I Vision Divine dell'ormai ex-Labyrinth Olaf Thorsen sono una delle poche band di power metal in Italia a dimostrare di essere un gruppo di validi ed esperti musicisti, anche se a volte il loro vero valore è stato oscurato da abbandoni (vedi Fabio Lione, Matt Stanciou), noie discografiche ed impegni con le bands madri.

Il disco in questione si tratta dell'ominimo Vision Divine uscito nel 1999 per l'allora neo-costituita etichetta discografica italiana Atrheia Records, che ebbe l'onore di dare come sua primissima stampa questo album adornato da un artwork stupendo. Per l'occasione il chitarrista solista dei Labyrinth  Olaf Thorsen riunisce a se Fabio Lione, Andrea Torricini (basso), Andrea De Paoli (tastiere) e Matt Stanciou (batteria), gente già attiva nell'underground power metal italiano. Il risultato è un album di freschissimo power/progressive tricolore, con venature Hard Rock, che tiene sempre conto della lezione degli Helloween dell'età  "Keepers of the seven keys".

Non si ha nemmeno il tempo di inserire il disco nello stereo che già si viaggia ad altissimi Bpm di metronomo con la opener track "New Eden", tipica song in stile Power/speed dove si mette subito in evidenza il singer Fabio Lione (già nei Rhapsody) con la sua voce pulita e cristallina; la batteria si fonde perfettamente con il basso di Torricini  ed entrambi scandiscono perfettamente tempi medi e tempi ad oltre 180bpm; tutto ciò  si può anche affermare dei sig.ri Olaf Thorsen e Andrea De Paoli, i quali si scambiano gli assolo quasi fossero in competizione e con una fluidità pazzesca. Si va avanti con le tracce ed ecco che un giro di clavicembalo in 6/8 introduce la particolare "Black mask of fear" che procede a tempo medio per tutta la sua durata, esplodendo in cavalcate power nell'assolo finale; è qui e sopratutto in pezzi come la succesiva "Exodus" (che parla dell'esodo del popolo ebreo affidando il copione della storia ad abili interpreti come il "Lione" ed  un bravo corista che nel ritornello affianca  magistralmente il riccioluto singer), oppure la oscura ed esoterica "The whisper" che i "nostri" danno il meglio in termini di personalità ed originalità compositiva.

L'aura progressive contamina songs tra il power e l'hard rock come la strumentale "Forgotten worlds" che miscela sapientemente velocità, potenza e "progressione settantiana" (vedi l'uso dell'organo introduttivo), oppure la omonima  ed accattivante titletrack.

Si ritorna a respirare power classico con "The miracle" che ha un testo bellissimo oltrechè autobiografico, come anche la trascinante "Forever Young",  che rappresentano gli ultimi passi di un viaggio lungo una vita che si conclude con una domanda che tutti ci poniamo: c'è un'altra vita dopo la morte? Questo è quello che emerge se ascoltate attentamente la conclusiva "Of Light and darkness", un'emozione più che una semplice composizione dove ai versi dei gabbiani si uniscono le voci di due presunti innamorati che si ricongiungeranno nell'aldilà dopo la loro morte. Qui una palma al merito la conquistano Fabio Lione e la cantante Ale Gatti , davvero in grado di evocare profonde emozioni. A porre la parola fine a questo viaggio interiore targato Vision Divine c'è una cover, e indovinate qual'è? Ma "The final countdown" degli Europe .

Il disco nel complesso raggiunge la perfezione del genere (almeno tra il Power made in Italy); i musicisti hanno dato tutti una notevole prova di sè impegnandosi a collaborare alla fusione tra power classico, progressive ed hard Rock. Dell'ascolto di questa preziosa perla italiana potranno goderne tutti , anche  quelli che credono che il power migliore sia  al di fuori dei nostri confini. Potere al "made In Italy"!!!!!

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