È il 1985. Sono 4 anni che i Virgin Steele sono in attività, e giunge il momento della pubblicazione del terzo disco: "Noble Savage". È questa l'opera con la quale si fonda definitivamente il personalissimo e inconfondibile stile del gruppo, definito dai più Romantic Epic Metal. Perché Romantic Epic Metal?

La musica proposta dai 4 newyorkesi è stata spesso confrontata con i più famosi cugini chiamati Manowar, ed è forse in questo confronto che emerge la loro reale personalità. Se i Manowar sono l'epic votato unicamente all'aggressività e alla poca elaborazione musicale, i Virgin Steele sono l'esatto opposto. Sono l'epic “colto” (si fa per dire), ricco di eleganti tastiere, con spiccate tendenze al liricismo, dovute principalmente alla passione per il pianoforte del cantante-leader David DeFeis, vera istituzione del metal. Il suo screaming è sicuramente graffiante e trascinante, ma si alterna con facilità ad un falsetto suadente e melodico che, affiancato da un lavoro di chitarra preciso e curato da parte di Pursino, piega il gruppo in direzione non di una maggiore ruffianeria, ma sicuramente di un fascino tutto nuovo nel mondo dell'Heavy Metal.
Ma come detto sono solo i primi vagiti di un'idea musicale che deve essere ancora appieno sviluppata. E infatti ogni tanto il gruppo si trova ancora a pagare il pedaggio a stilemi altrui, ad esempio il finale dell'opener (chi ha detto Joey DeMaio?), o “Rock Me”, evidentemente in continuità con il grande Hard'n'Heavy di W.A.S.P. e compagnia bella.

Il valore del disco, tuttavia, oltre che nel song-writing di alta qualità, sta nei momenti in cui sbocciano le idee davvero nuove. Mi riferisco al chorus della splendida “Thy Kingdom Come”, e alla title-track, che anticipa per molti aspetti la successiva produzione dei Virgin Steele. Nel 1996 il disco viene prodotto nuovamente e rimasterizzato, in onore del decennale, aggiungendo addirittura 6 bonus track oltre alle 10 già presenti, tutte originariamente scritte per questo disco ma lasciate fuori per problemi di spazio.

In realtà il disco in questa edizione risulta prolisso, e fa più fatica a nascondere i suoi difetti: la band è ancora un poco acerba, ma il talento è immenso, e non tarderà ad uscire allo scoperto.

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