Aora, utenti bèłi, a mi me son todałmente dixintossegà, e a ve rezensisco ('n itałian) na còer moðernista de Bruno Làussi, on dii mè audor-intèpredi faoridi dea nostra cansun, dezeðudo neł 2006.
..In uno degli ultimi commenti alla mia passata (ora faccio non poca fatica a chiamarla) recensione ho notato con garbo come mi venise consigliato l'ascolto di un brano, ormai risalente a ben più d'un mezzo secolo fa, che riporta l'accettamento dell'abbandono di una cattiva compagnia d'amore apparente, con un fare se vogliamo opposto alla moda neomelodica (e non necessariamente napoletana per scuola), in un momento storico lungo il quale cominciavano le grandi realizzazioni viarie e ferroviarie nella Penisola, tutte robe precedenti al Ponte Morandi, quella "diavoleria là in Genova" dicevano spesso i profetici nonni (cui peraltro non ha mai preso la scuola neomelodica..solo canzoni tradizionali venete e canti di montagna!). Poche ore dopo, mi sono concesso di vedermi l'esibizione dal vivo di Lauzi nel programma musicale "Questo e quello" condotto dal diversamente comodo e gradito Giorgio Gaber nel 63-64, dove veniva messo l'accento sia alla canzone tradizionale italiana che alle moderne tendenze della musica leggera nazionale..ma soprattutto mi sono concesso di vedermi la comburente e fiammeggiante versione sudamericaneggiante del germano-irpino Vinicio Capossela al 33° premio Tenco, la cui col passarmi dei minuti letteralmente mi era entrata in testa , un vortice incalzante di emotività in musica! Ed lle cover d'autore fatte da Piccola orchestra Avion Traavel può benissimo "congiungersi" una Viva la Libertà Lauzìaca.
Inoltre, non vedo l'ora di fruirmi e godermi il tributo Bruno Lauzi & Aa.Vv. - Il ClUbtenco,
forse mi toglierei pure la prosecco-patia! s-ciau s-ciau
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