiamenti di questo tipo, minano alla radice il senso stesso di una conversazione. Perchè deve trasformarsi tutto così spesso in qualcosa che somiglia a una questione tra tifosi? Eppure occasioni di incrociare punti di vista, informazioni, suggestioni diverse, ce ne sono quasi in ogni recensione... a me pare di incontrare sempre più spesso schermaglie e sempre più raramente dialogo, in alcuni casi me ne vado per non dover entrare in certe logiche, altre volte non riesco a fare a meno di ripetere 'ste cose. E risultare noioso. Vabbè, saluti.
  • odradek
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Precisazione.Il mio post precedente era scritto prima della rettifica al voto da parte di Holden.
  • Grasshopper
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Tutto chiaro Holden: allora va bene anche il 2, se la recensione non ti piace (ci mancherebbe). Il fatto è che era associato al rimprovero a chi ha sparato addosso a Capossela, e io non sono tra questi.
  • Eneathedevil
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Grasshopper, ti ho mandato un messaggio, quando puoi rispondimi :)
  • Anonimo
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    non lo conosco, e quindi non lo giudico, ma il titolo mi ha fatto venire in mente "St Vitus Dance" dei Black Sabbath (da Vol 4), mi pare che il "ballo di san vito" fosse lo sballo provaocato dalla cocaina... ha qualche attinenza con capossela?
  • SpeedKing
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    non lo conosco, e quindi non lo giudico, ma il titolo mi ha fatto venire in mente "St Vitus Dance" dei Black Sabbath (da Vol 4), mi pare che il "ballo di san vito" fosse lo sballo provaocato dalla cocaina... ha qualche attinenza con capossela?
  • Hal
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    bé dato che ci siamo ricordiamo anche Pascal Comelade nelle influenze di Capossela. influenze dalle quali si è ben emancipato (mi pare che fosse scritto non solo nella rece, ma anche nello spazio dei commenti). Anche io l'ho visto due volte dal vivo e fra il primo concerto ed il secondo c'è stata un'evoluzione netta.
  • ajejebrazorf
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Holden, per quanto io riconosca di avere la brutta abitudine ( deformazione da appassionato) di fare classifiche, non mi importa di ribadire che Waits sia meglio, quanto di dire che secondo me Capossela, nella sua padronanza di musiche, strumenti e arrangiamenti è non troppo originale, non ha un vero motivo, un'urgenza (che vedo invece in Waits) non so bene come spiegarmi: lo trovo un po' manieristico forse. Ma forse ha ragione il caro Enea, sparo molte vaccate of course, ma presunzione ne ho poca, volevo solo dire la mia. Ciao ciao:)
  • Recensione: Opera:
    Non volevo assolutamente fare un processo,nè attaccare nessuno. Solo mi irritano le classifiche e i paragoni forzosi (tra chi è ormai un mostro sacro e chi tutto sommato si sta facendo ancora le ossa).
    Odradek: non volevo ovviamente fare apprezzamenti sull'intelligenza altrui, tanto più che il più grosso genio più fare la più grossa cretinata. Però se credo che un certo procedimento mentale sia non particolarmente sveglio lo dico, così come chiamo ciechi i ciechi e evito caldamente l'ipocrita non-vedente. Non voglio con ciò ovviamente offendere nessuno, e se l'ho fatto mi scuso. Come diceva totò, a volte l'educazione è solo vigliaccheria... :)
    Ajeje: non sono d'accordo, soprattutto con l'ultimo cd capossela ha perso del tutto il manierismo che sicuramente aveva all'inizio (i primi due cd, diciamo). Aspetto curioso il prossimo, per vedere se mi ero sbagliato oppure no.
  • Recensione: Opera:
    Tra l'altro, odradek, son d'accordissimo con te come credo di aver già scritto da qualche altra parte dove tu, paziente, ricordavi le stesse cose.. Ah, lo spirito della dialettica.. :D
  • pacino
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    arturobandini-vinicio cappossella se la cava assai bene in quel che fa. Non è certo Tom Waits, ma chi lo è (se non TW)? Valga per lui quello che S.Veronesi ha detto di John Fante: c'è nella sua scrittura un'irrequietezza simile agli stravolgimenti ormonali dell'adolescenza. E il ballo di San Vito rimanda di certo sia alla malattia che prevede dei movimenti incontrollabili e improvvisi (e al santo che dovrebbere proteggere gli ammalati) sia alla danza irrefrenabile di San Vito Lo Capo... da vedere almeno una volta (sia vinicio dal vivo, sia il ballo)
  • odradek
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Holden, avevo posto un po' di interrogatiivi e non avevo neanche accennato a processi. E non riguardavano solo questa pagina, ma il modo di avviare e condurre la "conversazione" Tutte opinioni personali, naturalmente. Poi, sai, è sempre interessante conoscere le intenzioni. Quel che leggiamo, però, sono i risultati... Hai pure corretto il tuo voto, ammettendo un'esagerazione, e non è poca cosa.
    Chiudi la questione citando Totò,e va bene. Magari ci concedi anche la possibilità di esprimere "ogniccosa" senza usare alcuni termini, nè atteggiamenti, e senza per questo essere ritenuti vigliacchi? Molto gentile, grazie.
    A proposito di non vedenti. Anch'io detesto neologismi ed eufemismi, (sono cecato e quindi ipovedente, pensa un pò)quando servono a celare. Mi pare invece divertente il loro uso, a volte, in contesti e con intenzioni diverse. Questioni di linguaggio,di comunicazione, di stile. Insomma, come direbbe il mio filosofo di riferimento, Toni da Lavello: tutta roba da fare in culo.
    Ciao.
  • odradek
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Visto mai, il ballo di S.Vito? Ma dai, Pacino, te gusta il Fante? Una moglie per Dino Rossi,(ma non ci giurerei, il titolo potrei storpiarlo 'che è un'altro di quelli prestati e mai riavuti)a differenza degli altri è uscito per Sellerio.Quello, che non vedo mai citato, era bellino. Complessivamente, compreso "Aspetta primavera", invece mhhh...ha ragione il Veronesi, e proprio per questo....
    Sto rileggendoli, nei ritagli, i racconti di Tommasino. Ci vorrà un po'.La mia prima top 5. Non l'avrei mai fatto.Grazie
  • El Guevo
    3 ago 05
    Recensione: Opera:
    Caposella ha tratto solo una canzone da Fante, non è che tutta la sua produzione sia molto vicino a questo autore, comunque di Vinicio una cosa bisogna dirla, ruba un po' dapertutto, Waits, Bregovic, Kusturica, Bukowsky, Byrne, melodie popolari da tutte le parti del mondo ma allo stesso tempo bisogna riconoscere che è uno dei più originali nel panorama italiano.
  • Grasshopper
    4 ago 05
    Recensione: Opera:
    Enea, ti ho risposto, ma ho perso le tracce della risposta. Spero sia arrivata (momentaneamente sono scollegato dal mondo, e quindi anche da debaser, per problemi tecnici
  • primiballi
    4 ago 05
    Recensione: Opera:
    annosa e forse irrisolvibile questione Capossela / Waits / Conte. Dico la mia: di Conte ha pochissimo, se non una vaga somiglianza in un certo provincialismo (in senso ovviamente buono)dei testi. Poi una somiglianza d'arrangiamenti, per entrambi nel periodo "Antonio Marangolo" (purtroppo finito per Conte, per fortuna per Capossela...). Su Waits sono più severo: lasciando perdere il lato letterario della questione (alcune differenze sono evidenti) musicalmente è identico ma meno geniale (l'uso ostinato del grandissimo Marc Ribot ne è prova imbarazzante). Per intenderci, questo disco potrebbe essere il suo "Bone Machine", senza averne fascino e assoluta innovazione. Purtroppo Capossela senza Waits è semplicemente inimmaginabile. Poi, purtroppo, la voce è quella che è. Ci si abitua e alla fine ce la si fa anche piacere, ma è un limite che sfiora l'oggettività. Concludo anch'io con un "peccato". Sì...perché talento ce n'è...e tanto...
  • pacino
    4 ago 05
    Recensione: Opera:
    primiballi hai ragione: marc ribot è grandissimo davvero, allora chi la fa una rece "marcribotica"?. x odradek: c'è stato un periodo in cui il fante mi è aveva preso (con quelli della marcosymarcos), ora è un po' in retrovia ma non smetto di provare simpatetica attrazione per la sua biografia
  • Enkriko
    6 ago 05
    Recensione: Opera:
    E basta co 'sto imitatore del tubo!
  • Anonimo
    24 nov 05
    Recensione: Opera:
    a me la voce di vinicio piace, sui toni bassi si perde un po' ma sugli alti è composta e pulita.... cazzo dite?
  • FERDY
    31 gen 06
    Recensione: Opera:
    EH si Capossela o si adora o si odia....
    Ma possibile che non si possa giudicare un lavoro per quello che è in maniera distaccata,incondizionata senza fare sempre inutili paragoni o confronti solo x antipatia personale? Se Capossela è il clone di Waits (che sicuramente lo ha e continua ad ispirarlo e ditemi che male c'è) allora Bukowski dovrebbe essere il clone di J.Fante o del primo Hemingway dai quali ha sicuramente preso e non poco sviluppando poi uno stile suo. Leggetevi la meravigliosa prefazione che il mitico Chinaski ha fatto in Chiedi alla polvere di Fante.. ecco lo stesso secondo me vale x Vinicio.
    Comunque venendo al disco in questione x me si becca un bel 4 come la recensione.
    Saludos. PS: Se poi ascolto Closing time di Wayts allora ci trovo molto Dylan,addirittura Neil Young e la tradizione country americana ma resta un bellissimo disco.
  • noodles
    1 lug 06
    Recensione: Opera:
    Capossela è uno dei grandissimi del panorama italiano, mi è piaciuta molto la rece però non concordo con il commento sulla voce che trovo azzeccatissima con il suo timbro da ubriaco per raccontare queste storie di balordi....cmq io c'ho il Ballo di S.Vito e non mi passa
  • MBK1d
    12 ago 06
    Recensione: Opera:
    ho sentito sl cm canzone il ballo dsan vito e mi piace
  • Martello
    28 set 20
    Recensione: Opera:
    Ho il ballo di San Vito e non mi passa

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