Sono sempre contento quando parlo di Vinicio Capossela. Artista originale come pochi riesce, ogni volta che lo ascolto, ad infondermi una sensazione di imprecisato piacere dei sensi. Chiamarlo "Greatest-hits" é un po' forzato se si pensa al personaggio in questione: Vinicio é uno che non merita termini così tanto legati al music-business. La prima, "Si é spento il sole", é il rifacimento di una delle prime canzoni di Celentano datata 1958 e si addice in maniera molto consona all'atmosfera generale della musica di Vinicio. Tutto quello che segue é semplicemente sublime: si percorre un viaggio all'interno di una cultura musicale, quella legata alla terra e alle radici a cui Vinicio ci ha abituati, che risulta impossibile definire con una sola parola o una sola espressione. Si passa da "Marajà" a "Il ballo di San Vito", da "Zampanò" a "Che cossé l'amor", dal tango di "Morna" e "Con una rosa" al mambo di "...e allora mambo" fino a sfiorare leggiadri sentimenti d'amore puro con "Non é l'amore che va via". Da ascoltare con attenzione, per chi non l'avesse ancora fatto, "Una giornata senza pretese" che nella sua semplicità é da sempre una delle mie preferite.

Interessante infine l'interno del booklet che propone, oltre a tutti i testi in italiano, anche la traduzione di tutti i testi prima in francese e poi in tedesco. Ma ora basta perché, come ho già detto, Vinicio non é personaggio da trattare con la ragione gravida di dettagli tecnici ma é uno dei pochi che merita l'attenzione di tutti i nostri più profondi sentimenti e noi dobbiamo concedergli tutto quello che il nostro cuore é capace di dare. Credetemi: vale davvero la pena.
"...nel cielo di cenere affonda il giorno dentro l'onda, sull'orlo della sera temo sparirmi anch'io nell'ombra, (...) vedovo di te..."

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