I Visthia sono sulla scena da oramai quindici lunghi anni, in questo periodo hanno dimostrato di avere buon senso rilasciando il loro materiale solo quando era davvero il caso di farlo, in barba a tutte quelle neo-band sulla scena che sfornano un lavoro dietro l’altro senza un minimo di criterio.

La formazione siciliana aveva già dimostrato il suo valore nell’ormai lontano 2006 (lontano musicalmente parlando), quando diedero alle stampo il loro debutto si piena lunghezza e, al giorno d’oggi, ha trovato il modo di reinventare e aggiornare il proprio sound rendendolo perfettamente attuale senza cadere nell’abisso della tendenza modaiola.

“In Aeternum Deleti” è il perfetto biglietto da visita di una band che ha raggiungo la sua maturazione sotto ogni punto di vista: il songwriting è maturo e scorrevole, merito anche di una tecnica strumentale decisamente sopra la media del genere. Sotto questo punto di vista mi sento di elogiare apertamente Francesco Gemelli, il quale svolge un lavoro impeccabile dietro le pelli alternando ritmiche marziali e minimali di grande impatto ad accelerazioni massacranti eseguite con precisione chirurgica. Un aspetto impossibile da trascurare è anche la produzione pressoché perfetta unita ad una maniacale cura per ogni dettaglio che non fa altro che dimostrare per l’ennesima volta quando i Visthia si muovano con intelligenza e stile.

Questo è un album che riesce nell’ardua impresa di suonare come nuovo, personale e sperimentale senza però eccedere in questi aspetti restando perfettamente coerente in ogni brano e regalando un ascolto piuttosto semplice da digerire nonostante le frequenti incursioni di musica elettronica oltranzista.

Ultimo appunto che non mi sento di risparmiare è l’elogio al curatissimo artwork, distorto quanto elegante, una chiarissima rappresentazione visiva della musica della band. Anche l’occhio vuole la sua parte, poiché la musica, è composta fondamentalmente da tre nuclei: musicale, visivo e concettuale. Ognuno di questi tre aspetti ha il proprio peso nella valutazione di un’opera e non si può concepire l’uno senza gli altri, esattamente come non si può concepire la musica esclusivamente come una traccia audio in mp3. I Visthia riescono a curare ottimamente questi tre nuclei. Tanto di Cappello.

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