Non è che ho molta voglia, ma il mio ego deve essere sfogato, il sangue che è in me deve essere liberato per inondare dei poveri innocenti.
Ho pensato a questo prima di scrivere la recensione, e questo avrà pensato Vinicio prima di pubblicare questo meraviglioso disco. Un disco crudo, sporco, rabbioso, cattivo e sopratutto vivo. Un disco che parla di Cristo e di Troia, di fede e di meduse, di minotauri e di C'era una volta in America.
Vinicio è al suo massimo, lo si capisce dal primo pezzo una "Brucia Troia" paurosa, eccesiva sregolata, come tutto il disco e come Ribot come tutto, come il coro che canta Pena dell'anima a scuarciagola. Un Live teatrale e magico che per tutta la vita mi farà rimpiangere di non avervi preso parte.
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